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Occhi, i benefici dell’attività fisica sulla vista

Fare attività fisica, oltre a donarti un corpo tonico, dà una mano anche alla vista. Perché favorisce il benessere del cervello e della circolazione

Foto: iStock



Vuoi guadagnare una vista al top? Alzati dal divano e inizia a fare una vita attiva. «La visione, o per meglio dire la sensazione visiva, deriva dal cervello. L’occhio, infatti, attraverso le vie nervose invia semplicemente un impulso elettrico che viene decodificato dalla “materia “grigia”. Perciò, se quest’ultima sta bene anche la qualità visiva sarà migliore», afferma il dottor Pier Federico Fiorini, medico chirurgo oculista e Direttore Sanitario di Clinica Baviera a Bologna.

E qual è uno dei modi più efficaci per raggiungere l’obiettivo? L’attività fisica: «Fare movimento regolarmente stimola la produzione di endorfine (neurotrasmettitori che agiscono come analgesici naturali e riducono lo stress), aiuta a regolarizzare la pressione sanguigna e attiva tutti quei meccanismi che fanno lavorare meglio il nostro “computer”, dove ha sede anche l’area visiva», continua l’esperto. Che ti spiega, passo dopo passo, quali sono i benefici di una vita attiva sulla vista.


Abbassa la pressione

«È noto come l’attività fisica, anche quella moderata, migliori i parametri della pressione sanguigna. Quest’ultima, a sua volta, è legata alla perfusione dei vasi sanguigni della retina. L’ipertensione, infatti, può influire in maniera importante sulla salute della vista perché è in grado di ostacolare l’apporto alla retina di tutte quelle sostanze nutritive necessarie per farla lavorare al meglio (principalmente l’ossigeno), scatenando così una retinopatia ipertensiva», mette in guardia Fiorini.

«Inoltre, livelli pressori troppo alti intralciano il processo di eliminazione dei cataboliti (prodotti di scarto del metabolismo delle cellule retiniche), che vengono trasportati via dal flusso vascolare venoso. Perciò, se i vasi non assicurano il giusto ricambio sanguigno, c’è la possibilità che i cataboliti rimangano nella retina, arrivando a scatenare una degenerazione maculare», continua il medico, che precisa: «Chi fa attività fisica ha una netta riduzione delle probabilità di sviluppare questi problemi».

Senza dimenticare, inoltre, che l’attività fisica è uno strumento utile per ridurre i rischi di diabete mellito, un problema che a lungo andare può sfociare nel cosiddetto diabete retinico, dannoso per la vista.


Ansia e stress: due nemici... a vista

«Praticare esercizio fisico fa liberare endorfine, neurotrasmettitori che funzionano come analgesici naturali e in grado di ridurre lo stress. Ed è anche per questo che, dopo aver fatto sport, ci sentiamo bene», mette subito in chiaro il dottor Fiorini.

Ma qual è il legame con il benessere della vista? «Ansia e pressioni mentali richiedono un notevole sforzo al cervello, che per fronteggiare queste due condizioni impiega moltissima energia, sottraendola a tutte le altre funzioni. In pratica, la “materia grigia” agisce proprio come quando mettiamo in stand by un elettrodomestico», chiarisce il medico. A risentire di questo lavoro extra è anche la sensazione visiva: le aree 17,18 e 19 di Brodmann (area del cervello deputata alla visione), poste nella zona occipitale, si ritrovano a contare su un minore apporto di energia per elaborare i dati inviati al cervello dai nostri occhi.

E così, la vista diventa offuscata. «Inoltre, lo stress può sfocare l’immagine che percepiamo», continua Fiorini. All’interno dell’occhio, infatti, trova posto il muscolo ciliare, che serve a mettere a fuoco a varie distanze e che richiede tantissima energia. Ma se il cervello la “dirotta” per combattere ansia e stress, questo muscolo si muove meno rapidamente, fornendo così messe a fuoco meno precise. «Immaginiamo l’obiettivo di una fotocamera: se lo zoom elettrico è molto potente mantiene sempre la messa a fuoco. Quando la batteria è semi-scarica, zoppica», spiega il dottor Fiorini.


Benessere a occhi chiusi

«L’attività fisica quotidiana, fra i suoi numerosi benefici, vanta anche quello di ridurre il tempo necessario per addormentarsi, perché permette al cervello di “staccare” e ricaricarsi», precisa il dottor Fiorini. «Il cattivo riposo, invece, peggiora le prestazioni del nostro computer, poiché riduce le energie necessarie per farlo lavorare al meglio, sensazione visiva compresa», continua il medico. Infatti, se la mente è “scarica” rischia di non riuscire a sostenere in maniera adeguata il lavoro del muscolo ciliare, che si contrae e decontrae milioni di volte al giorno per assicurare la messa a fuoco corretta: un movimento continuo che richiede tantissimo “carburante”.

«Dormire poco o male, cioè con numerosi risvegli, può anche ridurre la produzione di lacrime da parte della ghiandola lacrimale, rendendo così gli occhi secchi e asciutti e portando la visione a un peggioramento. Attenzione però, anche se è un discorso molto soggettivo evita di andare a letto subito dopo l’attività fisica: il corpo potrebbe essere troppo eccitato e, di conseguenza, ostacolare l’addormentamento. Meglio fare passare circa tre ore», specifica lo specialista.


L'importanza della dieta

Il peso influisce in maniera diretta anche sul benessere della vista: «L’obesità aumenta l’incidenza di patologie come ipertensione e retinopatia diabetica, che come abbiamo visto possono influire molto su quantità e qualità visiva», spiega il dottor Pier Federico Fiorini. «Proprio per questo, è consigliabile affiancare all’attività fisica un’alimentazione bilanciata. Bisogna mangiare di tutto ma in maniera moderata, in base all’età e alle attività praticate: una persona sedentaria e un po’ avanti con gli anni non può pretendere di nutrirsi quanto un giovane che deve affrontare una performance sportiva», continua l’esperto.

I  cibi top? «Una dieta ricca di antiossidanti, acidi grassi e vitamine presenti in frutta, verdura e pesce può aiutare a prevenire problemi come la degenerazione maculare correlata all’età. Perché questi nutrienti sono in grado di migliorare sia il metabolismo sia il catabolismo delle cellule della retina», conclude l’esperto.


Ragazzi e miopia: meglio stare all'aperto

Buone notizie per i più giovani: il tempo passato outdoor può aiutare a limitare i rischi di miopia. «Si tratta di un problema che tende a progredire più velocemente quando si guarda da distanze ravvicinate. E l’aumento di questa patologia fra i giovani è imputabile al fatto che ormai i ragazzi vivono “attaccati” al display di smartphone e tablet, o comunque sono abituati a guardare da vicino», spiega il dottor Pier Federico Fiorini.

«All’aria aperta, invece, lo sguardo è rivolto verso l’infinito, lo spazio è ampio e il muscolo ciliare non si contrae per mettere a fuoco da lontano. Un fattore che permette di evitare di stimolare l’allungamento del bulbo oculare, fra le cause della miopia», continua l’esperto, che aggiunge: «A beneficiarne sono i più giovani, ma fa bene anche agli adulti, che vedono il loro muscolo ciliare rilassarsi meglio».


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