Cosa ci dicono i sogni

Chi ha fatto un percorso psicanalitico sa bene quanto siano importanti i sogni per indagare nel nostro inconscio. Il primo fu Freud a affermare il concetto che attraverso i sogni è possibile indagare la psicologia e l’inconscio dell’individuo. Sulla base di queste convinzioni, è stato condotto uno studio in America che ha coinvolto oltre mille persone con l’obiettivo di capire proprio le correlazioni tra la personalità e l’attività onirica. È emerso che gli introversi sognano più spesso di perdere i denti o di non riuscire a picchiare qualcuno, mentre le notti degli estroversi sono animate più di frequente da immagini di viaggi. Ma perché i sogni sono così importanti? In sostanza perché sono fenomeni naturali che ci accompagnano per tutta la vita, sui quali non abbiamo alcun controllo ma che possiamo utilizzare per capire ciò che avviene nel nostro inconscio. I sogni affascinano e incuriosiscono perché portano in sé un mondo misterioso creato da noi stessi, in cui il filtro della razionalità è così basso da lasciarci entrare in contatto con le emozioni più profonde, quelle che durante la veglia non ci permettiamo di far emergere. Spesso, poi, sono così intensi che condizionano le nostre giornate. Ecco perché proviamo il desiderio di decifrarli o – se siamo in terapia – di raccontarli allo specialista. Perché in base al tipo di terapia che si segue, i sogni possono dirci molto di noi: in quella cognitiva, ad esempio, si cerca di vedere come la persona appare a se stessa in sogno, in che ambiente si muove, quali ruoli svolge. Nell’analisi del profondo o psicoanalisi, invece, si parla di interpretazione: il terapeuta chiede espressamente al paziente di tenere nota dei sogni e, durante la seduta, lo aiuta a decifrare i simboli che vi compaiono. E spesso chi è in analisi, ha un’attività onirica più sviluppata, segno che inconscio lavora di più.