Brufoli e acne, la skincare giusta per liberarsene

Nella cura della pelle impura, niente è lasciato al caso. Tanto meno i gesti beauty: da come ti lavi il viso o dai prodotti che usi dipende la soluzione del tuo problema. Parola d’esperta




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di Beatrice Serra


Lo stile di vita ci assicura una carnagione sana e luminosa. E una beauty routine corretta è un cardine fondamentale per liberarti da brufoli e punti neri, aggiunge la dermatologa Ines Mordente«Su 100 diagnosi che faccio negli studi di Napoli, Roma e Milano 70 riguardano l’acne» ci dice. Nel suo libro #AcneRevolution, appena uscito per Sperling & Kupfer, introduce un passaggio importante: questo problema non si risolve solo negli studi medici ma anche con precise abitudini di skincare. Le stesse che, se praticate con regolarità, evitano di trasformare le pelli grasse in acneiche. 


Dottoressa Mordente, lei sostiene che la consapevolezza è la prima arma per contrastare le impurità…

Certo. Conoscere il nostro tipo di pelle permette di compiere le scelte giuste in fatto di creme & Co. e make up, quindi argina se non previene i problemi. Un esempio calzante è l’adolescenza, il momento in cui ci si affaccia al mondo del beauty: a tredici, quattordici anni le ragazze che hanno i primi segni di pelle mista o grassa – unta, con pori dilatati, non molto elastica quando si muove la bocca – dovrebbero smettere subito di usare latte detergente, creme idratanti, protezioni solari pesanti, oli di vario genere, tutti prodotti che tendono a far produrre ancora più sebo. Mentre è sbagliato dire alle nostre figlie di non truccarsi: possono mettersi fondotinta, cipria, fard ma tutti rigorosamente oil free, a effetto mat control.


Per evitare che i pasticci delle adolescenti si vedano sul loro viso, che fare?

Portarle dal dermatologo. Solo lo specialista può fare una corretta diagnosi, individuare eventuali criticità e prescrivere i cosmetici adeguati. Il fai da te se c’è una tendenza acneica non funziona, e prima s’interviene meglio è. Anche perché la terapia (e la prevenzione) è fatta di diversi presidi, di cure a casa come dal medico, di farmaci nei casi più ribelli.


A grandi linee, la skin routine cosa prevede?

Il consiglio del dermatologo è essenziale, ma lo è ancora di più mettere in pratica uno schema d’uso preciso. Quindi, mattina e sera acqua micellare per togliere lo sporco; poi, si passa su tutto il viso un tonico analcolico astringente (no a quelli alcolici che infiammano ancora di più) e si aspetta due-tre minuti in modo che il prodotto abbia svolto la sua azione di restringimento dei pori; infine, si lava il volto con un detergente sebo regolatore (attenzione a non passarlo intorno agli occhi o sulle labbra), per esempio a base di aloe vera, acido mandelico ed estratto di zenzero, per eliminare i residui delle pulizie precedenti. Per risciacquarlo, è meglio usare acqua fredda e asciugarsi con un telo di cotone, i migliori sono a nido d’ape e di colore bianco. Come finale, si procede col trattamento vero e proprio, che cambia a seconda delle stagioni.


Adesso, che prodotti suggerisce?

Ci stiamo affacciando all’estate, perciò va benissimo massaggiare sul viso prima un siero alla vitamina C o multivitaminico, che potenzia il microbioma cutaneo e rende la pelle meno suscettibile all’azione infiammatoria del sole; dopo, una crema sebo regolatrice, per esempio a base di nicotinamide o acido 18-beta-glicirretico. Va messa (nella quantità di una lenticchia) su guance e fronte, le zone più colpite dall’acne, mentre il contorno occhi richiede un prodotto specifico. Segue (sempre) qualche spruzzo di acqua termale che, ricca di sali minerali, aiuta a mantenere l’equilibrio e l’idratazione naturale dell’epidermide. Da maggio in poi, si finisce con la protezione solare, meglio in spray dalla consistenza leggera (da rinnovare ogni due ore, se si sta al sole): ha un tocco secco che occlude meno i pori.


E la sera che facciamo?

