Ama la montagna, muoversi all’aria aperta, ritrovare la sua vera dimensione nella natura. Heidi Messner è un ragazza di 25 anni, originaria dell’Alto Adige, sportiva e solare, che ha trovato nello speed hiking un’attività che l’appassiona, le regala quel senso di libertà di cui ha bisogno, l’aiuta a mantenere l’equilibrio tra i suoi tanti impegni: lo studio all’Università Bocconi di Milano, dove frequenta la facoltà di Marketing e Comunicazione, e il lavoro, a Salisburgo, dove al momento sta seguendo uno stage.
Grazie alle camminate in quota a passo veloce, il tratto distintivo di questo sport, si mantiene in forma e ha la possibilità di scoprire paesaggi incontaminati, avventure che ama condividere sui suoi canali social, postando bellissime foto delle sue escursioni. “Heidi dalle montagne”, come si definisce nel suo blog, ha accettato con entusiasmo di raccontarci come si pratica lo speed hiking, per ottenere il massimo dei benefici in tutta sicurezza.
Per chi non lo conosce, spiegaci cos’è questo sport...
Si tratta di muoversi velocemente in montagna, come durante un’escursione abbastanza breve, che si svolge nell’arco di 2-3 ore e in cui si cerca di mantenere un passo sostenuto, ma sempre rispettando il proprio ritmo. Si cammina quindi su terreni impegnativi ma con un’attrezzatura più leggera rispetto al trekking. Per come lo vivo io, lo speed hiking deve regalare benessere a corpo e mente. Non è solo un workout che fa bene a muscoli e fiato, ma un’opportunità per vivere un’esperienza immersiva nella natura.
Come hai cominciato?
Sono cresciuta in una famiglia molto sportiva, trascorrevamo le vacanze in montagna, per me è sempre stato naturale muovermi in questo ambiente. Ho iniziato a praticare speed hiking durante il liceo: non avendo molto tempo a disposizione per vere e proprie escursioni, ho cominciato “arrampicandomi” sui colli nei dintorni di Bolzano, la mia città. Era il mio momento di relax dopo la scuola o il pomeriggio di studio che, spesso, condividevo con un gruppo di amiche. Uscite che organizziamo anche ora che siamo cresciute, approfittandone per stare insieme e sì... riusciamo anche a chiacchierare, trovando un compromesso tra le diverse velocità. Fisicamente è sicuramente un ottimo allenamento per tutto il corpo: si pensa che, principalmente, sia coinvolta la muscolatura delle gambe ma in realtà lavora anche il core, cioè i muscoli stabilizzatori di busto e schiena. Si usano tanto anche le braccia e le spalle, che bilanciano il movimento e sostengono la spinta delle gambe, soprattutto quando in salita si usano i bastoncini.
Bisogna essere già allenati?
Lo speed hiking non presuppone una preparazione particolare e può praticarlo anche chi non è abituato al trekking o non è uno sportivo. Basta cominciare per gradi, su percorsi di montagna che prevedono un certo dislivello ma terreni non troppo impervi, per abituarsi a un passo veloce. Consiglio, quindi, di scegliere in base al proprio allenamento e alla disponibilità di tempo. Ai principianti suggerisco di limitarsi a una camminata di mezz’ora o quaranta minuti, a un ritmo tranquillo per i primi dieci minuti per poi aumentare progressivamente la velocità e ridurla nell’ultimo tratto. Lo speed hiking non va vissuto come “prestazione”, ma come un’attività che ci allontana dallo stress quotidiano. Inoltre, e vale per tutti, prima di ogni uscita è bene pianificare il percorso, controllare il meteo e non superare i propri limiti: le buone regole di quando si affronta un trekking.
Anche l'attrezzatura è importante.
Le scarpe sono fondamentali, devono essere specifiche per l’escursionismo, garantire stabilità sui terreni sconnessi, essere leggere per un passo veloce ma anche sostenere il piede su cui appoggiamo tutto il nostro peso. La suola deve essere scolpita per garantire il giusto “grip”, cioè la tenuta, con inserti ammortizzanti al tallone e rinforzi protettivi in punta. Per quanto riguarda i bastoncini, io li uso sui percorsi più impegnativi perché mi danno più stabilità in salita, mentre in discesa offrono una maggiore sicurezza. Inoltre, ho sempre con me uno zaino, leggero ma resistente che permette anche una buona traspirazione sulla schiena; ne basta uno intorno ai 20 litri, quindi di una capienza ridotta ma sufficiente a contenere la borraccia dell’acqua, uno snack per evitare cali di zuccheri, una giacca impermeabile per proteggermi in caso di maltempo improvviso e, quando mi spingo su percorsi un po’ più lunghi, un kit di pronto soccorso (se ne trovano di piccoli e leggeri).
Sul tuo profilo IG posti foto anche di posizioni yoga...
Sì, perché completa e bilancia uno sport più improntato alla velocità come lo speed hiking. Ho iniziato a praticare questa disciplina 4 anni fa, durante il mio soggiorno in Norvegia, dove ho vissuto per 6 mesi. Lì l’inverno è molto lungo e freddo e quindi ho cercato un’attività da svolgere al chiuso; ho iniziato a frequentare un corso e mi sono subito appassionata. Pratico Vinyasa, centrato sulla fluidità dei movimenti: mi piace perché mi permette di costruire forza e flessibilità. Mi fa sentire che il corpo lavora molto.
Per cominciare la giornata al top
Six to Nine: Kick-start your day è la nuova campagna di Salewa che promuove lo speed hiking come l’attività ideale prima di andare in ufficio e di fare colazione, godendo dell’alba e di un momento senza stress, per ricaricarsi di energia. «Non è necessario spostarsi per raggiungere le montagne, ma approfittare di quello che l’ambiente offre nelle vicinanze, come le prime colline raggiungibili da casa. L’importante è mettersi alla prova con passo veloce, in salita», sottolinea Heidi Messner.
L’iniziativa sarà supportata, sui canali social del brand, da video con stories di persone comuni e di atleti da ogni angolo del pianeta, dalle Dolomiti a Nizza, da Singapore a Boulder, in Colorado. Racconteranno “quel momento” tra le sei e le nove del mattino, partendo da paesi in valle per arrivare alle cime o dal centro di una metropoli, per raggiungere un parco o le colline circostanti.
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