Quando serve l’aerosol?

Con il cambio di stagione e l’arrivo dei primi freddi scommetto che qualcuno ha già iniziato a ammalarsi, e qualcuno ha già a portata di mano l’aerosol, spesso consigliati proprio per affrontare i malanni di stagione. Eppure in Italia c’è un vero e proprio abuso di questa terapia, prescritta anche quando non ci sono prove scientifiche della sua efficacia e in malattie che spesso si risolvono da sole, ma solo per assecondare e tranquillizzare quei genitori che insistono per avere comunque una “cura”. Ad esempio, l’aerosol è inutile per raffreddori e sinusiti, faringiti e tonsilliti. Anzi, può essere addirittura controproducente perché secca le mucose e può favorire la loro colonizzazione da parte dei batteri. In questi casi possono essere utili e sufficienti lavaggi nasali con soluzione fisiologica (cioè a base di acqua e sale) associati a riposo e paracetamolo in caso di febbre, o antibiotici se l’infezione è di tipo batterico. L’aerosol non trova indicazione neppure in caso di polmonite o di bronchite acuta con catarro. È nato, invece, per contrastare i broncospasmi: asma bronchiale e bronchite asmatica sono i due casi in cui sortisce i migliori effetti, nebulizzando soluzione fisiologica, corticosteroidi e broncodilatatori. Si può poi usare, con soluzione fisiologica e cortisonici, in caso di laringite. Infine, l’aerosol è indicato anche nella bronchiolite, un’infezione virale delle ultime diramazioni bronchiali: si comincia con una soluzione ipertonica, ovvero acqua purificata con sali, e solo nei casi più gravi si aggiunge un broncodilatatore. Per cui, mamme e papà, se i vostri figli tornano da scuola con il naso tappato e un principio di raffreddore, non sottoponeteli all’aerosol, perché come detto, in questi casi non serve a nulla.