Se c’è una categoria di persone che difficilmente tollero, sono quelle che quando parli non ti ascoltano e anzi, non ti fanno finire un concetto e ti interrompono. Mi dà fastidio quando succede a me, ma mi dà fastidio anche quando lo sento fare in tv o alla radio, specie dai politici che hanno proprio il brutto vizio di portarsi via la parola l’uno con l’altro, col risultato che nessuno capisce niente di quello che vorrebbero dire. Interrompere chi sta parlando va poi contro la regola aurea della conversazione: si parla uno per volta, ascoltando quello che il nostro interlocutore ha da dire.
Eppure il fenomeno sembra dilagare. Lo confermano anche psicologi e esperti. Marco Pacori, autore del libro “I segreti del linguaggio del corpo”, spiega che oggi si tende a interrompere di più perché la regola implicita della conversazione, ovvero aspettare il proprio turno, è diventata più flessibile. Anche Giovanni Ziccardi, docente di informatica giuridica alla Statale di Milano spiega che l’arroganza e la maleducazione sono in aumento e l’esempio arriva proprio dai politici. Togliere la parola serve quasi a illudere chi lo fa di dare più forza alle proprie argomentazioni. La verità è che non siamo più capaci di ascoltare e se la discussione tocca tasti emotivi, ci barrichiamo dietro le nostre motivazioni. E così la frustrazione prima si trasforma in difesa, e poi in attacco, perché togliere la parola all’altro è pur sempre un atto violento.
Uno studio americano ha confermato che a essere più interrotto è proprio il genere femminile. Un sopruso tanto comune che è stato addirittura coniato un neologismo: “manterrupting”, ovvero quando un uomo togliere bruscamente la parola a una donna.
Cosa fare allora per evitare che qualcuno provi a interromperci mentre esprimiamo un concetto? Proviamo intanto a parlare senza troppe pause, a non incrociare il suo sguardo, tenendo gli occhi puntati su altro. E nel caso chiedere con serenità di farci finire di parlare.