Chi si allena con costanza lo sa: è fondamentale, quando si è sotto sforzo, controllare con precisione il battito cardiaco, per dosare la giusta intensità e massimizzare i vantaggi dell’attività fisica. Ecco perché capita di vedere in palestra o quando si va a correre persone che tengono sul braccio o al polso un apparecchio elettronico che rileva in tempo reale i battiti cardiaci al minuto. Si tratta di un cardiofrequenzimetro: lo si trova nei negozi di sport e costa dai 20 euro in su. Ma come si usa e come vanno letti i dati che registra?
Partiamo cercando di capire che cos’è la frequenza cardiaca. Per qualcuno può essere banale, ma di base è il numero di battiti che il cuore compie in un minuto e quando facciamo uno sforzo, i battiti aumentano. Ed è in questi casi, quando facciamo sport, che dobbiamo tenere sotto controllo la frequenza massima. Come la si calcola? Esistono varie formule: la più usata è quella di Cooper in base alla quale si ottiene sottraendo la propria età a 220. Per cui se avete 40 anni, la vostra frequenza massima sarà di 180 battiti al minuto. Monitorarla con il cardiofrequenzimetro durante l’allenamento è molto importante perché ci dirà se l’allenamento è efficace oppure no. In generale mai andare oltre l’85% della nostra frequenza massima, altrimenti possono aumentare in maniera esponenziale i rischi cardiovascolari.
Nel caso in cui, durante gli allenamenti, i valori varino velocemente, in maniera irragionevole, meglio farsi controllare da un cardiologo: potremmo essere di fronte a una aritmia. Un’attenta valutazione va fatta anche in caso di palpitazioni o cardiopalmo, ovvero il battito veloce, con la sensazione di avere il cuore in gola.