di Ida Macchi
Grande quasi come un campo da tennis, l’intestino sente e registra tutto ciò che accade nell’organismo. Merito del filo diretto che l’organo della digestione ha con la mente, con cui dialoga e collabora.
E gli effetti di questo connubio non finiscono di sorprendere: secondo una recente ricerca pubblicata sulla rivista Cell, la presenza di alcuni batteri nel microbiota intestinale potrebbe addirittura influenzare lo sviluppo di malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson. Ma anche il diabete giovanile, malattia autoimmune che impedisce un corretto utilizzo degli zuccheri, sarebbe la conseguenza di un intestino sottosopra.
Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori del San Raffaele, che ha evidenziato come chi soffre di diabete ha la mucosa del duodeno (una parte dell’intestino tenue) infiammata e la flora batterica alterata.
Come vedi, le ricerche confermano che, se l’intestino lavora bene, si dispone di una sorta di polizza per la salute di tutto il corpo. Ecco perché devi prenderti cura del suo benessere. Il modo migliore? Identificare le cause dei disturbi più frequenti e mettere in pratica subito i rimedi dei nostri esperti. Scoprili qui.
SE SOFFRI DI DIARREA, ATTENTA AL LATTOSIO
A volte la diarrea è solo l’effetto di qualche stravizio a tavola e si risolve da sola, dopo 1 o 2 scariche: «Ma quando si manifesta sempre, una o due ore dopo aver consumato latte, formaggi freschi, gelati o panna, potrebbe essere la spia di un’intolleranza al lattosio, eventualità più probabile se hai anche nausea, doloretti e gonfiori addominali», spiega il professor Silvio Danese, responsabile del Centro per le malattie infiammatorie croniche intestinali di Humanitas a Milano.
«Questo problema è legato a una carenza di lattasi, l’enzima con cui l’organismo scinde il lattosio perché sia digerito». Temi di soffrirne? Parlane con il tuo medico:
«Può prescriverti il Breath Test, esame che dosa l’idrogeno del tuo respiro dopo il consumo di lattosio. Se alto, l’esito è positivo», chiarisce l’esperto. Le cure sono tutte dietetiche: «Occorre eliminare il latte vaccino e sostituirlo con quello delattosato o vegetale.
Vietati i formaggi, a eccezione del parmigiano che deve essere invecchiato 36 mesi», suggerisce il dottor Marcello Mandatori, docente di nutrizione olistica all’Università Tor Vergata di Roma.
«Se nonostante questi accorgimenti rimani preda della diarrea, puoi ricorrere al rimedio omeopatico Magnesia Muriatica 9 Ch. Le dosi: 3 globuli ogni 10-15 minuti finché l’intestino non si regolarizza», continua Mandatori
STIPSI: PROVA LA PATATA CRUDA GRATTUGIATA
Non vai in bagno regolarmente e passano anche 2-3 giorni prima che il tuo intestino riesca a scaricarsi con fatica.
«Probabilmente la stipsi è dovuta a un ridotto consumo di fibre e liquidi, che danno alle feci la giusta consistenza per transitare nell’intestino ed essere espulse con facilità. Ma anche la sedentarietà è chiamata in causa perché l’attività stimola la motilità intestinale», chiarisce Danesi.
«Per dare la sveglia all’intestino bevi almeno un litro di acqua al giorno e consuma cereali integrali e verdure ricche di fibre come cavoli, carciofi, cime di rapa, legumi, zucca e zucchine e sedano. Da condire con un cucchiaino di olio di semi di lino: emolliente, facilita il passaggio delle feci», consiglia Mandatori.
Sono consigliati anche un paio di kiwi, soprattutto a colazione: «Contengono sorbitolo, fruttosio e mannitolo, zuccheri che richiamano acqua nell’intestino, agendo da lassativo naturale.
Mentre a cena, un paio di volte alla settimana, mangia una patata cruda grattugiata, con olio extra vergine d’oliva: migliora la peristalsi intestinale, combattendo la stipsi».
Inoltre, datti una mossa: «Cammina per almeno 20-30 minuti al giorno a passo sostenuto e, mentre lo fai, ogni tanto cerca di contrarre i muscoli dell’addome. Ti aiuterà a mantenerli tonici, un aspetto importante poiché sono responsabili della spinta necessaria all’evacuazione», continua il medico nutrizionista.
