di Laura Della Pasqua
1. Una nuova variante mortale all’80% in un laboratorio di Boston
2. Il diabete da Covid, che cos'è e cosa fare
3. 262 virus parainfluenzali simili al Covid
1. Una nuova variante mortale all’80% in un laboratorio di Boston
Non sono bastate le conseguenze drammatiche della pandemia che ancora stiamo scontando, i morti e l’impatto sulle economie mondiali. Nei laboratori di ricerca si continuano a fare esperimenti per creare virus sempre più letali. Il Daily Mail ha rivelato che in un laboratorio della Boston University, un gruppo di scienziati ha creato una nuova variante del Covid letale all’80%. Questo ceppo altamente pericoloso è stato ottenuto combinando la proteina spike di Omicron che si lega alle cellule umane e le contagia, con il virus originale di Wuhan. La comunità scientifica ha condannato all’unanimità la pericolosa manipolazione, che sembra andare avanti anche negli Stati Uniti, nonostante i timori che pratiche simili possano aver dato inizio alla pandemia. Non dimentichiamo che una delle tesi sull’origine della pandemia è proprio che sia stato creato artificialmente in un laboratorio in Cina dove si effettuavano questo tipo di esperimenti con il coinvolgimento anche di scienziati francesi e americani e che si sia propagato per una falla al sistema di sicurezza.
La variante ora creata nel laboratorio di Boston è stata testata sui roditori e ha ucciso l'80% dei topi, che invece esposti al ceppo di Omicron l’avevano scampata, manifestando solo lievi sintomi. Ne deriva che il nuovo ceppo artificiale è molto più letale, come si legge nel documento degli scienziati coinvolti nella ricerca.
Alle accuse arrivate da tutto il mondo, il laboratorio di Boston ha risposto che il virus ibrido non avrebbe gli stessi effetti letali sull’uomo perché la razza di topi da laboratorio utilizzati è molto suscettibile al Covid. Inoltre, gli scienziati americani sostengono che topi e esseri umani hanno risposte immunitarie molto diverse al virus. L’esperimento fa parte di studi finalizzati, spiegano gli scienziati di Boston, “per individuare vaccini che possono essere utilizzati in una futura pandemia e fare in modo che il virus si replichi in modo meno pericoloso”. Il National Emerging Infectious Diseases Laboratories della Boston University è uno dei 13 laboratori di livello 4 di biosicurezza negli Stati Uniti che sono autorizzati a gestire i patogeni più pericolosi.
2. Il diabete da Covid, che cos'è e cosa fare
La pandemia ha fatto emergere una nuova forma di diabete che può essere presente nel long Covid come conseguenza del virus. Fino ad ora si conosceva la insulinodipendenza, e il diabete legata all’obesità. Entrambe sono croniche, si possono trattare, ma non è possibile guarire.
La forma che si contrae invece con il Covid, se presa in tempo, può regredire. Il diabete da Covid può manifestarsi anche dopo mesi dalla contrazione del virus. Uno studio su questo tema è stato presentato a Taormina in occasione dei lavori del XXI Congresso di Simdo, Società italiana di metabolismo, diabete e obesità, e rappresenta una novità in questa patologia.
Data l’alta diffusione del virus, questa forma di diabete può arrivare ad aumentare l’incidenza della malattia sulla popolazione, pari al 18 per cento in più (10 per cento uomini e 8 per cento donne), rispetto all'8 per cento di persone che già in Italia hanno il diabete. Quindi, i nuovi casi si aggiungono ai 4 milioni già accertati, al milione di persone che hanno il diabete e non lo sanno, e ai 3 milioni di soggetti in pre-diabete.
Il legame tra questa malattia e il Covid era già emersa nei centri di Long Covid ma ora questo studio è la conferma.
Il diabete da Covid può insorgere anche in chi è stato infettato in modo lieve. Per questo gli esperti consigliano una verifica della glicemia soprattutto se ci sono sintomi come stanchezza, inappetenza, calo ponderale, svogliatezza. L’intervento tempestivo è fondamentale.
3. 262 virus parainfluenzali simili al Covid
Non c’è solo il Covid. Con sintomi simili e sovrapponibili, stanno emergendo 262 virus parainfluenzali. Il prolungamento anomalo della stagione calda sta frenando le forme di raffreddamento, ma già emergono intrecci tra il Covid e l’influenza. Esiste una concorrenza tra i diversi virus. Quello classico dell’influenza non si è ancora fatto largo, anche se i medici hanno iniziato a isolare i primi casi.
Si sta invece diffondendo una forma parainfluenzale che si manifesta con disturbi gastrointestinali accompagnati da vomito e diarrea, senza raffreddore e tosse. Invece la vera influenza per ora è ristretta a qualche caso. Sta colpendo soprattutto i bambini con febbre molto alta per due o tre giorni. Anche il virus nella variante Omicron, spesso presenta gli stessi sintomi della parainfluenza, sicché solo con un tampone è possibile capire se si è positivi. Comunque è già partita la campagna antinfluenzale, gratis per i bambini, le donne in gravidanza e tutti gli over 60.