6 cammini imperdibili da fare in Italia in autunno

È ancora tempo di mettersi in cammino: è proprio in questa stagione, in autunno, che la natura offre il meglio tra colori e profumi. Perciò, zaino in spalla, pronti a partire: qui trovi alcuni tra gli itinerari di trekking più suggestivi per ammirare tutta la magia del foliage e non solo



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L’autunno è ancora l’occasione giusta per le camminate nei boschi, su per i monti e le colline, alla scoperta di borghi antichi e paesaggi illuminati dalle giornate di cieli tersi e azzurri, che esaltano le tonalità rosso-dorate del foliage.

Non ti resta quindi che imboccare il sentiero: abbiamo selezionato una serie di cammini che, da Nord a Sud, attraversano il nostro Paese. Percorsi che, per itinerario e lunghezza, solitamente si affrontano in più giorni ma che puoi percorrere anche in parte, scegliendo la tappa che ti proponiamo.


  • Alto Adige 

Il sentiero del vino: a spasso tra i profumi e i colori degli antichi vigneti

Niente di meglio, in questa stagione, che l’aria frizzante che si respira tra vigne e meleti, accesi dai colori caldi dell’autunno: è quello che offre Caldaro, paese vinicolo di fama mondiale in provincia di Bolzano. Circondato da splendidi paesaggi, è una delle maggiori località di produzione vinicola dell’Alto Adige; da qui parte, non a caso, il Sentiero del Vino che conduce attraverso i numerosi vigneti nei dintorni del paese. Si tratta di un percorso, a forma di otto, di 9 km che, dalla centrale piazza dei Rottenburg di Caldaro, attraversa le pittoresche vie del paese per inoltrarsi in un’area di tenute storiche, le cosiddette “plaghe vinicole”.

Qui, grazie ad alcune lastre in marmo poste a terra, si possono ancora distinguere gli antichi nomi, di origine retica e romanica: Vial e Prunar, Salt e Palurisch, Ölleiten e Puntara. Anche se la prima citazione ufficiale del “vinum de caldaro” è datata 1220, tutta una serie di reperti archeologici attestano l’esistenza di una cultura vinicola già attorno alla metà del primo secolo a.C.

La passeggiata, tutta godibile per colori e profumi, prosegue poi fino ad arrivare alle vigne di Pianizza di Sopra e al sentiero circolare che costeggia il Lago di Caldaro. Le varie cantine o aziende agricole presenti sul percorso, a conduzione famigliare o all’interno di tenute storiche e nobiliari, prestano particolare attenzione alla sostenibilità e offrono la possibilità di degustare i vini di loro produzione nonché di visitare il vigneto, per ammirare ancora meglio lo splendido paesaggio circostante.

Info: suedtirol.info; sulle aperture delle cantine e la possibilità di degustazioni: Associazione turistica di Caldaro, kaltern.com.


  • Lombardia

Il sentiero del Viandante i suoi paesaggi vista lago

Questo itinerario offre scorci di inedita bellezza sul lago di Como, panorami che colpirono anche Leonardo da Vinci alla ricerca di spunti per i suoi dipinti e per i suoi studi sulle opere di canalizzazione. In questa stagione è un’occasione da non perdere anche per ammirare i colori del foliage e per gli amanti delle castagne.

Il Sentiero del Viandante si snoda per circa 50-60 km (in base alle deviazioni), lungo un cammino a mezza costa, con le Alpi sullo sfondo. Attraversa boschi di castagni, vigneti e prati, costeggia casali rurali, romantiche rovine di castelli e svettanti torri medievali, invita alla sosta per ammirare antiche cappelle e piccoli borghi dove il tempo sembra essersi fermato. Il percorso viene consigliato in più tappe (dalle 4 alle 8), tutte facilmente raggiungibili anche con il treno, con partenza da Abbadia Lariana (Lecco) e arrivo al culmine del lago di Colico.

Quello che ti proponiamo è il tratto forse più spettacolare e che va da Bellano al borgo medievale di Corenno Plinio. Sono 15 km da percorrere in 4 ore circa, con passo tranquillo. Alla partenza, la prima deviazione da non perdere: il famoso Orrido di Bellano, una gola naturale creata 15 milioni di anni fa dall’erosione del torrente Pioverna e del Ghiacciaio dell’Adda che, nel corso dei secoli, hanno modellato la roccia in un suggestivo canyon, ricco di anfratti e spelonche. È visitabile grazie ad un sistema di passerelle ancorate sulle alte pareti a picco sull’acqua e che arrivano fino alla grande cascata posta più a monte.

