Passione per le immersioni

Sono sempre di più quelli che si innamorano delle immersioni. Qualche numero? Circa 190mila i sub tesserati alle società sportive; salgono a 250mila se si considerano i semplici appassionati, spinti dalla possibilità di provare questa esperienza magari in vacanza, in un villaggio turistico. Anche in questo caso, sono in aumento le strutture che propongono mini corsi o che danno la possibilità di fare immersioni subacquee con istruttori professionisti. Tutti garantiscono che l’immersione non è un’attività pericolosa e non è necessario essere super allenati. Occorrono un po’ di buon senso e soprattutto agire in sicurezza. Ma allora, da dove si inizia? Il primo step può essere l’immersione ricreativa, con maschera e bombole: dura circa 40 minuti e non si va sotto più di 18 metri. Non ci sono controindicazioni, ma è sconsigliata a chi rischia di perdere il controllo in acqua, ad esempio se si soffre di crisi epilettiche o di patologie psichiche. Anche chi ha problemi di asma o patologie cardiovascolari è bene che prima ne parli con gli istruttori. A livello amatoriale non serve il certificato medico, ma è bene sottoporsi sempre a qualche controllo preventivo, ad esempio l’elettrocardiogramma dopo i 50 anni. E comunque vale sempre la regola più importante, ovvero di immergersi solo con istruttore patentati secondo le principali sigle internazionali, meglio se affiliati a scuole certificare Iso 24801. Su come prepararsi prima di buttarsi in acqua, il consiglio è quello di fare molta attenzione all’idratazione: nelle due ore che precedono l’immersione bisogna bere un bicchiere d’acqua ogni 15/20 minuti. Questo favorisce il corretto trasporto dell’ossigeno del sangue, abbassando i rischi per la salute durante le fasi di risalita.