di Francesca Trabella
Tuo figlio sta iniziando la scuola dell’infanzia e tu sei in pensiero per questo “debutto in società”? È normale. Il segreto per affrontarlo al meglio è uno solo: vivi il periodo di inserimento con serenità e pazienza.
«Le reazioni e i tempi dei bambini sono imponderabili: per esempio, non è detto che un bimbo timido farà più fatica di uno espansivo », osserva Paola Milesi, psicologa. «Perciò, non lasciarti sopraffare dalle preoccupazioni, come “Mio figlio è un mammone, sono sicura che sarà una tragedia!”.
Tu per prima devi essere convinta che la scuola sia un’esperienza positiva. Se sei diffidente, magari perché sei stata influenzata dai racconti di altre mamme, difficilmente riuscirai a trasmettere fiducia al piccolo». Ecco qualche consiglio sugli atteggiamenti da tenere nella fase di ambientamento.
CI VUOLE PUNTUALITÀ - «Arrivate in classe puntuali: il bambino avrà tempo di guardarsi attorno, di prendere confidenza con gli spazi e con i compagni», raccomanda l’esperta.
«Puoi fermarti un po’? Rimani pure, a patto che tu riesca ad adottare un atteggiamento neutrale: non serve che lo incoraggi a giocare con un compagno o che intervieni in eventuali incomprensioni. A questo penseranno le maestre. Per ora tuo figlio ha bisogno di sapere che tu sei presente nella stanza per qualche minuto».
SALUTALO COSÌ - «Al momento dei saluti non andartene di soppiatto, approfittando di un suo attimo di distrazione», prosegue Paola Milesi. «Evita anche di mentirgli (“Vado a comprare il pane, poi torno a prenderti”): lo faresti sentire tradito.
Digli la verità, usando riferimenti temporali alla sua portata, per esempio “Ci vediamo dopo pranzo” e non “Arrivo all’una”, che per lui non avrebbe alcun senso. Avvisalo se non sarai tu a riprenderlo (“Oggi viene la nonna”): il bambino ha bisogno di certezze, non di sorprese».
STAI CALMA - Che fare se lui si aggrappa a te, implorandoti di portarlo via? «Prevedi un rituale di saluto, da mantenere per tutto il periodo: può essere un gesto come “batti cinque”.
Non andare nel panico e non cedere alla tentazione di abbracciarlo più stretto del solito per trasmettergli coraggio: lui potrebbe interpretare il tuo gesto come “Neppure io voglio lasciarti”. Se sei in difficoltà, intercetta la maestra con lo sguardo. Lei capirà la situazione e potrà venire in tuo soccorso».
PREMI E RICATTI? NO, GRAZIE
>“SE STAI QUI A SCUOLA e fai il bravo ti compro l’ovetto di cioccolato”, “Smettila di fare scene se vuoi andare al parchetto oggi pomeriggio”. “Stasera niente cartoni animati, sei troppo capriccioso!”: promettere un premio, formulare un ricatto o minacciare una punizione per indurre il bambino ad “accettare” la scuola dell’infanzia è sbagliato.
>«ANDARE ALL’ASILO È UN REGALO IN SÉ, un’opportunità bellissima di divertimento, conoscenza, crescita», chiarisce la psicologa e maestra Paola Milesi. «E come tale non giustifica alcun risarcimento, ricatto o castigo».
Fai la tua domanda ai nostri esperti
Articolo pubblicato sul n.38 di Starbene in edicola dal 06/09/2016