Covid: gli effetti sul cervello, i vaccini contro le varianti, come proteggersi

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di Laura Della PasquaLaura Della Pasqua


1. Nei casi più gravi ci sono effetti sul cervello?


2. In autunno arriveranno i vaccini contro le varianti?


3. Esistono farmaci o prodotti per proteggersi dal virus?


1. Nei casi più gravi ci sono effetti sul cervello?

Le persone ricoverate per Covid grave rischiano un invecchiamento del cervello di 20 anni. Un gruppo di studio dell’Imperial College London ha rilevato che il Covid, nelle infezioni più importanti, può avere effetti neurologici e cognitivi persistenti. È come se il cervello passasse da 50 a 70 anni, nel giro di poco tempo.

La ricerca è stata condotta su 46 pazienti ricoverati in terapia intensiva nell'ospedale universitario Addenbrooke's Hospital, a Cambridge, nel 2020, durante la prima ondata della pandemia, dunque tutti non vaccinati. Di questi, 16 sono stati sottoposti a ventilazione meccanica. A sei mesi dalla guarigione, sottoposte a test cognitivi e psicologici per misurare le capacità mnemoniche e di ragionamento, hanno rivelato una riduzione delle performance paragonabile al cambiamento osservato quando si invecchia di 20 anni, passando dai 50 ai 70 anni. È come se ci fosse stata una perdita di 10 punti del quoziente intellettivo. Il danno fortunatamente non è permanente ma regredisce nel tempo.

I pazienti hanno mostrato anche sintomi depressivi e da stress post-traumatico, causati dal fatto di essere stati travolti da una malattia grave ignota. Questi effetti, secondo gli studiosi, potrebbero aver avuto un impatto a livello cognitivo. Un altro studio condotto dall’Università di Oxford e pubblicato su Nature a marzo 2022, ha mostrato che il Covid può lasciare tracce nel cervello, con modifiche molto lievi. Le variazioni però riguardano quel preciso momento e non si è in grado ancora di sapere se perdureranno e per quanto. I ricercatori hanno sottolineato che sugli effetti a livello cerebrale potrebbe aver influito anche lo stress emozionale provocato dalla malattia. Gli studi sono in corso di approfondimento.

2. In autunno arriveranno i vaccini contro le varianti?

Le varianti Omicron sfuggono ai vaccini finora in commercio che rappresentano comunque una difesa dalle forme più gravi di infezione e dalle ospedalizzazioni. Negli scorsi giorni, in un laboratorio di Monza, è stata isolata per la prima volta in Italia Omicron 4, sottovariante ancora più contagiosa di BA2 ed ora al vaglio dell’Organizzazione mondiale della Sanità per capire quali conseguenze può generare.

I dati dei contagi indicano che le sottovarianti di Omicron sono più resistenti agli anticorpi rispetto ai ceppi precedenti e potrebbero porre ulteriori problemi alle persone vaccinate o a coloro che hanno già contratto il virus, oltre che ai non vaccinati, provocando reiezioni o infezioni. Secondo gli scienziati, questo non esclude il fatto di rimanere comunque protetti dalla vaccinazione nei riguardi del rischio di malattia grave. Sembrerebbe che non si crea immunità.

In Sudafrica stanno esplodendo le infezioni da BA4 e BA5. Rappresentano oltre il 60% dei contagi che sono passati da 1.000 a 10.000 in una settimana. Negli Stati Uniti invece si sta diffondendo un sottolignaggio del virus chiamato BA.2.12.1 dato al 37% e gli esperti dell’amministrazione Biden stimano che nel prossimo autunno e inverno, cento milioni di americani, circa il 30% della popolazione, potrebbero essere contagiati dal Covid.

C’è grande attesa quindi per vaccini ad ampio spettro di nuova generazione, in grado di coprire da tutte le varianti esistenti e da quelle future. L’Ema ha annunciato che l’approvazione di un nuovo prodotto potrebbe arrivare entro il prossimo settembre. Quindi in tempo per la campagna vaccinale d’autunno quando, complice la stagione fredda, il virus ha le condizioni per diffondersi di più. L’Agenzia europea del Farmaco ha precisato che saranno approvati solo prodotti che "dimostrino la loro sicurezza e la loro superiorità rispetto a quelli attualmente in uso”. Gli scienziati sono da tempo al lavoro per la creazione di un vaccino “universale” contro tutte le mutazioni del Covid. Alcuni studi sono più avanzati. Pfizer e Moderna sarebbero in una fase avanzata, usando le piattaforme a mRna.

Moderna sta studiando un vaccino unico Covid-influenza e addirittura una “trivalente”, Covid-influenza-virus sinciziale (causa molto comune di infezione dell’apparato respiratorio in particolare nei bambini). Un gruppo di ricercatori militari del Walter Reed Army Institute of Research, ha messo a punto lo Spike Ferritin Nanoparticle (SpFN) che si basa su una porzione della proteina Spike del Covid che viene agganciata a nanoparticelle di ferritina, una proteina che si trova nel midollo osseo. Il prodotto è stato testato sui macachi con buoni risultati e sono in corso i primi test sull’uomo. Nei laboratori della Gillings School of Global Public Health dell’Università della Carolina del Nord, si sta studiando un vaccino a mRna. Un altro lavoro è dell’Università di Vienna e avrebbe l’obiettivo di impedire la replicazione e la trasmissione del virus. Al momento è stato testato sui conigli.

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3. Esistono farmaci o prodotti per proteggersi dal virus?

La domanda più ricorrente in questo periodo mentre aumentano i casi di contagio per le varianti di Omicron, è come proteggersi. Esiste un farmaco che aiuta l’organismo a creare una barriera e a renderlo più forte? Quanto conta l’assunzione di vitamine e di integratori? Carla Ghelardini, Ordinario di Farmacologia presso l’Università di Firenze e membro SIF (Società di Farmacologia) è tranchant: “Meglio essere chiari: l’unica barriera al virus, oltre al vaccino e la mascherina ed evitare luoghi con assembramenti di persone. Anche se c’è un allentamento delle misure restrittive, il Covid continua a circolare e sappiamo che le varianti sono ancora più contagiose. Quindi è fondamentale non abbassare la guardia, continuare a seguire le precauzioni alle quali ci siamo abituati in questi due anni. Quanto ai multivitaminici, non esistono prodotti in grado di fare da barriera al virus”. E l’alimentazione? “Non è che mangiando un cibo invece che un altro si evita il contagio”.

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