Covid: infezione e danni ai polmoni, differenze tra uomini e donne, quando è giusto fare una nuova dose di vaccino

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di Laura Della PasquaLaura Della Pasqua


1. Quanto durano i danni ai polmoni dopo l'infezione?


2. Il Long Covid è diverso tra uomini e donne?


3. Come capire quando è il momento giusto per rafforzare le difese con una nuova dose di vaccino?


1. Quanto durano i danni ai polmoni dopo l'infezione?

Inizialmente si pensava che il long Covid, inteso come effetti del virus dopo la guarigione, si risolvesse in qualche settimana. Uno studio recente della University Hospital Erlangen (Germania) pubblicato su Radiology, dice che nei bambini e negli adolescenti i danni ai polmoni possono durare anche a un anno di distanza dall’infezione. Questo fenomeno non è legato alla gravità della malattia ma si manifesta perfino in chi ha contratto il Covid senza la necessità dell’ospedalizzazione.

I ricercatori hanno valutato i cambiamenti nella struttura e nella funzione polmonare in 54 ex pazienti pediatrici con età tra i 5 e i 17 anni, confrontandoli con 9 coetanei che non avevano contratto l'infezione. I test hanno mostrato che i danni strutturali ai polmoni che avevano avuto Covid sono rari: solo uno dei partecipanti allo studio aveva alterazioni morfologiche. Frequente, invece, il calo di prestazione dei polmoni: la ricerca ha infatti riscontrato una riduzione del 20-25% della funzionalità polmonare rispetto ai coetanei che non avevano contratto l'infezione; il calo della funzionalità polmonare era leggermente più alto in quanti avevano sviluppato anche long-Covid. I ricercatori hanno sottolineato che considerata la “robusta risposta immunitaria dei bambini, la disfunzione polmonare è una scoperta inaspettata”.

vertigini

2. Il Long Covid è diverso tra uomini e donne?

I postumi del virus non dipendono solo dalla gravità dell’infezione, ma sono diversi in base al genere. I disturbi neurologici colpiscono soprattutto le donne. È quanto emerge da uno studio realizzato da un pool di ricercatori italiani della clinica neurologica dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano-Isontina di Trieste e pubblicato sul Journal of the Neurological Sciences.

Gli studiosi hanno esaminato le condizioni di 213 pazienti di età media 54 anni, che da gennaio a ottobre dell’anno scorso si erano recati nell’ambulatorio dedicato alla gestione degli effetti post Covid. Mentre alcuni disturbi erano simili ai due sessi, come affaticamento, problemi respiratori, dolore muscolare, vertigini, perdita del gusto, acufene e insonnia, il mal di testa era più ricorrente nelle donne. Questa esperienza clinica ha portato gli studiosi alla considerazione che è necessario diversificare le terapie. Le cause di questo fenomeno sono ancora da indagare. Si ipotizza che la presenza degli estrogeni sia responsabile di una risposta immunitaria più robusta come peraltro avviene per le malattie autoimmuni che colpiscono in modo più accentuato le donne.

test sangue tumori

3. Come capire quando è il momento giusto per rafforzare le difese con una nuova dose di vaccino?

Sappiamo che la capacità di protezione dal virus del vaccino dopo qualche mese comincia a diminuire. Ma quando è arrivato il momento di rafforzare lo scudo con una nuova dose? Chi vuole misurare il proprio grado di copertura dal contagio, al momento si affida al test sierologico. Una squadra di ricercatori dell’Irccs di Candiolo, insieme con l’Italian institute for genomic medicine finanziato dalla Compagnia di San Paolo, ha messo a punto un sistema di controllo più efficace.

Con un semplice prelievo di sangue che costa non più di 150 euro, si ottengono una serie di informazioni più precise di quelle rilevate dai sierologici. L’esame misura la quantità dei linfociti T della memoria e consente di verificare se il sistema immunitario è in grado di contrastare l’infezione o se invece va rinforzato. La risposta immunitaria determinata dal vaccino non è uguale in tutte le persone e non ha la medesima durata. “Avere gli anticorpi non significa necessariamente essere protetti dall’infezione, perché nel tempo questi calano e non sono sufficienti a proteggere dal contagio” spiega Luigia Pace, responsabile di questa ricerca all’Irccs di Candiolo. Lo studio rivela anche che in chi è stato contagiato, la vaccinazione con mRna promuove l’aumento dei livelli di anticorpi. Al momento però questo test non è in commercio. Prima di essere a disposizione nel Servizio sanitario nazionale, serve l’autorizzazione.

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