Covid: la variante Chiron, ondata di bambini obesi, reni bersaglio del virus
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di Laura Della Pasqua
1. Quali sono le caratteristiche della nuova variante Chiron?
2. Ondata di bambini obesi con la pandemia
3. Reni, bersaglio del virus
1. Quali sono le caratteristiche della nuova variante Chiron?
È la “figlia” di Centaurus ed è stata battezzata Chiron. Caratteristiche: ampia capacità di fuga dagli anticorpi. L’identikit della nuova mutazione del Covid è stato tracciato da un gruppo di scienziati dello svedese Karolinska Institutet e di altre istituzioni scientifiche svizzere e inglesi e riportato sulla rivista The Lancet Infectious Diseas.
I ricercatori hanno esaminato l’evoluzione della resistenza da parte del virus all’immunità nella popolazione per capire se le nuove varianti sono ancora sensibili agli anticorpi monoclonali oppure no. È emerso che la mutazione indicata come Chiron ha una elevata capacità di contrastare le difese immunitarie acquisite con l’infezione e con la vaccinazione.
2. Ondata di bambini obesi con la pandemia
Ciò che era previsto ora è stato certificato in modo scientifico. La pandemia ha portato a un significativo aumento di peso nei bambini da collegarsi al numero di ore passate davanti allo schermo di tablet e smartphone e alla ridotta attività fisica.
L’ospedale pediatrico di Norfolk in Virginia ha studiato un campione di 238 bambini e ha osservato un incremento dell’11% del BMI, l’indice di massa corporea. La ricerca secondo gli autori, aiuta a fornire maggiori informazioni sui fattori che influiscono in modo negativo sulla salute di più piccoli. Il prossimo studio dovrà verificare in che misura questi comportamenti dannosi hanno messo radici diventando strutturali e quindi causando problemi per un’intera generazione.
3. Reni, bersaglio del virus
Anche se il Covid colpisce prevalentemente i polmoni, il rene rappresenta uno dei principali organi target. I reni sono un sistema complesso e molto delicato, sono il filtro che consente di eliminare dal sangue le sostanze di scarto e quindi sono indispensabili alla sopravvivenza.
Gli studi nei due anni di pandemia hanno rilevato che i pazienti nefropatici, che hanno una malattia renale, si sono infettati per oltre il 20% in più rispetto alla popolazione generale, con una mortalità 10 volte superiore. È emerso anche che il 30-40% di chi ha contratto il virus ha sviluppato danni renali di vario grado e intensità. Nei pazienti ospedalizzati questo si è manifestato nel 50% dei casi. I rischi sono maggiori tanto più grave è l’infezione. Ma sono emersi danni renali anche quando la malattia non era così acuta.
