Le cause di questa “epidemia”, secondo i ricercatori, sono diverse: inquinamento dell’aria, uso di pesticidi che finiscono nelle falde acquifere o rimangono su frutta e verdura, ritmi di vita stressanti.
«Anche una dieta ricca di cibi preparati con ingredienti raffinati o contenenti conservanti e coloranti può predisporre a intolleranze o allergie», spiega il dottor Gian Paolo Baruzzi, medico nutrizionista, esperto in medicina naturale e autore, insieme a Liana Zorzi, del libro Intolleranze alimentari (Demetra Edizioni, 9,90 €). «Altrettanto può verificarsi se c’è uno squilibrio della flora batterica o se stomaco e intestino non funzionano bene».
L’abuso di alcuni alimenti scatena l’infiammazione
Alle suddette cause si aggiunge il fatto che la nostra alimentazione non sempre è equilibrata. Se si eccede nel consumo di determinati cibi (come formaggi e latticini, pane e lievitati eccetera) nell’organismo si verifica un sovraccarico e scatta l’allarme.
Si attivano quindi le immunoglobuline di tipo G (IgG), ossia anticorpi specifici contro una determinata sostanza, e il sistema immunitario scatena come risposta la produzione di citochine, sostanze infiammatorie che vanno a colpire diversi organi. Con l’insorgere di disturbi di varia natura: dai dolori e gonfiori addominali al mal di testa, fino alla stanchezza.
Non confonderle con le allergie
Spesso si fa confusione tra allergia e intolleranza, anche perché i sintomi, in molti casi, sono simili. Vediamo le differenze.
↘ Allergie
Causano la produzione di anticorpi IgE (cosa che non avviene nelle intolleranze) e provocano reazioni immediate e intense, che possono arrivare fino allo shock anafilattico.
«Tali manifestazioni violente ed esplosive sono interpretate oggi, in base agli studi più recenti, come un eccesso di difesa da parte del sistema immunitario piuttosto che come un “difetto” di funzionamento dell’organismo, come si pensava in passato. E, affinché si scatenino, è sufficiente il semplice contatto con la sostanza», spiega il dottor Gian Paolo Baruzzi. Per sapere se si è allergici a un dato alimento vanno misurate le IgE specifiche per quella sostanza (Rast Test).
↘ Intolleranze alimentari
Il sistema immunitario produce solo anticorpi IgG e i sintomi sono dose-dipendente: la loro intensità è direttamente proporzionale alla quantità di cibo non tollerato ingerito e possono manifestarsi da 1 a 36 ore dopo aver mangiato. Per questo è spesso difficile collegare i disturbi a un alimento specifico.
↘ Intolleranze genetiche
Sono dovute alla carenza o alla mancanza genetica di un enzima per la digestione di un alimento, come la lattasi nel caso del lattosio. Si presentano con sintomi prevalentemente intestinali. La diagnosi può essere fatta con indagini di laboratorio o con esami genetici specifici.
↘ Cure diverse
Nei casi di allergia occorre evitare del tutto il cibo che scatena i sintomi. Nelle intolleranze genetiche, in certi casi (come in quella al lattosio) basta limitarne l'assunzione. Per le altre "reazioni avverse” servono invece terapie mirate.
Quando serve il medico
Se la dieta a rotazione non ha dato i risultati sperati, potresti essere intollerante anche ad altre sostanze o avere un’allergia dai sintomi ancora lievi.
Chiedi allora il parere di uno specialista (allergologo, nutrizionista, gastroenterologo), che può prescriverti dei test per individuare le allergie (prick, patch e rast test) oppure le intolleranze (ricerca di IGg specifiche) e una dieta di esclusione che consiste nell’eliminare per diverso tempo gli alimenti sospetti.
Quando si intraprende un regime di questo tipo, anche per un solo alimento o gruppo alimentare (latte e derivati, cereali, legumi o ancora frutta o ortaggi...), il “fai da te” non è infatti consigliabile, perché occorre seguire precise indicazioni per assicurare un adeguato apporto di calorie e di nutrienti.
Una sola cura per la celiachia
«La malattia celiaca è un’infiammazione cronica dell'intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine (una proteina presente nel grano, nel farro, nel kamut, nel bulgur, nella segale, nell’orzo e spesso nell’avena)», spiega il dottor Marco Silano, direttore dell’Unità operativa alimentazione, nutrizione e salute dell’Istituto superiore di Sanità.
«È caratterizzata da un quadro clinico variabilissimo, che va dalla diarrea profusa con marcato dimagrimento a sintomi extraintestinali, all’associazione con altre malattie autoimmuni». La celiachia può essere identificata con assoluta sicurezza attraverso la ricerca sierologica di auto-anticorpi specifici e la biopsia della mucosa duodenale.
«La dieta senza glutine è l’unica terapia disponibile e va seguita con rigore per tutta la vita, anche perché la celiachia non trattata (o trattata male) può portare a complicanze anche drammatiche come il linfoma intestinale», conclude l’esperto. Per maggiori informazioni consulta il sito celiachia.it.
Vediamo infine, con la consulenza del Gian Paolo Baruzzi, quali sono i cibi che più frequentemente possono scatenare le intolleranze alimentari e perché.
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Articolo pubblicato sul n. 16 di Starbene in edicola dal 03/04/2018