Riprendendo la strada da Bellano, il sentiero alterna dolci saliscendi costeggiando orti, attraversando piccole frazioni, inoltrandosi nella magica atmosfera del fitto bosco, per poi sbucare in ampie radure con bellissime vedute del lago dall’alto. Dopo la discesa a Dervio, dove spesso sullo specchio d’acqua volteggiano coloratissimi kitesurf, il percorso risale e prosegue, tra prati e ulivi, fino a Corenno Plinio. La visita a questo borgo è un viaggio a ritroso nel tempo, con le rovine medievali del Castello e le lunghe scalinate in pietra che, tra antiche dimore dal fascino secolare, scendono verso il lago.

Info: leviedelviandante.eu; trekkinglecco.com.


  • Emilia Romagna


La via dei gessi e dei calanchi: patrimonio dell'Unesco, un percorso che si snoda tra boschi e montagne carsiche

Uno dei cammini perfetti per l’autunno, fino a novembre inoltrato, è La Via dei Gessi e dei Calanchi che, in 102 km, collega Bologna a Faenza, la città della ceramica. L’itinerario, che si snoda per i colli tra Emilia e Romagna, attraversa ben due parchi naturali, il Parco Regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa e il Parco della Vena del Gesso Romagnola, nonché alcuni fra i borghi più belli d’Italia.

«Proprio recentemente i sistemi carsici gessosi della Regione sono stati riconosciuti dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità; la Via si snoda infatti in un ambiente naturale unico: si cammina fra calanchi da pianeta alieno, attraversando boschi fitti che nascondono anfratti e caverne, con la luce del sole sulla vena del gesso che crea riflessi unici», spiega Sara Cavina, guida ambientale escursionistica e co-autrice di La Via dei Gessi e dei Calanchi a piedi (Ediciclo Editore).

Viene proposto in 7 tappe, alcune più impegnative; dato che tutte le località di arrivo e partenza sono raggiungibili anche con l’autobus si possono scegliere più alternative, tra la passeggiata con rientro in giornata o un cammino di più giorni.
Tra i più suggestivi ti consigliamo il tratto da Borgo Tossignano a Borgo Rivola, sono 10 km che si percorrono, indicativamente, in 4 ore.

C’è la possibilità di scegliere fra una Via Alta, pensata per chi ha una buona preparazione atletica e non teme brevi tratti esposti, e una Via Bassa, quella che ti proponiamo, più adatta a tutti. Dopo un’avvio pianeggiante, il sentiero sale nel bosco dove lo scintillio dei cristalli di gesso, incastonati nel terreno, accompagnerà il cammino per tutta la tappa e prosegue nel fitto degli alberi che, in questo periodo, si accendono dei colori dell’autunno. Lungo il percorso si trovano i ruderi dell’imponente villa Le Banzole, proprietà della famiglia dello scrittore e poeta Alfredo Oriani, riconosciuto come uno dei primi cicloviaggiatori italiani. Si arriva a Borgo Rivola, dopo una lunga discesa: qui, presso il Centro visite sul Carsismo e la Speleologia si può partecipare a una visita guidata alla grotta del Re Tiberio, dove sono visibili le tracce della presenza umana attraverso diversi millenni.

Info: laviadeigessiedeicalanchi.it.


  • Marche


La faggeta di Canfaito: per il sentiero che attraversa un bosco magico di alberi secolari

È sicuramente uno dei percorsi più suggestivi dove ammirare il foliage: questo itinerario attraversa la faggeta di Canfaito, nell’entroterra marchigiano, in provincia di Macerata. Il nome stesso della località, deriva dal latino “campum faiutum” e significa proprio “campo di faggi”.

Si trova su un altipiano, a circa 1000 m di altitudine, all’interno della Riserva naturale regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito, un’area di grande rilievo anche antropologico e archeologico, ricca com’è di grotte, anfratti e ripari abitati sin dalla preistoria e in cui sono stati rinvenuti antichi strumenti e utensili in pietra. Questa riserva è l’habitat naturale di lupi, caprioli e gatti selvatici e vi nidificano il gufo reale, il falco pellegrino e il picchio rosso. Ma ciò che domina il paesaggio, per estensione e bellezza, è il faggio e, in particolare, in questo tratto di bosco, si trova il più antico delle Marche, inserito nell’elenco dei 300 alberi monumentali d’Italia.

Non a caso, questo itinerario è conosciuto tra i locali come “il viale dei giganti” perché vi regnano piante che superano i 500 anni. L’itinerario parte da Elcito, un piccolo borgo castello, nato intorno a un’antica abbazia benedettina, ormai scomparsa, e conosciuto come il Tibet delle Marche perché regala viste incantevoli su tutta la valle. È un’escursione adatta a tutti, che puoi fare con tutta la famiglia: dura circa un’ora e mezza, per poco più di 5 km, quindi puoi prevedere andata e ritorno, lungo un sentiero facile che attraversa il bosco e le radure panoramiche.

