di Laura Della Pasqua
1. Prime segnalazioni della variante Kraken
2. Le restrizioni negli aeroporti non hanno funzionato
3. Vaccinati e guariti sono i più protetti
1. Prime segnalazioni della variante Kraken
La variante Kraken arriva in Italia. Sono stati rilevati 12 casi. Omicron continua a essere prevalente mentre questo sottolignaggio rappresenta il 28% dei casi negli Stati Uniti. Secondo il Cdc Europeo (il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie) esiste il rischio che si possa propagare anche in Europa, a medio termine, considerato che a oggi è presente solo a livelli molto bassi.
La pandemia nel nostro Paese continua a regredire. Secondo l’ultima rilevazione del ministero della Salute il tasso di occupazione in terapia intensiva da parte dei malati di Covid è in calo al 2,3% rispetto al 3,1% del 12 gennaio e il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 7,9%. Nessuna Regione e provincia autonoma è classificata a rischio alto per l'evoluzione dei casi di Covid e per l'impatto sulle strutture sanitarie. Sono 4 quelle a rischio moderato: Emilia Romagna, Piemonte, Bolzano e Puglia.
2. Le restrizioni negli aeroporti non hanno funzionato
Nonostante le restrizioni e il divieto di accedere negli aeroporti senza aver effettuato il tampone con esito negativo, il Covid ha continuato a circolare negli scali. Anzi la differenza tra prima e dopo la data del 18 marzo 2022, quando le restrizioni sono venute meno, è davvero minima.
È quanto emerge da uno studio condotto dall’Università di Bangor (Galles) pubblicato sulla rivista Plos Global Public Health. I ricercatori hanno trovato ampie tracce del virus nelle acque reflue di tutti gli aerei atterrati in tre importanti scali britannici (Heathrow, Edimburgo e Bristol) e nelle fognature delle sale arrivi degli hub, nel periodo più duro della pandemia quando erano vigenti le restrizioni. In quel periodo chi non era vaccinato doveva sottoporti a tampone che doveva essere negativo per avere accesso ai terminal.
Il virus si trasmette per via aerea e può ristagnare anche per lunghi periodi in ambienti chiusi e poco ventilati. Proprio per evitare questa situazione erano state poste limitazioni stringenti alla circolazione dei passeggeri. Eppure i risultati della ricerca dimostrano che questo tipo di barriera ha avuto scarsi effetti. Al punto che, come hanno rilevato i ricercatori, la differenza delle concentrazioni di Covid nelle acque reflue prima e dopo la normativa sui divieti, era irrilevante. Nonostante i tamponi, i vaccini e la mascherina, il virus ha continuato a circolare. Una delle ipotesi è che il test in alcuni casi, non abbia rilevato che le persone erano infette o che chi era malato abbia eluso i controlli. In un'indagine su 2000 adulti il 23% degli intervistati ha ammesso di essersi imbarcato in precedenza su un volo di ritorno nel Regno Unito mentre si sentiva male.
C’è il fatto anche che il tampone era richiesto solo ai non vaccinati e ora sappiamo che i vaccini non impediscono di contrarre il virus anche se in modo meno grave. Pertanto negli aeroporti potrebbero essere entrate persone che erano malate ma in modo asintomatico. Secondo la ricerca c’è stato “un fallimento del controllo di frontiera in termini di sorveglianza Covid”. L’analisi delle acque reflue però potrebbe servire per tracciare altre malattie infettive che i passeggeri portano nei viaggi.
3. Vaccinati e guariti sono i più protetti
Chi si è vaccinato, ha contratto il virus ed è guarito, è più protetto dalle future varianti. Un nuovo studio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet Infectious Diseases, ha preso in esame il livello di "immunità ibrida" che milioni di persone hanno sviluppato contro Covid, sottolineando che il mix fornisce uno scudo più potente contro il virus. Inoltre abbasserebbe del 40% la capacità di trasmissione verso le altre persone rispetto alla norma.