Non è vero che chi guarda tanta televisione, si alimenta male. Anzi. Tv, giornali, riviste e internet, quando usati per informarsi, possono rivelarsi invece degli ottimi alleati della salute. Le persone che si tengono più informate attraverso i vari mass media, seguono meglio la dieta mediterranea, considerata una delle più salutari al mondo. E' la conclusione di uno studio dei laboratori di ricerca e cura della fondazione «Giovanni Paolo II» di Campobasso, che ha analizzato i dati relativi a un campione di 1000 persone nel progetto Moli-Sani, lo studio epidemiologico che ha coinvolto 25mila residenti nel Molise. La ricerca, pubblicata online dalla rivista «International Journal of Public Health» è una delle prime a considerare l'informazione mediatica nel suo insieme, passando in rassegna tutti i mezzi di comunicazione utilizzati dalle persone per informarsi. Finora, la scienza si era concentrata sugli effetti che la televisione ha sulla salute, giungendo a conclusioni negative. In particolare si legava la tv alla sedentarietà e a un'alimentazione eccessiva di snack davanti allo schermo, con effetti negativi soprattutto in termini di obesità, un fattore di rischio importante per le malattie cardiovascolari.
Questo studio, invece, prova che chi si «nutre» di informazione, consuma più alimenti fondamentali della piramide alimentare mediterranea (frutta, pesce fresco, verdure) e meno grassi animali.
«L’informazione veicolata dai mass media – commenta a Termoli.it Giovanni de Gaetano, direttore dei Laboratori di Ricerca - può a volte sembrare frammentaria o imprecisa, specie quando si parla di salute e di prevenzione. Il nostro studio ci ha fornito dati che potranno essere molto utili in un periodo in cui la crescita dell’obesità, l’alimentazione scorretta e l’eccessiva pigrizia rendono necessarie nuove modalità di comunicare la salute. E in questo possiamo trovare un valido alleato proprio nei mass media. Il passo successivo a questo studio sarà quello di valutare i singoli elementi del panorama informativo e soprattutto di studiare i cambiamenti che internet sta introducendo nel modo in cui le persone, soprattutto quelle più giovani, si informano su temi di salute».