Covid: come viaggiare all’estero, otiti e acufeni, problemi cardiaci

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di Laura Della PasquaLaura Della Pasqua


1. Quali sono le nuove modalità per viaggiare all'estero?


2. Tra gli effetti collaterali di Omicron ci sono le otiti e si presentano gli acufeni?


3. Il Covid può dare problemi cardiaci?


1. Quali sono le nuove modalità per viaggiare all'estero?

Con la bella stagione torna il desiderio di viaggiare. La pandemia sta regredendo ovunque e i protocolli sanitari sono cambiati. Molti Paesi hanno abolito la compilazione del Plf (il modulo di localizzazione passeggeri) e il tampone per i vaccinati. Ecco, tra le destinazioni più famose e conosciute, le nuove modalità di viaggio.

La normativa italiana prevede che ci si possa recare in qualsiasi Paese europeo esibendo il certificato vaccinale. Poi ciascuno Stato ha le sue procedure.


L’Austria, oltre al green pass o prova di guarigione dal Covid, richiede un test molecolare negativo effettuato nelle 72 ore precedenti. Per chi è sprovvisto di certificato vaccinale o di guarigione, è prevista una quarantena di 10 giorni. La Grecia ha abolito il Plf, serve solo il green pass o il risultato del tampone. Per viaggiare in Francia resta valido il certificato vaccinale sopra i 12 anni (o di guarigione o il tampone per i non vaccinati). Chi viaggia in aereo deve compilare il Plf. La Spagna richiede uno tra green pass, certificato di guarigione o test di negatività. Necessario il Plf. Questo non è previsto per andare a Bruxelles che invece lo richiede a chi proviene dai Paesi extra Ue. Per entrare in Israele si deve effettuare un test molecolare non oltre le 72 ore antecedenti la partenza dall'Italia e sul referto negativo deve essere inserito anche il numero di passaporto. Rimangono obbligatori la copertura assicurativa e la compilazione dell'Entry Statement Form 48 ore prima dell'arrivo. Mauritius ha eliminato l'obbligo del tampone negativo prima dell'arrivo per i vaccinati. Green pass base - vaccinazione, guarigione o tampone negativo - per tutti i viaggiatori che entrano alle Seychelles. I non vaccinati devono mostrare un test molecolare effettuato 72 ore prima della partenza o antigenico delle 24 ore antecedenti. Niente Plf e tampone per andare in Gran Bretagna. Negli Stati Uniti l'accesso è consentito con la vaccinazione completa e il tampone effettuato il giorno prima della partenza. Bisogna poi essere in possesso del Visto o dell’Esta Usa, l’autorizzazione elettronica al viaggio. Se la destinazione è Abu Dhabi non c’è più bisogno del test antiCovid, che è invece obbligatorio per i non vaccinati. Niente più quarantena per chi arriva in Thailandia ma è richiesta una polizza assicurativa, un tampone in una struttura Covid approvata dal governo e il pagamento anticipato di almeno una notte in alberghi, sempre scelti dal governo.

2. Tra gli effetti collaterali di Omicron ci sono le otiti e si presentano gli acufeni?

I sintomi del Covid si stanno allargando con la variante Omicron. L’infezione non si manifesta solo con febbre e tosse ma anche con un semplice raffreddore accompagnato da dolore alla testa e talvolta con mal d’orecchi. Come spiegato dal portale Times Now News, “il dolore spesso si associa a ronzio alle orecchie. Questi sintomi, possono comparire anche nei pazienti vaccinati con ciclo completo, ma avviene raramente”.

Il mal d’orecchi, descritto da chi ne è stato colpito, simile a un’otite, sarebbe dovuto a come la variante Omicron colpisca maggiormente le alte vie respiratorie. L’acufene, ovvero il disturbo che si manifesta come un fischio o un ronzio, è stato riconosciuto come uno dei tanti effetti collaterali del Long Covid. Spesso è segnalato come un evento transitorio, lieve, della durata variabile da pochi giorni a poche settimane.

3. Il Covid può dare problemi cardiaci?

È stato ampiamente documentato che il Covid può creare rischi cardiovascolari. “Avviene soprattutto nei pazienti con un’alta comorbilità o già portatori di malattie cardiache o vascolari” spiega Alberto Cremonesi, responsabile del dipartimento cardiovascolare di Humanitas Gavazzeni. “Durante l’infezione da Covid, il cuore può essere oggetto di danni specialmente nei pazienti sintomatici, dove sappiamo che l’infezione determina un problema di super infiammazione e una risposta iperimmune.

Queste condizioni comportano una serie di conseguenze che possono coinvolgere il cuore, perché causano danni al microcircolo coronarico. Talvolta, i pazienti giungono in ospedale con una polmonite che riduce la capacità di ossigenazione del sangue dando quindi un danno indiretto al cuore”. Cremonesi però sottolinea che “le conseguenze sul cuore sono più frequenti negli anziani e a bassa capacità di risposta immunologica e in cardiopatici o con pregresse malattie cardiovascolari”.


Cosa accade, invece, con Omicron e quando l’infezione è più lieve?

Siamo ancora in una fase di valutazione, ma quello che sappiamo è che la capacità di diffusione di Omicron e sub-varianti è più alta delle iniziali varianti. Sappiamo che la presentazione clinica è comunque più leggera, ma comunque teniamo sempre conto che si tratta sempre di un’infezione da Covid. Riteniamo che ci siano buone prospettive sul minore impatto clinico, ma è ancora tutto da definire.


Quali terapie sono consigliate?

È opportuna una diagnosi precisa. I problemi possono essere tanti: dalle aritmie fino alle dimostrazioni di danno miocardico. Le aritmie devono essere diagnosticate e le terapie verranno fatte in base alla specifica aritmia e in base al danno miocardico. Il consiglio è presentarsi il più presto possibile al pronto soccorso, così da essere trattati nel modo più adeguato.

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