Tanti giochi per stimolare vista e udito
«Le terapie più adatte per i bimbi sordociechi sono mirate a sviluppare e valorizzare le loro abilità sensoriali residue (cioè quei bassi livello di udito o di vista di cui dispongono), per consentire una migliore relazione con la realtà circostante », spiega la dottoressa Ceccarani.
«Si tratta di percorsi da seguire con la supervisione di un terapista o un educatore specializzato, che passano attraverso il gioco, la modalità più vicina al mondo dei piccoli. Per stimolare la vista, per esempio, si usano delle immagini in bianco nero che, grazie al loro contrasto, risultano più evidenti. Oppure si sfruttano dei libretti tattili dotati di oggetti o immagini in rilievo: possono essere manipolati con facilità e stimolano anche il tatto, organo di senso che per un piccolo sordocieco diventa una vera finestra sul mondo», spiega la dottoressa.
«Quando l’obiettivo è stimolare l’udito, si può utilizzare la musicoterapia, come sempre calibrata sulle potenzialità del bambino: per poter percepire le vibrazioni emesse dai suoni, il piccolo può essere per esempio steso su un pianoforte, invitato a battere un tamburo mentre lo tiene tra le gambe o ad ascoltare musica tenendo un palloncino tra le mani che ne amplifica i suoni.
Mentre per integrare sia la vista, sia l’udito, è previsto l’impiego di giochi con colori molto accesi, corredati di pulsanti o carillon che suonano e di luci che si accendono quando il bambino li maneggia, in modo che il piccolo, oltre ad orientarsi verso la fonte rumorosa, scopra anche una relazione “causa effetto” che lo aiuta nel suo sviluppo cognitivo».