Alzheimer: aiutare i malati

Chi ha un parente o un amico che soffre di Alzheimer lo sa bene: uno dei pericoli più grandi è che la persona possa uscire di casa, in stato confusionale, e girovagare senza meta. Può anche succedere che non torni più a casa perché non riesce a trovare la strada. Sono circa 600mila i malati di Alzheimer in Italia oggi e questo problema, chiamato “wandering”, una sorta di vagabondaggio, non va per nulla sottovalutato. Ma quando si incontrano persone in stato confusionale che girano senza meta, evidentemente disorientate, che cosa bisogna fare? Come comportarsi? Anche per questo la Residenza sanitaria assistenziale “Villaggio amico” di Gerenzano, vicino Varese, ha organizzato il progetto “Alzheimer e forze dell’ordine”: sono due sessioni per carabinieri, polizia, vigili del fuoco, polizia stradale e assistenti sociali, per insegnare loro le nozioni base su questa forma di demenza, su come rapportarsi con i familiari del malato ma soprattutto su come porsi nei confronti del paziente e cosa dirgli in caso di necessità. Perché al di là di perdere la memoria, chi è affetto da Alzheimer perde anche la capacità di orientamento spazio-temporale. Per cui è facile perdersi anche in quello che sino a poco tempo prima era uno luogo conosciuto, familiare. Ma come riconoscere se una persona che vediamo girare apparentemente senza meta è un malato di Alzheimer? Sono tre i segnali principali da tenere sotto controllo: lo sguardo assente, i movimenti rallentati e risposte inadeguate alle domande poste. Se ci rivolgiamo a una persona che pensiamo abbia questo problema, diamole sempre del lei: spesso si tratta di persone anziane e quindi è importante non solo il rispetto, ma anche far capire che si riconoscono il loro ruolo sociale e l’autorevolezza dell’età. Mai fare domande troppo dirette che potrebbero metterle in difficoltà e innervosirle. Meglio chiedere se hanno bisogno di aiuto, con lo sguardo diretto negli occhi, ma rassicurante, e tono di voce calmo. E per catturare la loro attenzione, meglio deviare l’attenzione su cose gradevoli per alleggerire la situazione. Ad esempio parlando di quello che si vede intorno: un negozio, un animale, una pianta. E poi, appena possibile, avvertire il 118.