di Giorgia Martino
Oltre a essere uno sport completo perché allena tutto il corpo, il nuoto offre anche innumerevoli benefici mentali e psicologici. L'acqua, infatti, è simbolicamente correlata all'inconscio e al mondo emotivo: scorre, come la vita, ed è dotata di profondità misteriose e superfici apparentemente più cristalline, esattamente come l’animo umano. Per questo, se l'esercizio fisico aiuta sempre umore e autostima, il contatto con l'elemento tipico di questa disciplina ha qualcosa di unico e particolare.
Per cercare di capire meglio il concetto abbiamo intervistato due psicoterapeuti e psicologi dello sport: la dottoressa Paola Contardi e il dottor Diego Polani, rispettivamente membro del consiglio direttivo e vicepresidente della Federazione italiana psicologi dello sport, oltre che docenti del Settore istruzione tecnica della Federazione italiana nuoto.
Va bene anche galleggiare
Le "sostanze chimiche del benessere", cioè le famose endorfine, che si liberano con l'attività fisica non provocano soltanto sensazioni piacevoli ma hanno anche un potente effetto analgesico. Però non tutti gli sport sono uguali, e alcuni vantano un effetto più rilassante e liberatorio di altri: è il caso del nuoto. «Questa disciplina si distingue per la presenza dell'acqua, che diventa complice del movimento moltiplicando gli effetti positivi dell'attività sportiva», commenta la dottoressa Contardi. «Oltre alla produzione di endorfine, stimola il senso percettivo poiché il corpo, immerso, avverte nettamente i propri confini, con sensazioni che offrono un cambio di prospettiva rispetto al mondo esterno».
Anche il semplice galleggiamento offre una percezione di relax e sospensione in cui ci si sente cullati, leggeri e particolarmente fiduciosi. «In acqua il nostro corpo diventa più agile e riesce a fare quei movimenti che normalmente non siamo in grado di compiere fuori, in situazione di gravità», continua Polani. «Questo elemento, dunque, rinforza la fiducia in se stessi e promuove lo sviluppo socio-affettivo e cognitivo».
In acqua lasci andare pensieri ed emozioni
Secondo i nostri esperti, il relax indotto dal nuoto aiuta a dormire, pensare e vivere meglio, liberando la propria creatività, affrontando in modo più efficace i problemi quotidiani e combattendo stress, ansia e depressione. Anche lo psicologo e psicanalista Carl Gustav Jung correlava l'acqua all'inconscio e alla profondità della psiche, come sottolinea Contardi: «Il mare, con il suo movimento, è simbolo di vita, mentre l'acqua stagnante diventa icona di un blocco che impedisce a pensieri ed emozioni di fluire. Entrare in contatto con quest'ultime favorisce la consapevolezza di sé, permettendo di vivere la vita con un senso di amore più profondo e maggiore leggerezza: l'acqua può essere un veicolo terapeutico importante, ma proprio per questo è necessario affidarsi a professionisti formati in tal senso».
Occorre inoltre ricordare che il nuoto aiuta il benessere psicologico, però in caso di disagi emotivi importanti resta fondamentale la psicoterapia. «È uno sport che porta molti benefici e per questo è possibile affiancarlo a un percorso terapeutico specifico. Ma non può in nessun modo sostituirsi al lavoro di uno psicologo», chiarisce il dottor Polani. «Per esempio, da tempo la Federazione italiana nuoto organizza corsi di formazione per lavorare in maniera ottimale con ragazzi che hanno problematiche come ritardo, autismo e ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività), sempre però in sinergia con l'aiuto degli specialisti che li seguono da un punto di vista terapeutico. In questo modo si può lavorare in team su autostima, autoefficacia e competenze relazionali».
Al mare o in piscina? Dipende da livello di partenza
Ma per favorire il benessere dalla mente è più efficace il nuoto in acque libere o quello in piscina? «Il primo ha bisogno di una padronanza assoluta del corpo quando si è immersi: è necessario essere nuotatori esperti. Inoltre, richiede una grande capacità di adattamento alle condizioni del mare, che sono molto diverse, con cambi di temperatura e di corrente in grado anche di rappresentare dei pericoli», specifica la dottoressa Contardi.
«La piscina, invece, offre sicurezza: ci sono uno spazio e un numero di persone definite, temperatura e condizioni esterne risultano stabili così come lo sono profondità e visibilità in acqua». Tuttavia, la psicoterapeuta sottolinea che nuotare in mare & Co. può sublimare la paura dell'ignoto e imparare a vincere questa difficoltà aumenta l'autostima. Ma chi non è un nuotatore davvero "navigato" deve preferire ambienti più protetti, per salvaguardare la propria incolumità.
Affidati solo a insegnanti qualificati
Avvicinarsi al nuoto, senza stress, è molto semplice. I corsi, infatti, si differenziano per classi, tipologia, difficoltà e livelli: chiunque può trovare la propria dimensione. «La piscina accoglie tutti: dalle gestanti ai bambini di pochi mesi che affollano le lezioni di nuoto baby, dagli anziani che scelgono sempre più spesso di fare attività fisica a chi si vuole cimentare nello sport agonistico. Ammette sia chi non sa nuotare e ha paura dell'acqua sia gli atleti di alto livello. L'importante è scegliere ciò che piace di più e iniziare con gradualità, affidandosi alle scuole nuoto federali che garantiscono personale insegnante qualificato», conclude Polani.
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