Dopo il primo tratto in compagnia delle mucche al pascolo, il sentiero si immerge via via tra gli alberi di noccioli che, in questa stagione, si accendono di tutta la gamma dei rossi autunnali. Deviando poi sul versante destro del vallone, si giunge alla monumentale faggeta, dove ammirare l’effetto del foliage.

Info sul parco naturale e i suoi sentieri: riservamontesanvicino.it.


  • Toscana

Il cammino di San Bartolomeo: sulle orme dei pellegrini, tra borghi dalla calda ospitalità

Dedicato al culto del Santo, è un itinerario a cavallo dell’Appennino che unisce Fiumalbo, in provincia di Modena, a Pistoia. Lungo circa 100 Km, percorribili indicativamente in cinque giorni o a tappe, si sviluppa prevalentemente in media e alta montagna, attraversando boschi e località di grande interesse paesaggistico oltre che storico e artistico. A Pistoia, poi, il cammino si intreccia con altri percorsi, che permettono di connettersi alla via Francigena.

Questo sentiero pedonale unisce i luoghi, tra Emilia e Toscana, dedicati a san Bartolomeo che fu uno dei dodici apostoli e fece la fine del martire: la tradizione più diffusa vuole che sia stato spellato vivo, tanto da essere immortalato nientemeno che da Michelangelo nella Cappella Sistina, dove appare tenendo in mano la sua pelle.

Lungo il percorso, che si sviluppa prevalentemente tra mulattiere e sentieri attraverso antichi boschi in quota, si trovano diversi luoghi sacri e chiese a lui intitolati. La tappa che ti proponiamo è quella da Cutigliano a Piteglio, 15 km percorribili in circa 5 ore. Volendo, si può spezzare in due, pernottando a Pratale e Popiglio, prendendosi il tempo per godere degli splendidi paesaggi ma anche della calda ospitalità di queste terre, del cibo genuino e dell’atmosfera di questi borghi di origine medievale. Il percorso, tutto un saliscendi immerso nei boschi, inizia con la passeggiata di San Vito, scende verso il torrente Lima per poi risalire prima al crinale dove svettano le Torri di Popiglio e poi di nuovo fino al borgo di Piteglio, dove si conclude.

Info: camminodisanbartolomeo.com.


  • Calabria 


Il sentiero dell’inglese: a ritroso nel tempo nel cuore dell’Aspromonte

A metà ’800, il paesaggista inglese Edward Lear, in compagnia di un amico, una guida e un asinello, con spirito da esploratore si inoltrò a piedi nell’entroterra calabrese, tra le colline, i monti e la natura selvaggia dell’Aspromonte, in quella punta estrema della nostra Penisola che va da Reggio Calabria fino alla costa del mar Ionio.

Un viaggio che ha ispirato un itinerario di trekking, chiamato appunto il Sentiero dell’Inglese, lungo ben 110 km e che attraversa borghi caratteristici, città fantasma, foreste e formazioni geologiche sorprendenti; l’itinerario si snoda all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte, un’area di grande biodiversità per la sua posizione esposta su due versanti, quello Ionico e quello Tirrenico, con microclimi, paesaggi e habitat diversi: dalla macchia mediterranea alle vaste pinete e faggete, con vallate solcate dalla caratteristiche fiumare, letti di corsi d’acqua dalla portata non costante.

Il cammino, che di solito si percorre in una settimana, suddiviso in 6-7 tappe, parte dalla frazione di Pentedattilo, uno dei borghi più suggestivi della Calabria e arriva a Palizzi Marina. Porta alla scoperta non solo di maestosi paesaggi ma anche della cultura grecanica: in quest’area, infatti, vivono ancora i costumi ereditati dalle colonie della Magna Grecia (da non perdere le specialità gastronomiche) e, in una quindicina di comuni, si parla una lingua neo-greca riconosciuta come una delle due minoranze linguistiche greche in Italia (l’altra è la Grecia Salentina).

«Una delle tappe più facili e meno complicate – racconta Andrea Laurenzano, guida ambientale escursionistica dell’Aspromonte - è quella da Bova a Palizzi, di 13 km. Un tratto tra panorami e vigneti, perché per buona parte si cammina su una strada bianca con un bel panorama sul mare Jonio, la Sicilia, l’Etna e le montagne dell’Aspromonte che degradano verso il mare. Lungo il cammino è facile incontrare pastori che producono il formaggio di capra e si notano tanti vigneti, dai quali si produce l’unico vino IGT (indicazione geografica tipica) della zona che è il Palizzi».

Prima della partenza merita una visita il borgo di Bova, uno dei più belli d’Italia, con le sue viuzze, i palazzi nobiliari, il Santuario di San Leo, la Concattedrale della Madonna della Presentazione e il Museo della Lingua Greco-Calabra. All’arrivo a Palizzi, non deve mancare la visita a una cantina per la degustazione del vino locale ma anche al caratteristico borgo considerato “il presepe” della Calabria Greca.

Info: sentierodellinglese.it.



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