di Barbara Gabbrielli
LA TESI
Un dubbio grammaticale, un sinonimo che non scatta in mente, il nome di quell’attore che non ricordi. E subito scorrono le dita sulla tastiera per ritrovare, dentro a un motore di ricerca, la risposta giusta per ogni tipo di interrogativo. La connessione al web rende disponibili una serie incredibile di informazioni, ma sta modificando, forse in maniera irreversibile, la capacità umana di immagazzinare nozioni e di ricordarle. Internet, in pratica, si è trasformato in una sorta di memoria esterna alla quale troppo spesso si chiede di memorizzare al nostro posto. Un’abitudine talmente consolidata che ormai non ci si sforza più di affidarci a ciò che sappiamo: preferiamo che sia Google a dircelo.
LA DIMOSTRAZIONE
Il professor Risko, della University of Waterloo, ha condotto uno studio su un campione di 100 soggetti ai quali è stato chiesto di rispondere a una serie di domande di cultura generale (per esempio: qual è la capitale della Francia?). La metà dei partecipanti aveva a disposizione un accesso a Internet: chi dichiarava di non conoscere la risposta aveva la possibilità di connettersi per cercarla on line. L’altra metà, invece, non disponeva di alcun contatto con la Rete. Ebbene, le persone del primo gruppo, anche davanti a quesiti molto semplici, hanno ammesso di non saper rispondere più volte di quelle del secondo, dimostrando così che, quando una nozione è a portata di mano, viene naturale affidarsi di meno alle proprie conoscenze. Insomma, l’accesso a Internet ci trasmette la sensazione di sapere di meno.
PROVACI COSÌ
Fermati a pensare «Non è necessario negare l’utilità della Rete, basta provare a
essere sincera con te stessa e sforzarti un po’», sostiene lo psicoterapeuta Alberto Rossetti. Ogni volta che senti il bisogno di Google prova a chiederti: “Ma questa cosa la so? Sto cercando qualcosa di nuovo o un’informazione che già possiedo?”
Corri il rischio di sbagliare On line lo scibile umano è a portata di mano, dal risultato delle equazioni alla sintesi di complicate nozioni. Ma forse si sta perdendo di vista il valore dell’errore: sbagliare è un’opportunità per verificare le tue competenze e migliorarti. Sforzati di cercare la risposta dentro i tuoi ricordi, studia una tua soluzione, usa le tue risorse e non il correttore automatico.
Non importa quanto sai, ma come lo hai imparato «Sul web, basta digitare una parola per avere tutto e subito. Ma che gusto c’è in questo nuovo nozionismo?», si chiede l’esperto. «Il processo che ci porta a conoscere le cose può essere tortuoso ma sempre pieno di ricchezza». Qualche volta, allora, prova a fare a meno di Wikipedia: usa i libri, vai in biblioteca.
Potenzia il dialogo Per staccarti dal web, devi tornare a mettere al centro le tue relazioni. Se non sai una cosa, telefona all’amico più esperto di te. Se hai il dubbio su come si scriva una parola, chiedi a tuo figlio che è fresco di studi. Se non ti ricordi la ricetta del polpettone, chiama la mamma. Conoscere sarà più autentico e gratificante.
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Articolo pubblicato sul n.14 di Starbene in edicola dal 22/03/2016