Il primo approccio a un bambino, oltre alla felicità, lascia comprensibilmente emergere un'importante componente di vulnerabilità, paura, insicurezze: è possibile "allenare la mente" a venire a patti con questa vulnerabilità senza esserne travolte?
«Diventare madre significa confrontarsi con l'essere stata figlia, con la propria femminilità che cambia, con la coppia che diventa coppia di genitori, con la propria autostima. Un cambiamento che coinvolge sotto moltissimi aspetti, fisici, psicologici, sociali. Non poco a cui allenarsi, direi! Di contro, è una avventura che riempie di gioia quotidiana. Nei mesi prima della nascita, è bene concedersi uno spazio di riflessione sui propri significati per la parola “mamma”. Sono molte le cose da fare e poco lo spazio per raccontarle, ma il pensiero buono è che si sta facendo “il meglio di quello che si può”, sempre. Cerchiamo di non cadere vittime di una idea di mamma perfetta che non esiste. I bambini, per altro, si annoierebbero con la madre perfetta: a loro piace quella serena che nel caso, perché no, sa ancora giocare e divertirsi “come una bambina”».