Riflettere su alcune parole è il primo passo per affrontare la vita, lavorativa, affettiva, familiare, sociale, con tutte le sue varianti difficili e negative.
È la proposta del nuovissimo libro Lessico della felicità. 33 parole per vivere meglio (Baldini + Castoldi, 17 €), scritto a quattro mani da Roberto D’Incau, cacciatore di teste, coach e fondatore della società di consulenza in risorse umane Lang & Partners Younique Human Solutions, e da Laura D’Onofrio, psicologa e psicoterapeuta a indirizzo analitico e immaginativo a Milano e Monza.
I due autori lanciano una “provocatoria” strategia di self help: prima di scappare, realmente o con la mente da un problema, un’insoddisfazione, una disillusione, proviamo a capire che cosa non funziona, che cosa potremmo mutare nella nostra prospettiva o che cosa succederebbe se accogliessimo il punto di vista dell’altro. Un programma di riflessione portato avanti attraverso l’analisi di 33 parole chiave nella vita di ciascuno. L’intento? Riuscire a capire la natura della felicità, aiutandoci a essere più consapevoli della nostra vita e delle dinamiche che la governano.
Una proposta controcorrente
«Dare forfait non appena si verifica un intoppo è tipico della nostra società impulsiva, così come disinvestire energie e sentimenti da ciò e da chi non ci soddisfa più, ma che non possiamo abbandonare», constata la psicologa.
«Ma è un errore attribuire colpe solo ad agenti esterni – il capo ci odia, il partner non ci capisce, gli amici sono noiosi – e crogiolarci nella convinzione che tutto sarebbe diverso in altri contesti e compagnie».
In realtà, cercare di essere più contenti voltando pagina è una soluzione illusoria, sia perché non mettiamo in conto la fatica e lo stress che ciò comporta, sia perché le situazioni critiche prima o poi si ripresentano.
Proviamo invece a riflettere sulle parole elencate qui sotto: sono le dieci che, generalmente, creano più problemi. Ma che, se rielaborate bene, sono un aiuto ad andare avanti con soddisfazione.
- 1. ANSIA
«Non va temuta, ma accolta e ascoltata come un’amica che ha qualcosa da comunicarci», dice la psicologa. «Spesso, per esempio, questa parola dice che stiamo vivendo secondo quello che gli altri si aspettano da noi e non secondo quello che ci appartiene. E questo è uno dei maggiori fattori di infelicità».
- 2. APPREZZAMENTO
«È il riconoscere elementi positivi, sia in noi stessi sia nel prossimo. Attenzione: prima di apprezzare l’altro, bisogna imparare ad apprezzarsi. Molte persone non ne sono capaci e/o fuggono dagli elogi ricevuti: bisogna invece formularli, accoglierli e custodirli nel “vaso” dell’autostima (vedi sotto)», spiega la dottoressa D’Onofrio.
- 3. AUTOSTIMA
«Premesso che non ha nulla a che vedere con il nostro valore reale, possiamo immaginarla come un vaso che si riempie ogni qualvolta riconosciamo di avere una qualità o di aver fatto bene. Purtroppo il vaso non è a tenuta stagna e, quando qualcosa va male, tende a perdere risorse e potenzialità. La soluzione: riempirlo con costanza nei momenti felici e impedire alle difficoltà di trasformarlo in un colabrodo».
- 4. CONFLITTO
«A nessuno piace, eppure è un’opportunità per dirsi cose scomode che non possono essere taciute, di comprendere sempre meglio i bisogni e le aspettative dell’altro», riprende l’esperta. «Quindi, non scansiamolo ma entriamoci, viviamolo e lasciamolo alle spalle».
- 5. DESIDERIO
«Quello nella coppia si affievolisce? Primo, non andiamo nel panico: può trattarsi di una fase. Secondo, consideriamo che, se passiamo a un altro partner, perdiamo l’occasione di capire il motivo del calo. Terzo, proviamo ad alimentarlo, per esempio con la distanza e con la valorizzazione delle diversità», suggerisce la psicoterapeuta.
- 6. EMOZIONI
Ciascuna ha una sua validità, persino la noia che ci spaventa tantissimo. Diamoci la possibilità di viverle tutte e di riconoscerle.
- 7. FALLIMENTO
«Vietato censurarlo perché, se è vero che ci fa sentire in colpa e vergognare, è anche vero che ci insegna molto. Il segreto è riuscire a confinarlo insieme all’infelicità che ha prodotto e andare avanti», consiglia l’esperta.
- 8. IMMAGINAZIONE
«Da bambini la utilizziamo ben prima della razionalità, mentre da adulti la sfruttiamo pochissimo. Peccato, perché immaginare una situazione è come esserci già: un escamotage utile quando si valuta l’impatto di un cambiamento», spiega D’Onofrio.
- 9. STRESS
Nella maggior parte dei casi, possiamo prevenirlo evitando di disperdere le energie in mille impegni. Per esempio, chi pretende di arrivare dappertutto dovrebbe guardarsi attorno con più attenzione: troverebbe tante persone a cui delegare qualcosa.
- 10. TENACIA
«Significa credere in un’impresa o in una relazione con una costanza che fa motore, da motivazione. Non ci garantisce di raggiungere i nostri obiettivi, in compenso suscita un sentimento che somiglia molto alla felicità: la soddisfazione di aver dato il nostro meglio», conclude Laura D’Onofrio.
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Articolo pubblicato sul n. 51 di Starbene in edicola dal 3 dicembre 2019