«Se tutti questi interventi non sono sufficienti, assumi 30 ml di gel di succo d’aloe vera ogni sera (ammorbidisce il contenuto intestinale), o degli integratori a base di semi di psillio: ricchi di mucillagini, agiscono da lassativi “dolci”.
In alternativa, utilizza dei rimedi omeopatici: alumina 9 Ch o nux vomica 9 Ch, 3 globuli la sera. Se invece le tue feci sono dure e forma di piccole sfere, prova magnesia muriatica 9 Ch, 4 globuli la sera», specifica Mandatori.
COLON IRRITABILE CALMALO CON ANICE E GRANULI DI COLOCYNTIS
«Se l’intestino alterna periodi di diarrea ad altri di stipsi potresti soffrire di sindrome del colon irritabile. Più probabile se hai anche doloretti cronici alla pancia, soprattutto intorno all’ombelico, e un gonfiore irriducibile», spiega il professor Danese. «Questo disturbo è legato a un’alterazione della funzione dell’intestino.
Per colpa di alcuni cibi, stress, ansia e colpi di freddo, si muove in modo troppo lento o accelerato, mandando in tilt anche l’equilibrio della flora batterica.
La soluzione? «Se prevale la stipsi, puoi ricorrere agli integratori a base di fibre insolubili, come l’ispagula, che hanno un blando effetto lassativo.
Quando invece primeggia la diarrea, largo ai probiotici, che aiutano a ripristinare il microbiota intestinale e le sue funzioni», consiglia il gastroenterologo.
«Scegli prodotti che abbiano almeno un dosaggio di 5 miliardi di microrganismi protettivi (per superare la barriera acida dello stomaco) e che contengano più ceppi di batteri amici», puntualizza Mandatori.
«Inoltre, controlla che siano privi di lattosio o potassio sorbato, che possono far peggiorare i tuoi disturbi, e assumili per almeno un mese di fila». Se il problema è accompagnato da spasmi e gonfiori concediti una tisana composta da parti uguali di semi di finocchio e di anice, malva e melissa:
«Lascia sobbollire un cucchiaio in 200 ml di acqua bollente per 5 minuti, fai riposare per altri 10, filtra e bevine una tazza dopo i pasti.
Per combattere i dolori addominali puoi ricorrere anche a un rimedio omeopatico su misura: Colocynthis 9 Ch. Le dosi: 3 globuli ogni 10 minuti finché gli spasmi non scompaiono».
SE HAI LA PANCIA GNDIA RIDUCI ZUCCHERI E LEGUMI
Il gonfiore, da solo, può essere la spia del meteorismo, cioè di un’eccessiva produzione di gas intestinali. Le colpe: «Troppi zuccheri o alimenti come fagioli, cipolle, castagne, broccoli e cavolfiori, che incrementano la fermentazione messa in atto dalla flora batterica».
La medicina per evitare problemi? «Non consumare più di 3 porzioni settimanali degli ortaggi a rischio. Inoltre, dolcifica le bevande con sciroppo d’acero o di agave, considera i dolci come uno strappo alla regola e consuma la frutta come spezzafame e non a fine pasto, così fermenta meno», consiglia Mandatori.
Infine, usa cautela con i legumi: piselli, fave, fagioli e & Co. sono ricchi di cellulosa, fibra ideale per la fermentazione. Se proprio ti piacciono, mangia quelli decorticati, meglio se a cena: durante il sonno il transito intestinale è più graduale e si ha una produzione inferiore di gas.
Quindi, dopo il pasto concediti una tisana composta da malva, verbena e camomilla (1 cucchiaio in infusione in 200 ml di acqua bollente per 10 minuti).
In alternativa, puoi provare una tazzina di decotto ottenuto facendo sobbollire per 5 minuti in 200 ml di acqua 8 g di semi di finocchio, 5 g di salvia, 10 foglie di alloro e 5 g di origano. Se vuoi, puoi ricorrere anche a due rimedi omeopatici specifici: China 9 Ch o Carbo Vegetalis 9 Ch. Le dosi: 5 granuli al bisogno».
DOLORI AL FIANCO SINISTRO? CONSUMA PIÙ FIBRE
Hai fitte e spasmi ricorrenti che si fanno sentire esclusivamente sul fianco sinistro? Il tuo problema potrebbe dipendere dai diverticoli.
«Sono piccole tasche che si formano sulle pareti del colon, soprattutto del sigma», spiega Danese. «Non danno problemi ma, quando si infiammano, possono causare dolori e scatenare una diverticolite.
