In questo periodo tormentato dal Coronavirus, l’80% degli italiani vorrebbe ballare di più: il dato emerge da una recente ricerca commissionata da Zumba, il programma che combina danza e fitness e vanta 15 milioni di appassionati. Un desiderio del genere proprio adesso? «Non è affatto strano. Per un semplice motivo: muoversi a ritmo è una vera terapia per corpo e mente», sostiene Peter Lovatt, psicologo ed ex ballerino professionista, celebre in tutto il mondo come “Dr. Dance” grazie agli studi sugli effetti della danza e fondatore, nel 2008, del Dance Psychology Lab all’università dell’Hertfordshire, 35 km da Londra. Come spiega durante l’intervista che ci ha rilasciato in esclusiva.
Cominciamo dagli effetti sul corpo.
«Il ballo impegna ogni singolo muscolo e ci rende più tonici, flessibili, forti. È un esercizio aerobico, cioè protratto nel tempo a intensità moderata, che aiuta a dimagrire (brucia fino a 1.000 calorie), modella la silhouette, corregge la postura e potenzia il sistema cardiocircolatorio, perché il cuore pompa maggiore quantità di sangue».
È un vero allenamento, quindi.
«Esatto, con un valore aggiunto inestimabile. Agisce sul cervello: la danza cambia il modo di ragionare, è stato provato scientificamente. Chi balla, sviluppa il pensiero divergente, quello creativo che trova molteplici soluzioni a un problema. Danzare accelera i processi di apprendimento e ha un impatto psicologico deflagrante, al punto da rappresentare una cura valida contro le malattie neurodegenerative. Sul web spopola il video commovente di Marta Cinta Gonzales: affetta da Alzheimer e costretta in carrozzina, ascoltando la melodia de Il lago dei cigni di Čajkovskij, ripete le movenze che eseguiva quando era prima ballerina del New York Ballet».
A causa della pandemia, da mesi patiamo l’isolamento sociale: anche ballare in casa ha effetti positivi?
«Certo, parte sempre e ovunque con una sferzata di energia e termina regalandoci una sensazione di benessere generale a lungo rilascio. In breve, migliora la qualità della vita. È una pura questione di chimica: ballare mette in moto i recettori oppioidi, che alzano la soglia del dolore, e stimola la produzione di endorfine, gli ormoni della felicità. Se i neonati hanno il senso del ritmo, significa che siamo “programmati” biologicamente per danzare. Muoversi seguendo la musica è quanto di più naturale esista: attraverso il corpo comunichiamo le emozioni meglio della parola. Il linguaggio non verbale non mente, si sa».
C’è qualche stile antistress in particolare?
«Tutti – tradizionali o moderni, lenti o veloci – riescono a sgomberare la testa dai guai e a cancellare le ansie. Già dopo pochi passi ci sentiamo più leggeri da capo a piedi et voilà, inizia il rilassamento profondo. E il divertimento! Oltre a questa virtù universale, ciascun ballo ha doti particolari e indicazioni mirate».
Per esempio?
«Se vogliamo ricaricare le batterie, buttiamoci nella disco, mentre la danza del ventre è un toccasana per l’autostima. Il tango tira fuori la personalità; per risvegliare la sensualità assopita, invece, lanciamoci nella rumba. Garantisco che tutti i balli sono adatti a chiunque e fanno prodigi sulla memoria, continuamente sollecitata per ricordare le figure da eseguire. I corsi virtuali di ogni livello sono a portata di clic e spesso gratuiti: l’occasione per scoprire lati del nostro carattere che nemmeno immaginavamo».
Chi non ha mai mosso un piede in vita sua?
«Questo è il momento giusto per provare: tra le mura domestiche non sentirà addosso occhi estranei e si lascerà andare al groove. Da solo, magari in bagno dopo la doccia, oppure in compagnia della famiglia, prima di cena. Ballare connette le generazioni e rinsalda i legami affettivi, lo dico per esperienza».
Ce ne racconta una?
