ANSIA E ANGOSCIA: QUANTO FANNO MALE
Lo stress finisce molto spesso sul banco degli imputati come responsabile di gran parte dei nostri mali. Il dottor Massimo Agnoletti, psicologo specialista in gestione dello stress, spiega perché.
Lo stress ha davvero così tante colpe?
«Quello cronico sì, perché altera la produzione di cortisolo: un eccesso di questo ormone danneggia alcune aree cerebrali dedicate al controllo degli impulsi, facilitando l’attivazione di emozioni negative. La conseguenza è l’adozione di comportamenti (fumare, bere alcolici, consumare cibo “spazzatura”) finalizzati a compensare le emozioni negative grazie al loro effetto antistress, istantaneo ma poco duraturo. Infine, lo stress prolungato è responsabile dell’invecchiamento cellulare, perché accorcia i telomeri, protettori e riparatori del Dna. Il risultato? Predisposizione a malattie cardiocircolatorie e oncologiche».
Siamo tutti stressati?
«L’American Psychologist Association ha chiarito che il 75-90% delle visite ambulatoriali effettuate dai medici è dovuto a disturbi collegati allo stress», chiarisce Agnoletti. «In Italia, il Dipartimento di studi clinici dell’Università La Sapienza di Roma ha calcolato che 7 italiani su 10 muoiono per patologie che vedono lo stress come una delle cause principali, 1 su 3 è ansioso, 12 milioni e mezzo fanno uso di ansiolitici e quasi altrettanti hanno avuto almeno un periodo depressivo durante la vita».
Che cosa ci stressa?
«Eventi acuti, come la perdita del lavoro, un lutto, la fine del matrimonio, oppure situazioni croniche: una professione che non ci piace, la sensazione di non avere tempo per le cose che vogliamo fare, i contrattempi, le preoccupazioni».
Se ne esce solo con i farmaci?
«Non necessariamente», rassicura Agnoletti. «In alternativa o in combinazione con i medicinali, che vanno presi solo in un contesto di urgenza e per un periodo limitato, spesso bastano tecniche di mental training che, apprese con l’aiuto di un professionista, possono essere utilizzate in autonomia».