Il segreto per evitarla esiste: consumare almeno 20 g di fibre al giorno. Largo allora a mele, pere, lamponi o prugne secche. Ma anche a cereali come orzo, farro, miglio e grano intero, riso e pasta integrale.
Da limitare la carne rossa e, se possibile, gli antinfiammatori non steroidei, perché sono irritanti», consiglia il gastroenterologo.
«È utile aggiungere ai piatti alcune spezie che hanno un’azione disinfettante sulle mucose intestinali, come alloro, santoreggia, maggiorana, noce moscata e chiodi di garofano. Vietati invece pepe e peperoncino», specifica Mandatori.
Per prevenire l’infiammazione sì a una tisana di cannella (mezza cannuccia in infusione in una tazza di acqua bollente per 10 minuti, da bere a metà mattina e metà pomeriggio) e ai probiotici: «Formano una sorta di pellicola che riveste le mucose dei diverticoli, proteggendoli», continua.
«Ma se i dolori al fianco sono molto intensi e c’è anche qualche linea di febbre, tutti segnali di un’infezione, le norme dietetiche non bastano più.
Occorre rivolgersi al medico perché c’è bisogno di cure mirate: antinfiammatori specifici come la mesalazina, o antibiotici a rilascio intestinale come la rifaximina».
1 Colon
Se è “irritabile”, perde la sua funzione naturale, accelerando o rallentando il transito dei cibi. Nel primo caso non assorbe a sufficienza l’acqua contenuta negli alimenti, producendo feci troppo liquide.
Nel secondo, la assimila in modo eccessivo, facendo diventare i tuoi “materiali di scarto” duri e difficili da evacuare. Un transito troppo lento della massa fecale nel colon è anche alla base della stipsi legata alle cattive
abitudini.
2 Intestino tenue
Provvede a scomporre gli alimenti affinché possano essere assorbiti. In caso di intolleranza al lattosio, non riesce a digerire questo zucchero che richiama acqua nel lume intestinale, funzionando proprio come un lassativo. Risultato? Ti ritrovi con la diarrea.
3 Flora batterica
Sono più di 300 le specie di germi protettivi presenti nel colon, con la funzione di difenderlo dalle infezioni, ma anche di fermentare ciò che non hai digerito, processo durante il quale si producono gas.
Se l’alimentazione è troppo ricca di zuccheri o di vegetali facilmente fermentabili, il transito intestinale diventa troppo lento o accelerato.
Se assumi antibiotici, l’equilibrio della flora viene alterato. Così, la quantità di gas si innalza e la pancia si gonfia come un palloncino. A quel punto, anche l’attività dell’intestino può risultare alterata.
4 Appendice
Protegge l’intestino dalle infezioni ma ha un calibro estremamente ridotto. Proprio per questa ragione può ostruirsi per colpa della presenza di muco o a causa di parassiti intestinali che rimangono intrappolati al suo interno. A quel punto, la flora diventa virulenta, favorendo un’infiammazione locale che può evolvere in infezione
5 Sigma
Sono gli ultimi 45 centimetri del colon e hanno la funzione di permettere il passaggio delle feci verso il retto, da cui vengono poi espulse all’esterno.
È anche l’area dove si concentrano i diverticoli perché è proprio qui che durante l’evacuazione le feci esercitano una pressione maggiore, facilitandone la formazione.
È APPENDICITE? SCOPRILO COSI!
Non sottovalutare un dolore alla parte destra dell’inguine, soprattutto se si fa più acuto premendo la pancia, si irradia alla gamba oppure è associato a nausea, vomito e qualche linea di febbre. Potrebbe segnalare un’appendicite, infiammazione dell’ultimo tratto dell’intestino. Che fare?
«Consulta rapidamente il tuo medico e, nell’attesa, applica una borsa del ghiaccio sulla pancia. Per attenuare il dolore puoi assumere, ogni ora, 5 globuli del rimedio omeopatico Ignatia 9 Ch,», spiega il dottor Marcello Mandatori, medico esperto in nutrizione olistica a Roma.
«Se l’infiammazione non è acuta, il medico prescrive degli antibiotici capaci di ridurla. Quando invece l’addome è teso e duro, può decidere per il ricovero e la rimozione chirurgica dell’appendice, prima che dia il via a rischiose complicanze, come una peritonite».
Articolo pubblicato sul n.9 di Starbene inedicola dal 14/02/2017