di Laura Della Pasqua
1. La pillola anti Covid è davvero un’arma efficace?
2. Che cosa fare se ti ammali di Flurona?
3. Le donne in gravidanza devono vaccinarsi?
1. La pillola anti Covid è davvero un’arma efficace?
La pillola anti-Covid è arrivata in Italia. Prodotta dall’azienda statunitense Merck Sharp & Dohme, nota anche con l’acronimo MSD, il Molnupiravir ha avuto l’autorizzazione dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, il 22 dicembre scorso. È stata salutata forse con eccessiva enfasi, al punto da aver diffuso la convinzione, errata, che possa rappresentare un’alternativa alla vaccinazione. In realtà, può essere prescritta solo ad alcuni pazienti con determinate condizioni cliniche, non si sa fino a che punto può essere efficace contro le varianti, quindi contro l’ultima differenziazione del virus quale è Omicron, e richiede il coinvolgimento delle strutture ospedaliere. Quindi sbaglia chi pensa di fare a meno del vaccino perché alle prime linee di febbre può farsi prescrivere dal proprio medico la pillola risolutiva. Ma ecco l’analisi del farmacologo Filippo Drago, Ordinario di Farmacologia presso l’Università degli Studi di Catania.
Dottor Drago, il Molnupiravir risolve il problema Covid?
Il Molnupiravir è un farmaco che ha una certa efficacia, riduce del 30-35% le ospedalizzazioni. Pertanto non risolve il problema. È più efficace dell’antivirale Remdesivir utilizzato finora nei pazienti Covid, ma lo strumento principale per combattere il virus, rimane il vaccino.
È efficace contro Omicron?
I dati sull’efficacia per Omicron sono scarsi. Non è ancora chiaro se il Molnupiravir determini una riduzione di ospedalizzazione per Omicron.
Come si somministra?
Si assume per via orale nei primi cinque giorni dopo la diagnosi del Covid, con due somministrazioni giornaliere.
Qual è la procedura per avere la pillola?
L’Aifa (l'Agenzia italiana del farmaco, ndr) ha previsto l’obbligo di prescrizione da parte degli specialisti infettivologi degli ospedali.
Cosa deve fare il paziente che ha i sintomi dell’infezione?
La prima cosa è effettuare un test molecolare. Il medico di base segnala il caso all’infettivologo dell’ospedale, il paziente va in ospedale dove c’è la conferma della diagnosi e viene fatta la prescrizione. Tutti i pazienti che assumono questa pillola sono registrati in un Registro di Monitoraggio per tenere sotto controllo gli effetti a lungo termine. Il farmaco è erogato dalla farmacia dell’ospedale. Sono capsule che il paziente assume 2 al mattino e 2 alla sera, per 5 giorni. La farmacia ospedale fornisce tutto il kit. Il medico di base deve valutare l’andamento della terapia.
Possono esserci svantaggi in questa procedura?
Il passaggio attraverso l'ospedale può creare un problema al paziente che si deve recare in strutture spesso molto lontane dall’abitazione. Inoltre, si aggrava il peso dell’attività clinica dell’ospedale. A mio parere, siccome il Molnupiravir è un farmaco assunto per via orale, non dovrebbe richiedersi il passaggio in ospedale, ma solo tramite il medico di base. Il punto dolente è la modalità di somministrazione che è entro 5 giorni dalla positività al test. Il problema è che all’inizio dell’infezione è difficile distinguere il Covid da un’influenza o raffreddore.
Tutti possono assumere il Molnupiravir?
Assolutamente no. Solo maggiorenni e con fattori di rischio. Ad esempio, diabetici, cardiopatici, pazienti con malattie oncologiche. Un trentenne senza fattori di rischio non può riceverlo.
La pillola antivirale può essere somministrata alle donne in gravidanza con fattori di rischio?
No. Anzi, una donna fertile deve seguire un sistema anticoncezionale. Esiste il dubbio che il farmaco possa essere dannoso per il feto. Mancano dati. Prima di prendere il Molnupiravir le donne devono fare il test di gravidanza.
E i bambini?
Per i minori non ci sono ancora disposizioni.
Ci sono altri farmaci in arrivo più efficaci?
Stiamo aspettando il Paxlovid della Pfizer, che è efficace nei confronti di Omicron. Inoltre Pfizer ha annunciato un nuovo vaccino per fine febbraio specifico su Omicron. Sia il vaccino sia l’antivirale dovrebbero determinare una svolta nella cura contro il Covid. Il problema è che nel frattempo potrebbero arrivare altre varianti. Il virus muta velocemente. Ci dobbiamo preparare a fare fino a due vaccinazioni l’anno.
2. Che cosa fare se ti ammali di Flurona?
Tosse, raffreddore, mal di testa e febbre. È influenza o Covid? E se fossero tutti e due insieme? La coinfezione dai due virus non solo è possibile ma si è anche già verificata. È stata ribattezzata “Flurona” e ha messo in allarme scienziati e medici. La diffusione dei contagi da Omicron si è sovrapposta alla stagione influenzale e sta coinvolgendo tutta l’Europa.
