La psicoterapia per i bambini

Quanti disagi, problemi, pensieri vivono in silenzio, nel loro intimo così fragile, i nostri bambini? La separazione dei genitori, oggi  molto più diffusa rispetto a anni fa, le ansie della famiglia per la crisi economica che inevitabilmente si ripercuotono anche su di loro, i numerosi casi di bullismo non fanno che renderli più fragili e non tutti hanno la capacità e gli strumenti per superare da soli piccoli, grandi traumi. E quando si ricorre a uno specialista, spesso finisce che il disagio psicologico di un bimbo venga curato con i farmaci o ci si concentri sulle capacità cognitive e sui disturbi dell’apprendimento. Ma un ragazzino è fatto di emozioni, sentimenti, affetti. Lo psichiatra e psicoterapeuta Luigi Cancrini ha pubblicato un saggio “Ascoltare i bambini”, che fa riflettere specie sull’importanza di non sottovalutare i campanelli d’allarme come inquietudine, incapacità di concentrazione, rabbia eccessiva, rifiuto di mangiare. Sono tutti modi in cui i nostri figli e nipoti ci dicono che qualcosa non va. Se il problema si protrae, la psicoterapia anche per i più piccoli può essere una soluzione valida per capire cosa sta succedendo e decidere come intervenire. Uno strumento utile anche a 3, 4 anni, perché i bambini si adattano al contesto, al dolore, ma poi innescano come reazione un comportamento sbagliato, distorto, che più passa il tempo e più è difficile correggere. La psicoterapia per i più piccoli consiste nell’usare i loro strumenti comunicativi, come il gioco e il disegno, per scoprire cosa li turba, cosa provano, come vedono gli adulti, quali paure anno. Seduta dopo seduta si cerca di rassicurarli e di offrire loro delle soluzioni. Importante è lavorare, contemporaneamente, con mamma e papà per renderli consapevoli del disagio dei figli e per spiegare come è meglio si comportino nella quotidianità. I risultati sono sempre evidenti, e servono anche a fornire ai bimbi degli strumenti utili a affrontare le difficoltà anche per quando saranno grandi.