Tutti noi stiamo vivendo una situazione di forte stress causata dalla pandemia da Coronavirus. E ognuno di noi, a fasi alterne, è entrato in contatto con la paura, vera protagonista dell’altalena emotiva che sta riempiendo le nostre giornate. Sommersi da notizie allarmanti e numeri catastrofici, può darsi che ci si lasci vincere dallo sconforto e dall’ansia.
«Ognuno di noi ha una flessibilità cognitiva diversa: non tutti infatti reagiamo allo stesso modo alle difficoltà», afferma Antonio Malgaroli, psichiatra e professore ordinario della facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. «Chi ha un atteggiamento ottimista verso gli imprevisti, ha maggiori probabilità di far fronte a questa situazione in modo più adeguato. Ma è importante sapere che tutti, con un po’ di attenzione, possiamo sviluppare efficaci strategie di adattamento».
Tutto parte dal corpo
Il primo passo da compiere è riconoscere di essere sotto stress. «Spesso di fronte alle emozioni negative siamo portati a sottovalutarne la portata o a evitarle», continua lo psichiatra. «È essenziale invece imparare a individuarle, per poi riuscire a modularle. Innanzitutto è necessario mettere a fuoco che le emozioni si iscrivono nel corpo.
Quando abbiamo paura, entriamo in uno stato di sovraeccitazione e, come tutti i mammiferi superiori, se veniamo presi dal panico, predisponiamo il nostro organismo alla fuga (o, se costretti, all’attacco). I nostri muscoli allora si irrigidiscono, i nostri sensi (l’olfatto, l’udito, la vista) si acuiscono, il nostro battito cardiaco aumenta, la pressione sanguigna sale e il nostro sistema nervoso libera due ormoni, l’adrenalina e la noradrenalina, e neuropeptidi, molecole rilasciate dal sistema simpatico che agiscono sulla muscolatura liscia dei bronchi, dilatandoli per far arrivare più ossigeno ai polmoni. In questo modo, aumentando l’ossigenazione, sale anche il livello di CO2 e il nostro respiro diventa affannoso e l’ansia cresce.
Considerato che uno dei sintomi del Covid 19 è proprio la dispnea, cioè la mancanza d’aria, ecco allora la possibilità che la paura possa facilmente innescare in noi proprio quelle reazioni fisiologiche che temiamo di più. Ed è ovvio che da una simile risposta del nostro organismo arrivi una cascata di pensieri negativi (“sono stato contagiato”, “andrò in ospedale” e via dicendo) che a quel punto facciamo fatica a tenere a bada. Ecco perché comprendere cosa sta succedendo nel nostro corpo ci aiuta a modulare la risposta emotiva».
In pratica, se avremo imparato a riconoscere i sintomi dell’ansia, saremo in grado di gestire anche le emozioni correlate per tenerla meglio sotto controllo.
A scuola di ottimismo
Oltre a riconoscere e modulare le emozioni negative, possiamo anche indirizzare la nostra mente a reagire in modo creativo e costruttivo alle situazioni avverse.
«Martin Seligman, il fondatore della psicologia positiva, sostiene che ognuno di noi può sviluppare una strategia di self-efficacy per reagire ai tanti imprevisti della vita. Nello specifico, ognuno di noi di fronte a una circostanza difficile può imboccare due strade», spiega Patrizia Vaccaro, psicoterapeuta responsabile dello studio clinico San Giorgio a Milano.
«La prima è la tipica risposta delle persone ottimiste. Per esempio: “Questo confinamento domestico non durerà per sempre, è un evento al di fuori del mio controllo, riuscirò comunque a far fronte alla situazione”. Al contrario, i pessimisti di fronte a un evento negativo tendono a utilizzare il tipico stile attributivo: “Non finirà mai, sarò tra i più colpiti da questa catastrofe, non riesco a vedere vie d’uscita”. È però proprio l’atteggiamento verso quello che ci accade che condiziona le nostre emozioni (e quindi le nostre azioni) verso l’esperienza stessa, determinando anche la possibilità di uscirne bene oppure rimanerne vittima».
L’aerobica delle emozioni
«Un atteggiamento positivo verso la realtà può essere determinato anche in modo “meccanico”», suggerisce Antonio Malgaroli.
«Gli esperimenti di Robert Soussignan suggeriscono che per indurre un’emozione si possa anche solo simularla (la teoria del feedback facciale). Per esempio, lo studioso francese ha verificato che chiedendo ad alcune persone di “fare finta di essere felici”, magari anche solo sorridendo forzatamente, il loro umore cambiava realmente in meglio.
Inoltre, sono in fase di sviluppo dei sistemi ingegneristici innovativi che, “copiando” le risposte corporee, sono in grado di influenzare le nostre emozioni. È stato recentemente testato un apparecchio meccanico che pulsa ed emana calore come il nostro cuore: tenendolo in mano, si ha l’impressione di ascoltare il proprio battito cardiaco. Al variare della frequenza ed energia di contrazione, si provano quindi sensazioni ed emozioni diverse: per esempio, se batte lentamente, ci farà provare un senso di pace e felicità».
È dunque possibile esercitarci alla gioia, anche se può sembrare un’attività artificiale. E se è vero che l’appetito vien mangiando, la felicità può arrivare sorridendo. È solo una questione di allenamento.
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«Mettiti davanti allo specchio, chiudi gli occhi per qualche secondo, pensa a un ricordo o a un’esperienza piacevole, poi aprili e comincia a sorridere alla persona che vedi riflessa», consiglia la psicoterapeuta Patrizia Vaccaro.
«Magari ti verrà da ridere, oppure il tuo sorriso sarà contratto o innaturale. Non importa. Mantieni il sorriso per qualche secondo, poi richiudi gli occhi. Ripeti l’esercizio per una decina di volte. E poi mettiti in ascolto delle tue emozioni».
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Articolo pubblicato sul n. 17 di Starbene, in edicola e nella app dal 21 aprile 2020