La tiroide, quella piccola ghiandola a forma di farfalla nascosta alla base del collo, è il motore del nostro metabolismo. È molto delicata e regolata da meccanismi sottili. Sotto stress, può cominciare a rallentare il suo lavoro. Il primo campanello d'allarme: l'aumento di peso. Quando inizia a impigrirsi, bisogna attivarsi per stimolarla e rimetterla al passo. Il primo aiuto per dare sprint alla tiroide pigra viene dalla dieta: vanno quindi preferiti i cibi che stimolano la tiroide, quindi quelli ricchi di iodio, ferro, selenio e zinco. Va invece ridotto il consumo di alimenti la tengono a freno, come i latticini, le crucifere, le rape, la soia.
Ecco cosa mangiare e cosa evitare in caso di tiroide pigra.
I CIBI SÌ
- Salmone selvaggio e pesce azzurro fresco (alici, sarde, sgombro, merluzzo). Apportano iodio, che la tiroide utilizza per fabbricare i suoi ormoni.
- Cozze, vongole, ostriche, frutti di mare, gamberi, gamberetti. Oltre allo iodio, sono una fonte naturale di zinco, oligoelemento costituente gli ormoni tiroidei.
- Noci brasiliane. Sono ricche di selenio, oligoelemento che catalizza le reazioni enzimatiche della tiroide. Ne bastano due al giorno per assicurarsi quei 200 mcg di selenio utili a farla funzionare bene.
- Mandorle e latte di mandorle. Apportano un aminoacido, la tirosina: forma le proteine e viene usata dalla tiroide per fare l’ormone tiroxina.
- Altri cibi ricchi? Banane, legumi, avocado, semi.
I CIBI NO
- Cavoli, broccoli, verze, rape, cavolini di Bruxelles. Contengono sostanze “gozzigene” (isotiocianati), capaci di ostacolare l’assorbimento dello iodio da parte della tiroide.
- Thé verde. È ricco di fluoro, che interferisce con i recettori per il TSH a livello della tiroide che, “sorda” ai comandi, diventa pigra.
- Soia. Gli isoflavoni (cioè i fitormoni) che apporta, come la genisteina e la daidzeina, riducono la sintesi di ormoni tiroidei.
- Latticini. Contengono calcio, antagonista dello iodio, riducendone l’assorbimento. Inoltre la caseina causa “mimetismo molecolare”, meccanismo all’origine dei disordini autoimmuni.
A TAVOLA CON IL PROFUMO DI MARE
Consuma regolarmente le alghe, 2-3 volte alla settimana. Sono uno scrigno verde di iodio, il cui fabbisogno è di almeno 150 mcg al giorno. Ecco quelle più ricche.
Alghe Kombu (265.000 mcg/100 g)
Originarie del Giappone, si usano nelle insalate e nelle zuppe di legumi, che rende più teneri e gustosi.
Alghe Arame (71.000 mcg /100 g)
Note come “tagliatelle di mare”, si sposano con erbette (o spinaci), cipolle, finocchi e carote a julienne, condite con limone, semi di sesamo, olio evo e salsa Tamari.
Alghe Hijiki (39.000 mcg/100 g)
Versatili e saporite, sono ok nelle insalate. Da provare orzo o farro integrale, gamberetti, prezzemolo, pomodorini e alghe Hijiki.
Alghe Wakame (16.000 mcg/100 g)
Come le Kombu, le alghe Wakame entrano nelle ricette di minestroni e zuppe di legumi, che rendono teneri. Ottime anche nella insalatone.
LEGGI ANCHE: Tiroide pigra: sintomi, esami da fare, come stimolarla
Fai la tua domanda ai nostri esperti
Articolo pubblicato sul n. 6 di Starbene in edicola e nella app dal 18 maggio 2021