Le cellule staminali, la scoperta di sostanze che riducono l’infiammazione senza ledere il tessuto, soluzioni anti-infezioni a base di ozono. Sono le nuove frontiere della ricerca scientifica nella cura delle ulcere venose. Una patologia che colpisce circa l’1% della popolazione adulta, con punte del 2-3% in età più avanzata.
Le ulcere cutanee di natura vascolare sono una malattia cronica e recidiva che può compromettere gravemente la qualità di vita di una persona perché si manifestano con lesioni aperte e dolorose che gonfiano le gambe e creano problemi al camminare, e quindi allo svolgimento delle attività quotidiane e del lavoro. E' una malattia molto dolorosa, invalidante e con un decorso prolungato a causa della difficile tendenza a guarire e di frequenti recidive.
La causa delle ulcere venose è l’insufficienza venosa cronica che compare in persone con varici molto estese, o che hanno avuto trombosi delle vene profonde delle gambe (nel 70% dei casi), o in pazienti con malattie delle arterie e con diabete trascurato (nel 30% dei casi).
Le nuove tendenze della medicina in questo campo verranno presentate nel convegno "Ulcere cutanee di origine vascolare – Aspetti scientifici, sanitari e socio-economici" che si terrà sabato 27 ottobre a Porretta Terme, Bologna (per informazioni ed iscrizioni: Elisa Olivi tel: 051 32.55.11, mail: [email protected]).
«Purtroppo finora questa patologia non ha ancora trovato una terapia risolutiva – puntualizza l’organizzatore del convegno, il Prof. Sergio Coccheri, Professore Ordinario di Angiologia all’Università di Bologna – costringendo spesso i pazienti a faticose ed improduttive migrazioni da un ambulatorio all’altro ricevendo cure non sempre uniformi. Dunque l’impatto sociale ed umano di questa malattia è molto elevato. Fiduciosi nei nuovi sviluppi derivanti dalla "vulnologia", abbiamo organizzato questo convegno per informare l’opinione pubblica sulle novità in questo campo e per aggiornare medici chirurgi, fisioterapisti ed infermieri».