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Rinite allergica: cause, rimedi, soluzioni

La rinite allergica sta diventando un problema per troppe persone, non solo in primavera. Perché? E che cosa possiamo fare per difenderci nel modo giusto? Ecco le novità



La rinite allergica è in continua crescita. «A soffrirne è circa il 20% degli italiani, percentuale che si alza oltre il 30% negli adolescenti, con una crescita del 5% solo negli ultimi cinque anni. Continuando così, entro il 2020 avremo un malato ogni due ragazzi», conferma il professor Walter Canonica, direttore della Clinica di malattie dell'apparato respiratorio dell'Università di Genova e presidente della World Allergy Organization.

Di rinite, fra l'altro, ci si può ammalare in qualsiasi momento della vita. «Colpisce sempre più spesso i bambini dai 2 anni, ma può manifestarsi anche dopo i 70», continua l'esperto. in più «circa il 40% delle riniti possono evolvere in asma, malattia respiratoria particolarmente invalidante», avverte il professor Claudio Ortolani, direttore dell'Istituto allergologico lombardo.

Un'epidemia che riguarda i paesi occidentali, dove le condizioni di vita sono migliori. Come mai? «Perché è legata ai cambiamenti che il benessere ha operato nel nostro stile di vita», risponde Canonica. «In particolare, oggi si vive sempre più al chiuso; inoltre sono diminuite le infezioni e dunque i contatti tra il nostro organismo e i batteri. Tutti elementi che, insieme ad altri, portano il sistema immunitario, sempre meno stimolato, a rivolgere contro di noi le sue risposte».



Allergeni tutto l'anno

Se starnutiamo di più, però, lo dobbiamo anche alla natura. Il calendario dei pollini, infatti, sta cambiando. «Il progressivo riscaldamento del clima ha allungato i periodi delle fioriture, mentre la rottura degli equilibri ecologici ha diffuso nuove piante potenzialmente irritanti», sottolinea il professor Claudio Ortolani.

E' il caso della betulla, prima causa di allergie in Scandinavia e ora presente anche da noi. E, soprattutto, dell'ambrosia, originaria del Nord America, che oggi cresce abbondante in Lombardia e Piemonte. «Questa pianta produce alte concentrazioni di polline che da metà agosto ai primi di ottobre crea problemi al 15% degli abitanti (30 anni fa era solo l'1%)», continua l'esperto.

Rischi di starnutire tutto l'anno, invece, se sei sensibile alla parietaria e abiti a Sud o in zone temperate dove questa erba spontanea cresce in ogni stagione. Tra le new entry nella classifica degli alberi più allergenici, invece, ci sono cipressi e olivi che danno problemi specie in Centro e Sud Italia.


Se la crisi viene in casa

Il naso cola, partono gli starnuti, eppure sei tra quattro pareti. E quando esci all'aria aperta stai subito meglio. Succede se la causa della tua rinite allergica si nasconde nel microclima di casa.

Forse il tuo problema sono gli acari, la principale causa di allergie al mondo (ne soffre il 40% degli allergici), in aumento anche nei luoghi di lavoro. A scatenare le crisi sono alcune particelle presenti nelle feci di questi microscopici ragnetti che si annidano in polvere, materassi, tende e moquette.

La prevenzione si fa pulendo l'ambiente con aspirapolvere munito di speciale filtro Hepa (elimina gli allergeni degli acari senza sollevarli nell'aria), lavando spesso (a 60 gradi) fodere e lenzuola e utilizzando coprimaterassi e tessuti "antiallergici".


Gatti: amici o "nemici"?

Se la presenza di un gatto ti fa starnutire, sappi che a irritarti è la sua saliva che, depositata sul pelo, si disperde nell'ambiente. «I felini domestici stanno diventando un allergene primario sempre più diffuso, inoltre provocano sintomi piuttosto impegnativi», avverte Canonica.

