Fino a qualche anno fa era considerato dannoso perché poteva influire negativamente sulla performance (e qualche allenatore della vecchia scuola continua ancora oggi a considerarlo un tabù). Poi, è stato sdoganato da un vero e proprio boom di ricerche scientifiche. Fatto sta che il dilemma “faccio sesso o no prima di un’attività sportiva?” non ha ancora trovato la parola fine. A cercare di fare chiarezza ci ha pensato un sondaggio lanciato dalla Brooks, azienda di attrezzature sportive che durante la mezza maratona Giulietta&Romeo di Verona ha analizzato le performance di 60 coppie alle prese con una gara di staffetta. I risultati? Il team Sex, (le coppie che avevano fatto sesso la sera prima), ha impiegato 128 minuti in meno rispetto agli elementi della squadra No Sex (che avevano osservato un’astinenza pre gara).
IL MIGLIOR ALLENAMENTO? IN CAMERA DA LETTO
Il merito di questa vittoria, però, è tutto nelle gambe del sesso femminile. A sancire la supremazia delle coppie Sex sono state le donne, che hanno coperto i 10,5 km previsti dalla gara mettendoci in media due minuti e mezzo in meno rispetto alle loro “caste” avversarie. Per i maschietti, invece, chi si è astenuto ha "rosicchiato" 10 secondi a chi ha passato una notte movimentata in camera dal letto. Il verdetto dell’esperimento, quindi, è stato chiaro: “Fare l’amore la notte prima di una gara mette le ali ai piedi delle donne, mentre rallenta i maschietti”.
MENO DOLORI, MAGGIORE ENTUSIASMO
«L'attività sessuale innalza, in entrambi i sessi, i livelli di noradrenalina e dopamina, neurotrasmettitori che hanno un potere euforizzante, migliorano l’umore e abbassano ansia e stress. Nelle donne, però, incrementa anche le endorfine, che hanno proprietà analgesiche ed euforizzanti. Questo può rendere la loro performance più “frizzante”», spiega il dottor Andrea Franceschin, professional member dell’American College of Sports Medicine. «Inoltre, sotto il punto di vista psicologico, la migliore prestazione femminile post sesso potrebbe essere legata a un aumento della soddisfazione delle runner. Questa viene determinata dal fatto di sentirsi desiderata dal partner, un fattore che migliora la propria idea del corpo, aiuta a concentrarsi meglio sulla gara e a tenere alla larga le emozioni negative», chiarisce l’esperto.
È (ANCHE) MERITO DEL TESTOSTERONE
Il segreto però potrebbe essere anche nell’ormone maschile per eccellenza: «Il testosterone è presente pure nell’organismo della donna. Governa l’attività sessuale, dà forza, energia e vigore ai muscoli e migliora la determinazione quando si persegue un obiettivo», spiega la dottoressa Laura Rivolta, sessuologa a Milano. «Inoltre, i livelli di quest’ormone determinano la libido sessuale: più sono alti, maggiore è il desiderio e, secondo gli studi più recenti, l’astinenza (soprattutto quella prolungata) ne abbassa le quantità, generando un calo della forza fisica e dell’umore. Astenersi dal sesso, quindi, può determinare un peggioramento delle performance atletiche che, aggravato dall’insoddisfazione dalla rinuncia forzata al sesso, farebbe aumentare i livelli di stress, peggiorando le prestazioni», continua la dottoressa. «Nelle donne avviene un innalzamento naturale di quest’ormone dopo l’attività sessuale, con un effetto anabolizzante naturale che può assicurare risultati migliori in campo e in pista», aggiunge l’esperta. Un discorso che, in teoria, dovrebbe valere anche per gli uomini, ma il condizionale è d’obbligo: «Quando i maschi vivono le performance in camera da letto come una gara fa capolino la famigerata ansia da prestazione, che trasforma il rapporto con la partner in una fonte di pressione psicologica. Questo rende il sesso prima di una competizione particolarmente stressante e ciò influisce negativamente sui risultati», conclude Rivolta.
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