L'annosa questione che divide disordinati e amanti dell'ordine possiede una struttura psicologica complessa. Innanzitutto è bene dire che esistono diversi tipi di disordine, così come di ordine. Se la tendenza al caos può sfociare in una sciatteria confusionaria, è altrettanto vero che comportarsi in modo eccessivamente maniacale nel fare ordine può essere una spia di un profondo bisogno di controllo.
Secondo test svolti presso l'Università di Groningen chi è disordinato sembra reagire con più prontezza, elasticità e creatività: rispetto alle persone tendenzialmente ordinate, i disordinati mostrerebbero meno ansia e più flessibilità di fronte ai cambiamenti. Alcune ricerche hanno evidenziato che sul lavoro un ambiente ordinato tenderebbe ad influenzare comportamenti legati al rispetto delle regole e del benessere, mentre il disordine costituirebbe uno stimolo per la creatività.
“Va però specificato che gli ordinati vanno distinti in 2 tipologie: i maniaci del controllo, presumibilmente tendenti a soffrire di DOC (disturbo ossessivo maniaco-compulsivo) e gli ordinati semplicemente metodici, cioè non patologici: a questi ultimi non va negato il riconoscimento di essere creativi, anzi possono esserlo malgrado alcune ricerche in campo psicologico sembrino evidenziare il contrario” – precisa il prof. Roberto Pani, docente di psicologia clinica all’Università di Bologna.
Naturalmente, si tratta di generalizzazioni a cui è bene prestare attenzione, senza riconoscersi arbitrariamente nell’uno o l’altro versante di gestire la disposizione dei propri oggetti.
Tuttavia, negli ambienti di casa è necessario distinguere il disordine che a livello visivo può sembrare caotico e che, invece, risulta è indice di interessi e passioni che si sommano, dal caos sciatto, il quale invece suggerisce un altro tipo di analisi. “Ci sono persone che ad esempio leggono riviste, lasciandole in giro per casa, magari aperte nel punto esatto di lettura; altre persone invece mangiano una banana, e lasciano la buccia sul divano, senza pensarci: sono 2 esempi che spiegano la differenza tra i due tipi di disordine. Nel secondo caso, la sensazione che ne deriva è quella di un disordine molto più profondo” – spiega lo psicoterapeuta Pani.
Una scrivania o uno studio possono sembrare disordinati all'occhio di un visitatore sconosciuto, mentre il proprietario conosce esattamente dove trovare documenti, piuttosto che i lavori da terminare o gli appunti di cui è bene ricordarsi, magari strappati da un giornale come fonte d'ispirazione: è quel che si dice “trovare ogni cosa nel proprio disordine”. “Si tratta di un disordine voluto, che una sua logica precisa che l’individuo sa riconoscere. Alcune persone sono abituate a lasciare le proprie cose in modo disordinato, appunto, come se facessero parte di un piano di sistemazione (anche mentale) coerente con la loro personalità, spesso noto solo a loro!” – continua l’esperto in psicologia.
Ben diverso è il caso di chi lascia che il disordine trionfi sommergendo qualsiasi tentativo di organizzazione. Questo tipo di disordine spesso può essere indice di una fuga nell'adolescenza: il rifiuto delle regole, vissute come una gabbia imposta, si traduce nella difficoltà a organizzarsi. Quando il disordine diventa caos, per esempio in una casa, si manifesta un lato legato all'infanzia, il volto di un bambino che chiede aiuto. “In effetti, ci sono persone che inconsapevolmente hanno bisogno del disordine perché questo diventa un pretesto per bloccarsi nella vita: è come se avessero paura di andare avanti, perché si trovano più a proprio agio nella confusione piuttosto che mettere ordine, che in psicologia diventa una metafora dell’andare avanti e realizzare un progetto” – chiarisce il Prof. Pani.
La tendenza all'essere disordinati può parlare della difficoltà a perseguire un obiettivo, atteggiamento proprio di chi inizia attività e cose diverse abbandonandole dopo poco. Se disordine significa perdere bollette importanti, lasciare scarti o involucri dei cibi in giro per casa o in auto, dimenticare pile di biancheria già asciutta in un angolo o lasciare che ciò di cui abbiamo bisogno si perda (salvo poi dover utilizzare tempo per le ricerche) è bene farsi qualche domanda. Senza cadere nello stress del tutto sotto il controllo, l'ordine, soprattutto tra le pareti domestiche, aiuta ad organizzare meglio se stessi e la famiglia, oltre a incidere positivamente sul risparmio di energie e tempo.
“Come dire, a volte il cambiamento psicologico inizia proprio dal mettere ordine tra le proprie cose, e quindi nella propria mente: è ciò che mi raccontano tutti i pazienti a prescindere dalle problematiche di fondo – conclude il Prof. Roberto Pani.