«Anche in Gran Bretagna il lockdown è stato lungo e condividere 24 ore al giorno o quasi gli spazi con mia moglie e mio figlio ha creato una certa tensione. Per stemperare gli animi e alleggerire il clima, tra riunioni di lavoro e didattica a distanza, siamo ricorsi diverse volte alla danza. Come l’altro giorno, con Romeo, che ha 7 anni: stremato da 4 ore di scuola al computer, era intrattabile. L’idea di proporgli una “pausa Beyoncé” ha funzionato: mentre ci scatenavamo su Crazy In Love, con le braccia e le gambe che andavano qua e là, gli ho mostrato una coreografia di Chicago, uno dei musical di cui sono stato protagonista a teatro da ragazzo, e ci siamo ritrovati abbracciati. In generale, il ballo è una forma di aggregazione straordinaria, non a caso i giovani affollano le discoteche e gli anziani non rinunciano alle balere».
Tradotto: la danza non ha età.
«E non ha peso: sfatiamo il mito che bisogna essere giovani e atletici per ballare. Muoviamoci rispettando i nostri limiti e, sessione dopo sessione, saremo sorpresi dai nostri progressi: il fiato si allungherà, il fisico resisterà di più allo sforzo, la coordinazione aumenterà e i limiti si sposteranno in avanti senza accorgercene».
Quanto bisognerebbe ballare per ottenere il massimo dei benefici?
«Raccomando una dose – dico così perché considero la danza una medicina, però senza controindicazioni – di un’ora. Inclusi 5 minuti di riscaldamento, per sciogliere e attivare muscoli e articolazioni, e altri 5 di defaticamento conclusivo, per recuperare dall’esercizio».
Se manca il tempo?
«La danza si adegua alle nostre esigenze e ci offre due opzioni. La prima consiste nel suddividere l’attività in 3 sedute da 15 minuti durante il giorno. Io utilizzo questo metodo di frequente, al risveglio, poi in attesa di pranzare e cenare. Ho preparato una playlist dedicata, che spazia dal soul al pop e che vi consiglio, sicuro di incontrare i vostri gusti: Superstition di Steve Wonder, Soul Bossa Nova di Quincy Jones, I Feel Love di Donna Summer e Can’t Stop The Feeling! di Justin Timberlake e la mia The Doctor Dance Happy Dance, perfetta per i bambini (su YouTube è disponibile il video, dove il professore mostra la facile coreografia, ndr)».
La seconda opzione, invece?
«È una full immersion rapida, ma comunque efficace: basta una canzone. La nostra preferita in assoluto oppure quella che interpreta lo stato d’animo del momento. Molleggiamo e facciamoci guidare dalle note, senza pensare ai passi, niente è più liberatorio dell’improvvisazione. Credetemi, sono 5 minuti che cambiano la giornata. Il primo risultato è immediato, lo notiamo se ci guardiamo allo specchio appena spegniamo la musica: quel sorriso che sprizza gioia è tutto merito del ballo».
CHI È PETER LOVATT
Ex ballerino di musical, il dottor. Peter Lovatt (peterlovatt.com) è psicologo con dottorato di ricerca in psicologia e master in calcolo neuronale. Professore alla Royal Ballet School di Londra, ha insegnato in prestigiose università come Cambridge; il suo ultimo libro The Dance Cure: The Surprising Secret To Being Smarter, Stronger, Happier (HarperCollins) è un best seller mondiale, apprezzato anche dall’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
È IL MOMENTO GIUSTO PER IMPARARE ON LINE
Vuoi cimentarti con la danza a casa? Su internet l’offerta di corsi di ballo online è ampia e varia: c’è solo l’imbarazzo della scelta. Noi ne abbiamo selezionati cinque.
Per imparare danza del ventre, irlandese o afrobeat visita il sito danzadance.com; su zumba.dance, invece, trovi i tutorial di Zumba. Il canale YouTube di Caput Villae Danza propone video di danza classica specifici per adulti principianti; se ti incuriosisce il tip tap, accedi a quello di Vittoria Borghetto, mentre il canale YouTube de La Tua Tv propone lezioni di hip-hop tenute da Antonella Brudaglio.
Fai la tua domanda ai nostri esperti
Articolo pubblicato sul n. 1 di Starbene in edicola e digitale dal 15 dicembre 2020