Evitare le bufale e le delusioni si può, con un po’ di attenzione
Come si fa, nella giungla del web, a non incappare in falsi terapeuti? «Attualmente non esistono norme su questo genere di servizio, non sono richiesti corsi specifici, diplomi o licenze da pubblicare sul proprio sito», avverte Davide Algeri. «Quindi l’unico modo per capire che si ha davanti un professionista serio è conoscerlo».
Per prima cosa cercando il suo nome sull’albo nazionale degli psicologi (lo trovi su psy.it), poi leggendo il suo curriculum che dovrebbe essere sempre pubblicato sul sito e verificando le esperienze fatte, le pubblicazioni e gli anni di esercizio della professione: meglio che siano almeno tre.
«Per farlo bastano dei controlli incrociati sul web o una telefonata all’Ordine regionale», continua l’esperto. «Al primo contatto, poi, bisogna controllare che si tratti di una persona esperta, non impacciata, abituata a lavorare in video e a guardare negli occhi l’interlocutore, che si trovi in un contesto professionale e che conduca la seduta proprio come se si trovasse in studio, non da una cucina o da un ambiente troppo “casalingo”».
«La webcam si presta perfettamente a un primo colloquio conoscitivo: il paziente può semplicemente provare e capire chi ha davanti», aggiunge Attorre. «Non solo. Nella prima seduta, in cui parlerà solo superficialmente dei propri problemi, potrà anche valutare l’approccio del terapeuta, chiedere informazioni sul metodo usato e capire se la persona che ha davanti gli piace, lo fa stare bene».