Un problema che riguarda molti italiani: oggi una famiglia su tre possiede un animale. Non tutti i mici, però, irritano allo stesso modo: i maschi sono più allergenici delle femmine. Inoltre, studi recenti affermano che, al contrario, il gatto avrebbe un effetto immunizzante purché ci si abitui alla sua presenza fin da piccoli.

E si rispettino precise norme igieniche: lavarlo una volta al mese, spazzolarlo spesso ed evitare che entri in camera da letto. A riprova di questa tesi c'è un dato: più del 50% di chi è potenzialmente allergico ai gatti non ne ha.

Dal prick al test molecolare

A primavera (o in certi ambienti) ogni tanto ti scappa qualche starnuto, ma non ci fai caso più di tanto? Sbagli. Devi invece rivolgerti subito all'allergologo per capire se sei allergica e, nel caso, come tenere sotto controllo il problema. «Anche se la rinite è blanda, non curarla moltiplica per tre il pericolo che diventi asma», sottolinea Canonica.

«La valutazione della storia del paziente (questo disturbo è famigliare) insieme ad altri controlli, tra cui quello della funzionalità polmonare, servono a misurare l'entità del rischio». Per scoprire la causa del tuo raffreddore, poi, oggi puoi contare su una diagnostica sempre più sicura. Oltre ai test cutanei (prick test e patch test) e al rast (tramite prelievo sanguigno) per individuare le IgE (gli anticorpi) specifiche a un dato allergene, è disponibile il test molecolare.

«E' indicato anche per i neonati ed è ancora più preciso perché analizza le molecole come singole componenti di ciascuna fonte allergenica», spiega il professor Adriano Mari, coordinatore del Centro di allergologia clinica e sperimentale dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata di Roma (Idi) che ha messo a punto il test. «Una ricerca ad ampio spettro con costi contenuti (utilizza 20 microlitri di siero contro i 50 necessari per ogni singolo test tradizionale) che in futuro potrebbe essere proposta come screening iniziale, ancora prima della visita dello specialista».


Tutte le cure

Oggi combattere la rinite allergica è più facile. «Gli antistaminici di ultima generazione non danno più effetti collaterali come la sonnolenza, perché non interferiscono sul sistema nervoso centrale. Inoltre, sono facili da prendere e agiscono più a lungo», spiega il professor Canonica.

«Assunti al risveglio (il momento più indicato secondo alcuni studi sul ritmo circadiano delle crisi allergiche), proteggono per 24 ore e la loro azione non è rallentata dai cibi, per esempio il succo di pompelmo, come accade per altri antistaminici. Si tratta di farmaci come la desloratadina o la levocetirizina».

Più recente, invece, è l'ebastina liofilizzata che può essere assunta in qualsiasi momento, senza bisogno d'acqua: basta appoggiarla sulla lingua e in pochi secondi rilascia i principi attivi. «Naturalmente spetta al medico consigliare la terapia farmacologica più adatta, tanto più che le molecole più nuove necessitano di ricetta.

La cura sintomatica, poi, si avvale anche di steroidi nasali (spray), se c'è ostruzione delle vie respiratorie, e antileucotrienici dall'azione antinfiammatoria», aggiunge lo specialista.


Pianifica il vaccino

Per neutralizzare gli allergeni, oggi puoi contare anche sull'immunoterapia. «Il vaccino non è un'alternativa ai farmaci, ma un'arma in più», afferma Canonica.

«I più pratici sono i sublinguali, efficaci quanto quelli che si iniettano. Sono in gocce o compresse, da prendere in dosi graduali iniziando almeno 8 settimane prima della stagione a rischio. I più nuovi sono le pastiglie a rapida dissoluzione contro le graminacee.

I vaccini prevengono l'insorgenza delle crisi, impediscono la sensibilizzazione a nuovi allergeni e riducono il consumo dei farmaci». Un ciclo di un anno costa da 300 e in su, solo alcune regioni li rimborsa.