di Francesca Trabella
Articolo pubblicato sul n.46 di Starbene in edicola dall'01/11/2016
di Francesca Trabella
La seduzione è il regno dei luoghi comuni: chi la vede come un sistema di conquista amorosa, chi come espressione di un atteggiamento conturbante che corrompe, manipola. Non è così.
Secondo lo psicoanalista Aldo Carotenuto, autore di Riti e miti della seduzione (Bompiani), «è una costante della nostra intera esistenza, la trama stessa del nostro entrare in contatto, in sintonia col mondo».
Perché la seduzione è la messa in opera della seduttività, cioè dell’attitudine innata ad attrarre ciò che ci circonda, in qualsiasi ambito della vita. «Seduce sia l’oratore quando parla, sia l’artigiano che realizza un oggetto cult», spiega Katia Vignoli, psicoterapeuta.
Solo che spesso non ne siamo consapevoli, e ignoriamo questa grande, innata risorsa.
NASCE DALLA LIBERTÀ
Esistono due tipi di seduttività, dice Katia Vignoli: «La prima è materiale, spesso opportunista e calcolatrice, e si concretizza in una seduzione che sfoggia potere, prestigio, status, denaro.
La seconda – indubbiamente più positiva per chi la pratica e per chi la “subisce” – è spirituale, legata a contenuti dell’anima come l’intelligenza e la curiosità, e viene attuata all’insegna della libertà e del rifiuto degli schemi rigidi (canoni estetici, comportamenti, atteggiamenti) imposti dalla società.
È la seduttività tipica dei trascinatori, dei leader: agendo in piena autonomia, ci affascinano perché ci fanno intravvedere ciò che potremmo essere e fare, se solo avessimo il coraggio di sganciarci dalle convenzioni.
Attenzione, però, la libertà non si declina solo in stravaganza ed eccentricità, ma anche in semplicità, normalità, tranquillità: tutti modi di essere che hanno un’altissima carica seduttiva. Basta scegliere quello che più ci rispecchia».
TI FA BENE
Sedurre non è solo un modo per instaurare delle relazioni, ma anche per mantenerle rinnovando il reciproco coinvolgimento. Parliamo di amicizie, convivenze, matrimoni. Come sostiene lo psichiatra britannico Rajendra Persaud, esperto di seduttività, «le relazioni attraversano sempre tre fasi, che si ripetono in modo circolare: attenzione, interesse e mantenimento.
E la seduzione è ingrediente indispensabile delle prime due». «L’esistenza è un gioco di seduzioni reciproche, in cui ci guadagnano entrambe
le parti», approfondisce Vignoli. «Se non ci lasciassimo affascinare, tentare, incuriosire, attrarre da quello che ci circonda, cresceremmo come alberi solitari e sterili nella landa.
Invece, quando mettiamo da parte il nostro ego e ci apriamo ad accogliere, nel vero senso della parola, le idee, i pensieri, i comportamenti di chi ci attrae, non ci corrompiamo ma ci mescoliamo, ci contaminiamo. Ci evolviamo, insomma, arricchendo la nostra personalità di spunti inediti».
IL SEGRETO: AUTENTICITÀ E DISTANZA
Il fatto che la seduttività sia una spinta universale, non ci rende automaticamente tutti bravi seduttori, anzi. «Il segreto è essere autentici, mostrarsi per come si è, perché solo ciò che è vero può affascinare, mentre la finzione e la contraffazione sono la negazione della seduttività», suggerisce la psicoterapeuta.
«Non a caso, in alcune età della vita questa genuinità – e quindi la capacità di sedurre – risulta più facile che in altre: penso all’infanzia, quando innocenza, mancanza di limite e spudoratezza vengono utilizzate inconsapevolmente per ottenere ciò che si vuole. Temo invece che l’età adulta sia proprio la meno allettante, perché tendiamo a conformarci ai modelli “vincenti” e alle aspettative altrui».
La spontaneità, però, da sola non basta a renderci seducenti. «Un altro elemento importante è lo spazio psicologico: per essere attraenti, bisogna mantenere una certa distanza emotiva dall’altro», mette in guardia Paola Carosio, psicologa e psicoterapeuta della Gestalt a Torino. «Un distacco calibrato che aiuta a mantenere vivo l’interesse e la curiosità altrui, elementi necessari alla seduzione».
Non si tratta né di essere misteriosi né sfuggenti, solo di coltivare un proprio “santuario”, dove l’altro non è ammesso: può essere un hobby, una cerchia di conoscenti, un luogo. Tenere qualcosa per sé regala sicurezza e determinazione, caratteristiche senza le quali risultare stuzzicante può essere davvero difficile».
Sì, perché il vero seduttore deve lasciare il margine per respirare, non avere l’ansia di mostrarsi, di rovesciare subito tutte le sue carte in tavola. «Se il suo ego “inquina” troppo l’ambiente, il gioco si rovina, diventa prevedibile, scontato mentre la seduzione è anche capacità di spiazzare», aggiunge la dottoressa Vignoli.
Rivelarsi, insomma, una persona, una donna che ha una personalità sfaccettata, che sa affrontare le tante, inevitabili situazioni della vita con un atteggiamento diverso, a seconda delle circostanze –una volta morbido, l’altro risoluto, una volta meditativo, l’altro istintivo.
Quello che ammalia è tirare fuori una forza creativa e propulsiva nuova. E come tale, spunto di comportamento per gli altri.
PRIMA TI CONOSCI, POI SEDUCI
«Per essere seducente, comunque, devi sapere chi sei e cosa vuoi, altrimenti come puoi attrarre a te?», provoca Paola Carosio,
psicoterapeuta della Gestalt. Quindi:
1 allenati a guardare con calma ciò che ti circonda, persone, luoghi, situazioni;
2 ascolta le sensazioni, le emozioni e le reazioni fisiche che suscitano in te: ti diranno ciò che ti può dare piacere. A questo punto, vagli incontro con aggressione, senza aspettare passivamente di essere notata;
3 non ti spaventare: per la psicoterapia della Gestalt, “aggressivo” non è sinonimo di violento o prepotente, ma di deciso, entusiasta, energico.
SE CREDI DI NON ESSERNE CAPACE
Se non provi, non saprai mai di essere seduttiva. «La paura più grande di chi tenta è quella di essere respinto», illustra la coach Chen Lizra, famosa grazie a una conferenza-spettacolo sul potere della seduzione nella quotidianità (su YouTube, bit.ly/1hKxQj2). «Anche se il timore è legittimo, non lasciare che ti blocchi», dice la psicoterapeuta Paola Carosio.
«Essere respinti capita a tutti nella vita. Ma anche pensare di essere irresistibili è fuori luogo. Meglio lasciar trasparire la tua vulnerabilità, che può essere affascinante, perché prospetta la chance di una connessione su un piano più intimo e profondo».
Articolo pubblicato sul n.46 di Starbene in edicola dall'01/11/2016
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