«Non è un virus, ma una sorta di infezione concomitante tra virus influenzale e Sars-Cov-2. Una persona può contrarre due infezioni da virus respiratori. È un evento comune, soprattutto in questa fase dell’anno, perché le infezioni respiratorie sono molto attive», spiega il microbiologo Mauro Pistello, direttore di Virologia all’Ospedale di Pisa e vicepresidente della Società italiana di microbiologia. Ecco cosa ci dice su Flurona: «L’incidenza è molto sottostimata, perché i sintomi sono simili. Se molte delle persone che hanno il Covid facessero analisi approfondite, scoprirebbero probabilmente che hanno anche il virus dell’influenza. Questo è uno dei motivi per cui si consiglia il vaccino anti-influenzale».
Dottor Pistello, come si capisce che è in atto una doppia infezione?
Il riconoscimento delle doppie infezioni implica un'analisi sistematica per entrambi i virus. Al pronto soccorso cercano subito il Covid. Sono stati sviluppati test che vanno a verificare più virus contemporaneamente, ma sono analisi più costose di quelle che servono a individuare il Covid. Quindi un’analisi a tappeto è piuttosto onerosa.
Con il Flurona i danni sono maggiori del Covid?
Per chi contrae entrambi i virus, il danno potrebbe essere superiore rispetto all’infezione di uno solo, ma i casi non sono tutti uguali.
In che misura il vaccino protegge?
Per chi è stato vaccinato con uno o entrambi i vaccini, i danni sono minori, perché il sistema immunitario è stato istruito almeno contro uno dei due virus. Sono pochi i vaccini che impediscono al virus di infettare l’individuo. Il vaccino istruisce il sistema immunitario e le conseguenze delle infezioni sono molto meno importanti.
Chi è più esposto a Flurona?
Bambini e anziani sono i più a rischio. Sono le classi anagrafiche alle quali viene consigliata la vaccinazione antinfluenzale. Nella fascia intermedia, sono più esposti i soggetti con patologie che possono comportare una ridotta capacità del sistema immunitario di fronteggiare le infezioni. Una doppia infezione nei soggetti più fragili è un vero pericolo.
Quale terapia va seguita?
La doppia infezione richiede una doppia terapia. Non ci sono farmaci ad ampio spettro. Poi va visto caso per caso. Se l’infezione del Covid è superficiale mentre quella da influenza è più grave, si tratta l’influenza. Se entrambe le infezioni sono a livello naso faringe, si monitora la situazione, ma se uno dei due comincia a scendere a livello polmonare, la terapia va iniziata contemporaneamente. Un danno causato da uno dei due virus, crea il presupposto perché l’altro ne tragga vantaggio. È il motivo per cui quando ci sono influenze importanti viene consigliata l'assunzione di antibiotici.
3. Le donne in gravidanza devono vaccinarsi?
Inizialmente si era escluso il passaggio del virus dalla madre positiva al feto. Fino a quando si sono registrati casi di neonati nati col Covid. Inoltre l’infezione sembra essere molto più pericolosa in gravidanza, con rischi di parto prematuro e di morte del feto.
Quando fare la vaccinazione
Il ministero della Salute raccomanda la vaccinazione anti Sars-Cov-2 con vaccini a mRNA alle donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza e alle donne che allattano senza necessità di sospendere l’allattamento. Per quanto riguarda la vaccinazione nel primo trimestre, afferma il ministero della Salute, sebbene la vaccinazione possa essere considerata sicura in qualsiasi periodo della gravidanza, sono ancora poche le evidenze. Le donne che desiderino vaccinarsi in questo periodo devono valutare rischi e benefici insieme al proprio medico. Si sottolinea che, se una donna vaccinata scopre di essere in gravidanza dopo aver già ricevuto il vaccino, non c'è evidenza in favore dell'interruzione della gravidanza. Inoltre, se una donna scopre di essere in gravidanza tra la prima e la seconda dose del vaccino può considerare di ritardare la seconda dose fino al secondo trimestre.
I conviventi
È raccomandata la vaccinazione dei conviventi per limitare ulteriormente il rischio di contagio delle donne in gravidanza e durante l’allattamento.
Allattamento
Le donne che allattano possono vaccinarsi, senza alcuna necessità di interrompere l’allattamento. La vaccinazione non espone il lattante a rischi e gli permette di assumere, tramite il latte, anticorpi contro il Covid.
Sempre il ministero sottolinea che le donne in gravidanza positive al virus non devono necessariamente effettuare un parto cesareo.
Allattamento e terapia farmacologica
Le donne positive non devono rinunciare ad allattare al seno il neonato ma la compatibilità dell’allattamento con i farmaci eventualmente somministrati per il Covid, va valutata caso per caso.
Trasmissione del virus al neonato
La trasmissione del Covid da mamma a bambino è possibile. Nonostante le evidenze siano ancora scarse, a oggi viene comunque considerato un evento raro.