Avete mai visto delle minigonne pensate e disegnate per andare in montagna? Si chiamano “skort”, un neologismo che fonde le parole inglesi skirt (cioè gonna) e short (cioè pantaloncino). Ma noi continueremo a chiamarle per comodità “gonne”, come sui cataloghi dei negozi di abbigliamento e attrezzatura sportiva. Tutto in realtà è cominciato qualche inverno fa quando qualche brand di abbigliamento invernale ha inventato delle minigonne in trapuntato di piuma da indossare sopra ai pantaloni per fare scialpinismo o per ciaspolare: queste minigonne erano anche funzionali a tenere al caldo la zona addominale e lombare.
Domanda: perché mai una donna che va in montagna a fare un’escursione in alta quota, o un’impegnativa gara di trail lungo i sentieri sterrati o semplicemente al parco in città a correre dovrebbe indossare una gonnellina leggera all’interno della quale sono cuciti un paio di pantaloncini sportivi? «È soprattutto un vezzo», confessano le nostre tester che da tempo sono solite indossare il prodotto durante la loro attività. «Anche mentre siamo concentrate sul fare un passo dopo l’altro, ci piace l’idea di indossare un capo femminile. Perché no?».
Una cosa è certa: le gonne da trekking testate dalle nostre esperte sono ormai un capo di abbigliamento molto popolare e vengono scelte da un’alta percentuale di donne che corrono o che vanno in montagna a camminare d’estate.
Gonne da trekking, il tessuto e il modello
Le skort estive sono realizzate con un tessuto sintetico elasticizzato, traspirante e antiabrasione per evitare che si strappi quando ci si siede su una roccia o nell’erba che cela un sasso o un bastoncino appuntito. «Il tessuto scelto per le gonne ci può già dire molto sul suo uso», afferma Ursula Früwirth Casati, triatleta, trailrunner e grande esperta di montagna. «Ci sono tessuti leggerissimi e perfino traforati che sono più utili a chi corre, per il minor peso e per la traspirabilità, mentre a chi deve solo camminare lungo i sentieri vanno bene anche quelli leggermente più pesanti».
Il pantaloncino interno è sempre in lycra o in microfibra, con cuciture piatte per il massimo comfort. Quasi sempre della stessa lunghezza della gonna (solo in rari casi sono più lunghi) se non più corto, va indossato rigorosamente senza altri indumenti intimi, come se si trattasse di un normale costume da bagno per la spiaggia o la piscina.
Vestibilità, tra spacchetti e cinture
È un capo di abbigliamento nato per una funzione specifica, perciò anche i dettagli sono fondamentali per ottimizzare le prestazioni di chi lo indossa.
«Una gonna di questo genere deve prevedere uno spacchetto. Le gonne che abbiamo testato avevano un grosso spacco profondo anteriore o posteriore, oppure due spacchetti laterali. La loro presenza assicura all’atleta di poter allungare la gamba durante il movimento della corsa senza che il tessuto faccia attrito con la pelle. Allo stesso modo la donna che, durante un trekking lungo un sentiero, deve salire un gradone di roccia, deve sentirsi libera nei movimenti», afferma Ursula Früwirth Casati.
Un aspetto discriminante è anche quello della cintura: «Uno solo dei dieci modelli testati», dice Elena Ferrari, atleta del Triathlon Team Brianza e protagonista di molte gare di corsa in montagna, «aveva un sistema di chiusura con un cordino da annodare in vita mentre ben otto erano dotati di un elastico, più o meno alto e più o meno fasciante. Un solo capo aveva entrambi. I modelli pensati per chi corre hanno una fascia elastica morbida e avvolgente, che non irrita e non dà fastidio anche durante uno sforzo prolungato. Le gonne pensate per il trekking leggero invece sono attrezzate anche con elastici alti e rigidi che stringono molto in vita e che, a lungo andare, possono infastidire chi le indossa».
Gonne da trekking, l'importanza delle tasche
Indipendentemente dall’uso che se ne fa, una gonna così tecnica nel taglio e nei tessuti deve per forza prevedere anche delle tasche funzionali.
«Facciamo una premessa: in linea teorica, se fai un’attività fisica, le tasche con la zip sono fondamentali per essere sicura di non perdere chiavi, documenti e soldi durante il movimento. In realtà solo quattro modelli su dieci, quelli più sportivi e meno leisure, erano dotati di una piccola cerniera. Va detto però che chi fa un’escursione ha sempre con sé uno zaino dove riporre tutto e chi corre dà per scontato di infilare lo smartphone in un cinturone aderente in vita o in quelle fasce che si portano al braccio».
Le tasche aperte, lungo i fianchi o perfino nella zona lombare, servono solo per contenere barrette o gel.
GONNE DA TREKKING, LE MIGLIORI 4:
Le nostre tester: Elena Ferrari, atleta del Triathlon Team Brianza, partecipa a molte gare di corsa in montagna; Ursula Früwirth Casati, triatleta, maratoneta e grande esperta di montagna, è stata anche istruttrice del CAI Monza.