Ormai per il padel è boom: se nel 2019 in Italia si contavano poco più di mille campi e 4mila tesserati agonisti, a novembre 2020 le “gabbie” risultavano ben 1.752 e gli atleti più che raddoppiati (10.344).
Ma anche questo sport, come altre disicipline, può stressare le articolazioni e esporre al rischio di infortuni. Fra quelli più frequenti ci sono l'epicondilite (conosciuta pure come "gomito del tennista"), problemi alla spalla, distorsioni alla caviglia e lesioni muscolari. Per giocare d'anticipo ed evitare rischi, ecco una tabella dove vengono presi in esame questi infortuni, i sintomi e la prevenzione. L'abbiamo tratta dal libro Quel Fenomeno del Padel (ed. Gribaudo, 14,90 €), scritto da due grandi esperte: Gaia Brunelli, giornalista di Sky Sport, e Marta Sannito, responsabile tecnico del settore padel nazionale di Asi (Associazioni Sportive e Sociali Italiane).
Aspetti positivi del padel: cosa dice lo psicologo
«Il padel sta avendo un grande successo per due motivi fondamentali», afferma il dottor Andrea Franceschin, psicoterapeuta e psicologo dello sport a Treviso. «Il primo è lo spirito di competizione: i punti sono quasi immediati e si può recuperare lo svantaggio abbastanza facilmente, per cui c’è un continuo flusso di emozioni e una costante presenza di adrenalina. Il secondo è il senso di soddisfazione. È uno sport per tutti, e il fatto di praticarlo in coppia permette di contare sul sostegno del compagno di squadra, aumentando autostima e autoefficacia, cioè la consapevolezza delle proprie capacità in campo».
Intevista alla campionessa di padel Chiara Pappacena
Se ti è venuta voglia di provare il padel e scendere in campo, la lettura del libro sopra citato Quel Fenomeno del Padel ti può essere molto utile. Chissà che non capiti anche a te di cominciare solo per gioco e poi di appassionarti, come ha fatto la stella del padel Chiara Pappacena, che abbiamo intervistato qui, subito dopo la vittoria nel Fip Star di Dubai, ad aprile, conquistata in coppia con Giulia Sussarello.
Chiara, come hai scoperto il padel?
Ho un passato da tennista di buon livello, sono stata anche intorno alla posizione mille della classifica mondiale. A 18 anni però ho detto basta, perché non era semplice far combaciare viaggi e studi. Proprio in quel periodo a Roma ha cominciato a prendere piede il padel e ho iniziato a praticarlo con gli amici, per puro divertimento. La passione per questo sport è andata sempre crescendo, da 3 anni ho iniziato a prenderlo sul serio e dall’aprile dell’anno scorso, dopo la laurea, mi dedico solo al padel. Per me è come se fosse un vero e proprio lavoro.
Una ragione per prendere in mano la “pala”?
È uno sport estremamente divertente. Anche se in campo scendono quattro principianti si divertono comunque molto. Inoltre il padel è dinamico e faticoso, caratteristiche che lo rendono utile per aiutare anche a perdere peso.
Un consiglio per chi vuole iniziare?
Evitare di farsi scoraggiare dal fatto di non aver giocato a tennis, errore che commettono in tanti. Certo, aver praticato questo sport può aiutare perché alcuni colpi, come diritto, rovescio volée e smash sono molto simili, ma diversi giocatori, anche di livello internazionale, hanno iniziato direttamente con il padel. Inoltre suggerisco di giocare tanto: più partite e lezioni fai, più impari.
A proposito di lezioni, prenderne qualcuna prima di cominciare conviene?
Sì, perché permette di imparare la parte tecnica dei colpi. All’inizio possono bastarne un paio alla settimana per un mese e mezzo circa, in modo da avere un’impostazione iniziale generale. Vanno però sempre abbinate alle partite, da giocare in un giorno differente, così puoi mettere in pratica tutto ciò che hai imparato con il maestro. In seguito le lezioni non vanno abbandonate completamente ma puoi ridurne la frequenza a una alla settimana.
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Articolo pubblicato sul numero n° 8 di Starbene in edicola e in digitale dal 13 luglio 2021