Covid: chi rischia di più l’Herpes Zoster, simili i sintomi dell’influenza, anticorpi monoclonali poco efficaci

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di Laura Della PasquaLaura Della Pasqua


1. Rischio di Herpes Zoster per chi è stato contagiato


2. Influenza in anticipo, i sintomi simili al Covid


3. Anticorpi monoclonali poco efficaci con le nuove varianti


1. Rischio di Herpes Zoster per chi è stato contagiato

Si allunga la lista degli effetti del Covid. Da uno studio dell’Health Search, l'unità di ricerca della Società italiana di Medicina generale e delle cure primarie (Simg), è emerso che chi ha contratto il virus corre ben il 40% di rischio in più di andare incontro all'Herpes Zoster. La ricerca si basa sull’osservazione di circa 1 milione di assistiti dei medici di famiglia. Francesco Lapi, direttore di Health Search, ha spiegato che “sono i primi dati italiani del genere prodotti dalla medicina generale, setting principe per questo tipo di osservazioni e il nostro studio sarà oggetto di pubblicazioni scientifiche”. Ora saranno necessarie ulteriori analisi, perché, ha sottolineato Lapi “non abbiamo un'associazione statisticamente significativa ma sicuramente è emerso un chiaro trend". Alla luce di questi risultati "il messaggio da dare alle persone per le quali la vaccinazione anti-Zoster è raccomandata - principalmente over 64, over 50 con patologie cardiologiche, cerebrovascolari e metaboliche e chi ha avuto già episodi precedenti - è di non esitare a fare la co-vaccinazione per Covid e Zoster".

2. Influenza in anticipo, i sintomi simili al Covid

L’influenza è arrivata con un mese d’anticipo e i sintomi sono simili al Covid. Secondo il report Influnet, a metà novembre i casi di influenza erano quelli che normalmente si avrebbero a metà dicembre. Il dato preoccupante è l'alta incidenza nella fascia 0-4 anni, ma soprattutto nella fascia 5-14 anni, dove nell'arco di una settimana c'è stato un aumento del 41% su quella precedente. Le previsioni indicano che sarà un’epidemia piuttosto estesa anche alla luce del fatto che in Australia si è registrata la peggiore degli ultimi 5 anni.

I sintomi sono gli stessi delle stagioni passate, ovvero una combinazione variabile di febbre alta, tosse secca e stizzosa, mal di testa, stanchezza e debolezza, brividi, dolori muscolari e articolari, diarrea, nausea e vomito, perdita di appetito. Sintomi simili al Covid.

Secondo i medici la migliore prevenzione è la mascherina ed evitare i luoghi affollati. Uno studio di Frontiers in Publich Health indica che generalmente nei pazienti Covid insorge prima la febbre seguita da tosse stizzosa mentre nell’influenza stagionale, di solito, le persone sviluppano la tosse prima della febbre. Si tratta di indicazioni di massima e quindi l’unica certezza viene dall’esame con un tampone.

3. Anticorpi monoclonali poco efficaci con le nuove varianti

Uno studio condotto dall’Università di Tokyo, ha valutato l’efficacia di diversi antivirali e anticorpi monoclonali autorizzati per il trattamento del Covid, sulla variante BA.4.6, attualmente dominante negli Stati Uniti. I risultati mostrano che tutti gli anticorpi monoclonali testati singolarmente (casirivimab, imdevimab, tixagevimab, cilgavimab, sotromivab) e in alcuni casi in combinazione hanno un’attività ridotta contro questa variante rispetto al loro effetto sul ceppo originario del virus. L’effetto di bebtelovimab, invece, è risultato praticamente invariato rispetto a prima.

Gli antivirali, come remdesivir, molnupiravir e nirmatrelvir, invece hanno mantenuto la loro efficacia. “I risultati ottenuti attraverso questa ricerca – commentano i ricercatori giapponesi – non solo aiuteranno nella selezione appropriata di farmaci terapeutici, ma consentiranno anche di valutare il rischio di ciascun ceppo”.