Curarsi con la medicina cinese

Sono pronto a scommettere che anche voi avete un amico che vi ha raccontato di come sia riuscito a smettere di fumare grazie all’agopuntura. O un’amica che sempre con l’agopuntura cura l’emicrania. Io stesso con qualcosa che ci si avvicina, ovvero i massaggi tuina, ritrovo spesso un equilibrio e un benessere invidiabili. Ecco perché oggi ho scelto proprio di capire qualcosa di più della medicina cinese, adottato dal 3 per cento di noi italiani, e che sta vivendo una seconda giovinezza. Non a caso è stato di recente approvato il Progetto Chetch, varato dalla Commissione europea per favorire l’interscambio tra Europa e Cina in campo sanitario. Con l’invecchiamento della popolazione, infatti, la medicina cinese si candida per favorire la sostenibilità dei sistemi sanitari, e l’agopuntura si è dimostrata uno dei rimedi più sicuri ed efficaci per contrastare malattie croniche come lombalgia e cefalee, facendo risparmiare allo Stato milioni di euro in farmaci. Ma in particolare, per curare quali malattie è indicata? Ce lo racconta Carlo Maria Giovanardi, presidente della FISA , la Federazione italiana delle società di agopuntura. E’ un mondo molto affascinante quello della medicina cinese, una medicina diversa che ci parla con il linguaggio poetico di energie “yin e yang” e che vede l’uomo inserito in un flusso di energie che dal macrocosmo decidono la nostra salute fisica e mentale, perché per la medicina cinese corpo e mente sono la stessa cosa. Secondo queste teorie possiamo restare in armonia e salute con una saggia prevenzione. Altrimenti l’energia che scorre nel nostro corpo, alimentando gli organi interni, si blocca nel suo percorso lungo 12 canali sottopelle, i  meridiani.  Una specie di circuito elettrico con tanti interruttori, insomma, i famosi punti di agopuntura. Lo so che tra di voi ci sarà qualche scettico, è normale. Eppure secondo le ricerche, che attualmente confrontano la terapia con gli aghi con le cure convenzionali, l’80 per cento delle malattie per cui esiste indicazione trae beneficio dall’agopuntura. In questi casi vale la pena insomma affidarsi agli aghi, che non hanno effetti collaterali né controindicazioni. Ma in pratica, cosa succede quando si va da un agopuntore? Lo chiediamo a Daniele Grassi, urologo esperto di medicina cinese all’Hesperia Hospital di Modena. La cura più classica resta quella con gli aghi, sterili e monouso: sono filiformi e vengono posizionati sui punti dei meridiani interessati e lasciati per una ventina di minuti o più. L’infissione per pochi millimetri non è dolorosa, al più si può avvertire un po’ di fastidio. A questo punto spero tanto vi siate un po’ incuriositi e vi sia venuta voglia di scoprire più da vicino e nel concreto questo mondo. Innanzitutto potreste cercare un bravo agopuntore nella vostra zona. Sul sito della Fisa, la società italiana di agopuntura, si trova l’elenco con i nominativi, regione per regione. Altrimenti potete rivolgervi a un centro tuina, ma un centro serio. Non fidatevi delle insegne di quegli anonimi centri di massaggio cinese che spesso riportano la scritta tuina, ma poi fanno altro. Sono sicuro che una volta scoperte, le varie tecniche di cura della medicina cinese saranno anche per voi un validissimo supporto alla nostra medicina tradizionale per aiutarvi a risolvere un’ampia gamma di problemi di salute, senza l’utilizzo di medicine o altri ritrovati chimici. Non a caso viene chiamata “medicina complementare”: non sostituisce le nostre cure, specie per i problemi più seri, ma può affiancarsi e essere di valido supporto.