Colazione, pranzo e cena, inframmezzati da due spuntini, uno al mattino e uno al pomeriggio. È questa la suddivisione ideale del cibo nell’arco della giornata. E non pensare che rinunciare agli snack sia una buona idea per dimagrire.
Tutt’altro: 5-6 ore di “digiuno” tra i pasti principali sono troppe, non solo rischi di sederti a tavola con una fame eccessiva, ma anche di buttarti sugli alimenti più calorici. Lo hanno messo in evidenza alcuni studi dell’Imperial College di Londra.
I ricercatori britannici (grazie alla risonanza magnetica) hanno osservato il cervello di persone che avevano saltato il pranzo e hanno scoperto che la carenza di cibo, attivando le aree cerebrali legate alla ricompensa, spinge a cedere ai peccati di gola. Ben vengano, allora, gli spezzafame.
L’importante (come per tutti i pasti) è non eccedere. Lo spuntino di metà mattina e la merenda del pomeriggio dovrebbero fornire ciascuno il 5-10% delle energie giornaliere, in pratica tra 75 e 150 calorie se stai seguendo una dieta dimagrante.
È questa la quantità che ti serve per rendere al massimo al lavoro o nello studio, senza cali di attenzione o concentrazione, e per gestire bene l’appetito e resistere agli improvvisi attacchi di fame. Non solo. Gli snack contribuiscono anche alla stabilità dell’umore.
Se il digiuno si prolunga, e il livello di zuccheri nel sangue scende troppo, diminuisce la presenza di insulina (che ha il ruolo di mantenere costante la glicemia), mentre aumenta quella di adrenalina e cortisolo, i cosiddetti “ormoni dello stress” che stimolano il desiderio di mangiare, a svantaggio della linea.
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