Fisioterapia con la realtà virtuale

A Padova è nato Invictus, un nuovo polo tecnologico che sfrutta la realtà virtuale per la riabilitazione delle persone affette da deficit neuromotori o da traumi ortopedici. Sono per lo più bambini che hanno bisogno di essere rieducati al movimento corretto, dopo una paralisi cerebrale o in seguito a traumi riportati alla nascita, ma anche adulti alle prese con la riabilitazione post-ictus o disabilità causate da un incidente. Ma come funziona la realtà virtuale, in casi come questi? Il paziente viene fatto entrare in una sensory room studiata per coinvolgere tutti i sensi e per fare diverse attività, in base alle diverse esigenze. Ad esempio, per sviluppare il range motorio di una gamba o di un braccio, bisogna sollevare dei libri virtuali, impilare dei cubi, afferrare una mela che pende da un ramo. Due telecamere rivelano i movimenti all’interno di questa speciale stanza dotata di sensori, cambiando la prospettiva delle immagini proiettate sul pavimento o sulla parete, in base alle azioni: in questo modo il paziente interagisce in tempo reale con l’ambiente simulato. Di solito è libero da oggetti  o dispositivi ingombranti, ma talvolta potrebbe dover tenere in mano un sensore o indossare un visore. Particolarmente coinvolgente, per i bambini, è il gioco in cui deve spostare una cortina di fumo virtuale in cui appaiono i volti dei genitori. In questo modo è motivato a compiere certi gesti e viene riabilitato attraverso un percorso ludico. Anche a Milano c’è un istituto, l’Auxologico, che utilizza la realtà virtuale per lo stesso motivo, ma con  un sistema chiamavo “Cava”. Lì si fanno indossare degli occhialini simili a quelli per la visione di un film in 3D e si entra in una stanza che riproduce un ambiente familiare (può essere la cucina, il salotto, il supermercato o l’ufficio). Immagini e prospettive cambiano sempre in base ai movimenti della testa e il paziente interagisce con esse attraverso un joypad. La precisione, il controllo e la fluidità dei gesti vengono registrati in modo da migliorarsi ogni volta in base al feedback ricevuto. Vi sono anche esercizi per la memoria, utile per chi è affetto da Parkinson o Alzheimer.