A tutti capita di dover affrontare una brutta notizia. E ci sono soltanto due modi per destreggiarsi in situazioni potenzialmente negative: con il segno + o con il segno -. C’è chi dice che è meglio pensare negativo, per prepararsi al peggio. Ma siamo davvero sicuri che sia il sistema giusto?
Dai peso alle emozioni
Sappiamo dalla Pnei (psico neuro endocrinoimmunologia), dalla Psicologia positiva (scienza che studia come utilizzare la mente per vivere meglio) e dalla Pnl (programmazione neuro linguistica) che ogni pensiero genera immagini; le immagini evocano emozioni, che sono ricordi di quelle già provate e le emozioni influenzano il funzionamento di tutto il nostro organismo.
Un esempio: se ripensi a quel collega maleducato che sembra ti voglia ostacolare ogni giorno e con cui hai discusso da poco, ti sale la tensione, vero? E non solo a livello mentale, ma anche fisico (probabilmente senti una certa rigidità ai muscoli delle braccia e delle spalle). Ecco la prova che pensare a una determinata situazione (vale per quelle vissute nel passato, ma anche per quelle immaginate nel futuro) influisce decisamente sul nostro stato psico-fisico.
Mantieni la lucidità
Ma in che stato dobbiamo essere per affrontare una notizia potenzialmente brutta? In uno stato di lucidità e di fiducia oppure uno stato di allerta, rabbia e diffidenza? Siamo esseri umani, i nostri neuroni specchio ci fanno entrare in connessione con gli altri e capire cosa provano attraverso il linguaggio non verbale.
Quindi, se dopo aver pensato negativamente per ore ci poniamo di fronte a un’altra persona, è molto probabile che la nostra diffidenza e tensione le arrivino, influenzando la comunicazione fra noi. Al contrario, se siamo in uno stato d’animo lucido, calmo e fiducioso, possiamo affrontare una potenziale brutta notizia nel migliore dei modi.
Visualizza il meglio
Pensare positivo non significa ripetersi meccanicamente “andrà tutto bene”, ma riflettere su come vogliamo che vadano le cose e su quali sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere. E poi agire. Se riusciamo a visualizzare la situazione in cui siamo tranquilli, le possibilità di restare tali aumentano. Per affrontare una circostanza che genera ansia, quindi, è meglio scegliere a priori che tipo di postura e di espressione facciale tenere e di come sarà il nostro respiro (quelli che ci fanno stare tranquilli, ovviamente).
Parla in modo efficace
In uno stato interno negativo il cervello funziona peggio, così come la nostra comunicazione. Perché se non si riescono a cogliere i segnali importanti di un dialogo, non si riesce a interagire con l’altro in modo autentico, né a fare domande di approfondimento rispetto a ciò che abbiamo sentito.
C’è un’enorme differenza tra sentire e ascoltare. E purtroppo molte persone, in uno stato emotivo non adeguato, ascoltano per rispondere e non per capire. E interpretano la realtà reagendo sempre nello stesso modo.
Ci sono anche delle domande che puoi tenere a mente per migliorare la relazione con l’altro. Per esempio, “Cosa intendi per…” oppure “Vorrei che mi spiegassi meglio…” le cui risposte ci permettono di capire e decidere sul momento come agire, e non più come reagire agli eventi.
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Articolo pubblicato sul n. 45 di Starbene in edicola dal 23/10/2018