Osteopatia, lo sapevi che cura anche la gastrite?

Sbloccando articolazioni, fasce muscolari e ossa puoi liberarti di molti disturbi ricorrenti



di Claudio Buono

Sinusite:

Da cosa può dipendere - «Spesso chi soffre di sinusite ha un cranio disarmonico. Le distorsioni che il capo ha subito durante il parto potrebbero essere la causa», spiega Alessio Testa, osteopata e kinesiologo.

Come interviene l’esperto - L’osteopata appoggia le mani “a coppa” sulla testa del paziente. Quindi esercita delle pressioni leggere, che correggono la posizione e migliorano la mobilità delle ossa del cranio. In alcuni casi manipola anche le prime vertebre cervicali, per facilitare l’espulsione delle scorie che si accumulano nella cavità delle ossa del viso e causano l’infiammazione.

L’obiettivo-  Ristabilire la mobilità delle ossa del cranio e la loro simmetria, in modo da alleviare la congestione dei seni paranasali. 

Quante sedute occorrono - Sono sufficienti 4-5 sedute in totale, una alla settimana. Ma per chi soffre di sinusite cronica è consigliata una sessione preventiva prima dell’inverno.

Bruciori di stomaco:

Da cosa possono dipendere - Il sintomo parte dalla base del cranio, dove le fasce di tessuto connettivo (che si estendono fino al bacino) avvolgono e sostengono tutti gli organi. Una cervicalgia potrebbe creare tensioni a carico di queste fasce e ripercuotersi sullo stomaco, provocando bruciori e nausea.

Come interviene l’esperto - Esegue delle pressioni sullo stomaco o pratica tecniche che mobilizzano e sbloccanole zone cervico-dorsali, oltre a massaggiare i loro tessuti molli.

L’obiettivo - Le manipolazioni della parte centrale del torace rimettono in posizione stomaco, fasce e legamenti, mentre quelle che puntano a liberare nervi cervicali e dorsali riducono gli stimoli nervosi che ordinano allo stomaco di produrre i succhi gastrici.

Quante sedute occorrono - Da 3 a 5, una alla settimana.

Dolori mestruali:

Da cosa possono dipendere - Le forti fitte che accusi ogni mese possono dipendere da uno squilibrio del bacino. «Un’anomala angolazione delle ossa che compongono la pelvi, cui si aggiunge una zona lombare poco mobile, può aumentare le tensioni a carico degli organi addominali. Un fattore che può causare unacongestione che coinvolge l’apparato riproduttivo e che spesso rende dolorose le mestruazioni.

Come interviene l’esperto - L’osteopata interviene sulle articolazioni: «Si chiamano “tecniche a energia muscolare”: sono spinte che il paziente esercita contro resistenza e che fanno contrarre volontariamente alcuni muscoli. Quindi, mette in pratica altre manovre, chiamate tecniche viscerali, su ovaie, utero e intestino. A queste, a mano a mano che il trattamento procede, in alcuni casi si aggiungono le tecniche di sblocco delle articolazioni, che producono i classici crack».

L’obiettivo - Ridare mobilità a ossa e articolazioni bloccate e a ricreare equilibrio tra le componenti del bacino. 

Quante sedute occorrono - Almeno 3 sedute. Poi si prosegue fino a 5 o 6, con cadenza bisettimanale.

Mal di schiena:

Da cosa può dipendere - I segni lasciati da un intervento chirurgico, ferite, abrasioni e ustioni, se trascurati possono limitare i tuoi movimenti: «Le aderenze che si formano nei tessuti sotto la ferita molto spesso possono provocare delle tensioni, anche a distanza dalla cicatrice. In pratica è come se tutto il corpo fosse portato d’istinto a piegarsi verso questi fasci di tessuto, che appaiono più duri del normale, per diminuire la sensazione di stiramento. Un fenomeno che può condurre ad alterazioni della postura, con la comparsa di dolori alla schiena o alle articolazioni», precisa Testa.

 Come interviene l’esperto - Ammorbidisce la parte visibile della cicatrice e con un tocco della mano, deciso e indolore, allenta quelle profonde.

L’obiettivo - Rendere la zona operata più elastica, in modo da evitare che i tessuti “tirati” dalla cicatrice causino uno scompenso della postura.

Quante sedute occorrono - Di solito sono sufficienti 2 o 3 trattamenti, con cadenza settimanale. Ma poi occorreranno delle sessioni di mantenimento, ogni 3 mesi.

Articolo pubblicato sul n. 24 di Starbene in edicola dal 2/06/2015

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