La stessa detersione del mattino e crema contorno occhi. Per il resto, nella bella stagione suddividerei così la settimana, alternando i prodotti: tre sere, la solita crema sebo regolatrice; due volte alla settimana, facciamo uno scrub che ha un’azione esfoliante e una maschera (a base di caolino e argilla, con pantenolo, attivo lenitivo) che attira il sebo in eccesso e mantiene sotto controllo la lucidità cutanea; le altre due sere usiamo un idratante lenitivo leggero (a base di aloe vera, ottimo), per bilanciare l’effetto secchezza-irritazione che possono dare le creme antibrufoli.


Se la pelle si arrossa e si desquama, come bisogna comportarsi?

Acqua termale a volontà, è un elisir contro la secchezza. Se non basta, bisogna lavarsi il viso solo con acqua e sospendere i sebo regolatori per tre-quattro giorni. Il loro posto lo prendono gli idratanti leggeri. Quando l’epidermide ha recuperato elasticità, si riparte come al solito.


Basta la cosmetica contro i brufoli?

Non si guarisce dall’acne soltanto con la beauty routine ma lo stesso vale se si ricorre solo ai trattamenti dal dermatologo o ai farmaci. Una vera cura prevede sia terapie a casa sia peeling negli studi medici. Quelli che danno migliori risultati sono multiacidi (glicolico, mandelico e salicilico): in forma liquida e mixati, aumentano di tre volte la loro potenza purificante, che ossigena la pelle, chiude i pori dilatati, migliora la texture. Questi cocktail (è sempre bene prenotare una pulizia del viso in istituto qualche giorno prima) vanno fatti esclusivamente dal medico estetico ogni tre-quattro mesi e si sospendono da maggio in avanti in quanto sono fotosensibilizzanti. L’unico peeling ammesso è a base di acido acetilsalicilico, neutrale rispetto al sole.


Se dopo le cure la pelle è ancora segnata?

Per riempire i buchetti sul viso, nella stessa seduta, si fa seguire al peeling una biostimolazione multivitaminica e con acido iarulonico a basso peso molecolare, in modo che la cute, asciugata dal peeling, venga stimolata ad autoripararsi. Un’altra soluzione, più strong, è il needling: passando il rullo con gli aghi sulla pelle, questa reagisce creando nuove cellule che tendono a tappare i buchi. Poi, ci sono i laser ablativi: tolgono cicatrici e macchie, ma per farli il paziente deve essere perfettamente guarito perché il laser è un induttore di acne.


Ma dall’acne si guarisce?

Sì, e in media ci vogliono da sei mesi a un anno. Dipende dal tipo di acne e dalla risposta terapeutica di ognuno. Tenendo conto che si può guarire dall’acne ma non dalla pelle grassa. Questa va vigilata con controlli regolari e una skincare giusta per tutta la vita.


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IL CONCENTRATO

Se si mette giorno e sera, questo booster con attivo estratto dai semi di cardo mariano riduce punti neri e pori dilatati. Cleanance Comedomed di Avène (21 €, avene.it).

IL DETERGENTE

Per purificare a fondo la pelle grassa senza seccarla: il gel detergente Pure di Becos che, a contatto con l’acqua, si trasforma  in un leggero olio (26 €, becos.it).

IL TRATTAMENTO

Da riservare solo alla sera, il trattamento Primak Med Gel Trattamento, che agisce sullo squilibrio del microbiota cutaneo responsabile dell’acne. (26 €, giulianipharma.com).

LA MASCHERA

Salvia, argilla verde e vinolevure sono gli ingredienti sgrassanti e fortificanti di Vinopure Masque Purifiant di Caudalie (22,90 €, caudalie.com).

IL SIERO

È un mix di un complesso di acidi (salicilico e glicolico) e di probiotici, utile a esfoliare e uniformare la grana della pelle. Normaderm Probio-Bha Serum di Vichy (33,49 €, vichy.it).

IL TONICO

Ha un’azione sebo normalizzante il nuovo tonico a base di acido salicilico, mandelico e niacinamide. Acnestil Micropeeling di Rilastil (24,90 €, rilastil.com).

L'IDRATANTE

La crema-giorno idratante che lascia la pelle morbida ma opacizzata: My Clarins Re-Boost, con frutta e piante (25 €, clarins.it).


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