Chi è genitore lo sa bene: uno dei problemi principali dei giovani d’oggi è l’abuso di alcol. Capita che dopo una serata in discoteca o a una festa, tornino a casa non proprio sobri. Bere per molti è diventato quasi un gioco, perché spesso non sanno quanto sia pericoloso e quali siano i reali effetti dell’alcol sull’organismo.
Gli ultimi dati Istat parlano chiaro: dei 12 milioni di italiani che ogni giorno bevono alcol, 8 milioni e mezzo sono a rischio perché eccedono le dosi giornaliere che non bisognerebbe mai superare, ovvero due bicchieri per l’uomo e uno per la donna. Ma c’è di più: 3 milioni e mezzo di giovani sono propensi al binge drinking, ovvero a quel gioco pericolosissimo che porta a bere almeno 6 dosi di alcol una dietro l’altra con il solo scopo di ubriacarsi. Un assurdo divertimento che coinvolge un milione e mezzo di giovanissimi tra gli 11 ed i 25 anni.
Le regioni dove è più alto il rischio alcolismo tra i ragazzi sono Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta, e quelle dove la movida è più diffusa, come la riviera adriatica e le città universitarie. Picchi di abuso d’alcol anche in Abruzzo, Molise, Sardegna e Basilicata. Ormai un po’ ovunque si susseguono iniziative per contrastare questo fenomeno: controlli con l’etilometro all’esterno dei locali notturni prima che i ragazzi si mettano al volante, lezioni mirate a scuola sugli effetti dell’alcolismo, ordinanze dei sindaci per vietare la vendita di alcolici dopo una certa ora la notte. E i divieti servono: hanno permesso di dimezzare gli incidenti stradali mortali
Ma è soprattutto il fattore culturale quello su cui si dovrebbe agire, spiegando che se bevono per farsi accettare dal gruppo, lo stesso gruppo una volta ubriachi non li accetterebbe più.