Come rimanere giovani

Eccolo il colpevole del nostro invecchiamento. Se è vero che il nostro stile di vita, quello che mangiamo, quanta attività fisica facciamo e pure un po’ di genetica sono le cause di un invecchiamento più o meno rapido, è altrettanto vero che tutto dipende da un ormone chiamato Fgf21. La scoperta del “colpevole” è stata frutto di uno studio accurato dei ricercatori dell’Istituto molecolare veneto e dell’Università di Pavia,  i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Call Metabolism”. Più passa il tempo e più produciamo questo ormone: quando i suoi livelli nel sangue sono alti per lungo tempo, si scatena una infiammazione generalizzata che accorcia le aspettative di vita. Già precedenti studi avevano evidenziato che con l’avanzare dell’età i mitocondri, ovvero le centrali energetiche di ogni cellula si deteriorano. E proprio grazie a questa scoperta è più facile tentare di contrastare la produzione dell’ormone dell’invecchiamento, rallentandone la crescita nel sangue per cercare di allontanare il deterioramento fisico quanto più possibile. E l’arma migliore resta l’attività fisica: la ricerca, da tempo, sta studiando proprio gli effetti di sport e fitness e ha chiarito che il movimento, così come una alimentazione sana e poco ricca di zuccheri, allena le cellule a disattivare i geni pro-infiammatori e a attivare quelli delle longevità. Innanzitutto bisogna abbinare l’allenamento aerobico a quello di tonificazione: il primo è fondamentale per la circolazione e la pressione, specie intorno alla mezza età, quando aumenta il rischio cardiovascolare. Ma è importante fare anche esercizi con i pesi, perché soprattutto dopo i 50 anni si tende a perdere, ogni anno, circa il 10% della massa muscolare e c’è maggiore rischio di osteoporosi. Le attività aerobiche, come corsa, bici, nuoto e step, rallentano le lancette dell’orologio, ma solo se si fanno per almeno 30 minuti e con intensità. Occhio però a non esagerare, perché un’attività fisica eccessiva innesca il processo opposto favorendo lo sviluppo dei radicali liberi. Per cui, meglio non superare i 150 minuti a settimana, divisi in 3 sedute da 50 minuti, di cui 30 di aerobica e 20 di potenziamento.