di Laura Della Pasqua
1. Voucher e viaggi: quando si può chiedere il rimborso?
2. Quante versioni del virus ci sono in Italia?
3. Il vaccino ha effetti collaterali diversi su donne e uomini?
1. Voucher e viaggi: quando si può chiedere il rimborso?
Sono passati ormai 30 mesi da quando sono stati emessi i primi voucher per le cancellazioni di viaggi a causa del Covid ed è dunque tempo di chiedere il rimborso monetario di quelli non utilizzati entro la scadenza. Si tratta, in particolare, di quei voucher emessi per contratti di viaggio che dovevano essere utilizzati tra l'11 marzo e il 30 settembre 2020 ma che sono stati annullati entro il 31 luglio 2020, a causa della quarantena e del divieto dei viaggi.
Durante il primo lockdown, infatti, milioni di consumatori hanno dovuto rinunciare alle loro vacanze a causa delle misure imposte per contrastare la pandemia, ma anche al dovuto rimborso. Agli operatori del settore, infatti, era stata data la possibilità (prevista per legge) di emettere buoni validi per 12 mesi, in alternativa al rimborso delle prenotazioni. In caso di mancato utilizzo, per nuove prenotazioni entro il periodo di validità, questi voucher sarebbero stati monetizzati.
La validità di questi buoni è stata prorogata prima a 18, poi a 24 e infine a 30 mesi. I primi sono stati emessi a metà marzo 2020 e sono, dunque, giunti finalmente a scadenza. Gli operatori del settore dovrebbero, quindi, effettuare il rimborso automaticamente entro 14 giorni dalla scadenza dei 30 mesi decorrenti dalla data di emissione. È comunque opportuno che chi è interessato faccia la richiesta alla compagnia aerea. Hanno un trattamento speciale i voucher emessi in seguito alla cancellazione di un contratto di trasporto: per i viaggi aerei, ferroviari, marittimi e con autobus annullati a causa delle restrizioni Covid, infatti, il rimborso monetario poteva, su richiesta del consumatore, aver luogo alla scadenza di 12 mesi dopo l’emissione.
Avere l’indennizzo però non è così facile. Alcuni operatori turistici potrebbero nel frattempo aver dichiarato fallimento o trovarsi comunque in difficoltà economica per la crisi energetica; ci saranno quindi consumatori che non vedranno tutelato il proprio diritto.
Diversa sorte spetta a quanti hanno ricevuto un voucher in seguito alla cancellazione di spettacoli, eventi sportivi, musei ed altri eventi culturali: questi hanno una validità di 36 mesi e il rimborso è previsto soltanto in caso di definitiva cancellazione dell’evento.
2. Quante versioni del virus ci sono in Italia?
I virus per sopravvivere devono mutare velocemente. Il Covid non fa eccezione e questo spiega le numerose varianti che si sono manifestate nel corso di questi quasi tre anni di pandemia. In Italia il monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità ha osservato una settantina di versioni diverse di Covid.
Molte hanno numeri minimi, ma negli Stati Uniti i ceppi differenti da Omicron 5, crescono da agosto, e oggi rappresentano il 20%. Ora l’attenzione è concentrata su quello che accadrà nei prossimi mesi invernali. «Questo virus ha la capacità di modificarsi e ormai la gran quota di coloro che si sono vaccinati lo costringe a trovare forme per schivarlo - afferma il professor Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'istituto Galeazzi di Milano - Che siano più brutte o cattive non è certo. Cosa prevedo? Un rialzo dei contagi a 50 giorni, quindi a inizio novembre. Ma non un'ondata, un trend più modesto: semmai un’onda».
3. Il vaccino ha effetti collaterali diversi su donne e uomini?
Il vaccino non ha effetti collaterali simili sulle donne e sugli uomini. L’osservazione e numerosi studi hanno verificato che nelle donne possono portare alterazioni del ciclo mestruale e dell’ovulazione. Rossella Nappi, professore ordinario di ostetricia e ginecologia all’Università di Pavia Policlinico San Matteo spiega cosa accade. «Innanzitutto va precisato che non c’è un’interferenza nella fertilità ma si tratta di effetti temporanei che scompaiono nel giro di qualche mese. Da quando è stata avviata la campagna vaccinale e si sono studiati gli effetti, è emerso che la vaccinazione in soggetti un po’ predisposti come donne con flussi mestruali abbondanti, possono generare irregolarità ed emorragie. Interferenze possono manifestarsi anche nell’ovulazione. Sarebbe preferibile evitare di fare la puntura durante il ciclo e in coincidenza con l’ovulazione, ma è chiaro che non è facile. Si è verificato che anche il trattamento del Covid con terapie a forte impatto endocrino come il cortisone, soprattutto nella prima fase della pandemia quando il virus aveva conseguenze più gravi, può provocare alterazioni del ciclo mestruale. L’irregolarità è temporanea e scompare nel giro di qualche mese. Bisognerebbe fare una clinica vaccinale di genere sapendo che la donna in determinati periodi del ciclo è più fragile. In generale, la donna in età fertile è più protetta dal Covid grazie alla presenza degli estrogeni. Infatti le statistiche dicono che le forme più gravi di infezioni hanno colpito soprattutto gli uomini. Anche le donne in menopausa, che seguono la terapia ormonale sostitutiva, hanno un certo grado di protezione proprio grazie agli estrogeni assunti come farmaco. Non ci sono dati che la vaccinazione durante la terapia ormonale possa aumentare il rischio di trombosi». E durante una gravidanza la puntura è pericolosa? “No, anzi è vivamente consigliata. Quando una donna è in attesa, è più vulnerabile perché immunodepressa, le sue difese immunitarie sono più deboli”.