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Tennis, 4 infortuni del tennista amatoriale: come curarli

Giocare a tennis senza la giusta preparazione aumenta i rischi di infortunio. Scopri quali sono quelli più comuni e come tornare subito in campo

Foto: iStock



“Sviluppa un lato del corpo più dell’altro”, “non è completo”... Il tennis è stato spesso considerato uno sport con delle carenze, ma studi autorevoli hanno confutato queste credenze, evidenziando anzi i benefici fisici e mentali delle sfide a colpi di passanti e rovesci.

«Quando però non si hanno una buona tecnica e una preparazione fisica adeguata, si va incontro più facilmente ad alcuni infortuni tipici del tennista amatoriale», spiega il dottor Giovanni Di Giacomo, responsabile medico per l’Europa dei tornei Atp (l’Associazione dei tennisti professionisti di tutto il mondo). E non stiamo parlando del famoso “gomito del tennista”:

«Soltanto una piccola parte dei casi di epicondilite è direttamente collegata alla racchetta. La grande maggioranza è la conseguenza di attività che richiedono un movimento ripetitivo di polso e mano, causa dell’infiammazione», avverte l’ortopedico.

Scopri allora quali sono gli infortuni principali dei tennisti amatoriali e come risolverli.


  • Mal di schiena


Durante il match la colonna viene sottoposta a un lavoro incessante e potenzialmente pericoloso. «Le continue rotazioni aumentano il rischio di sindrome delle faccette articolari, che connettono una vertebra con l’altra. Quando il movimento è errato e il tono muscolare inadeguato, la lombalgia diventa inevitabile. Se poi si trascura il problema e si continua a giocare nonostante il dolore, il mal di schiena può diventare cronico», avverte Di Giacomo.

Che fare? «Meglio rivolgersi subito all’ortopedico. Tranne che per casi molto gravi, in genere vengono prescritti antinfiammatori e fisioterapia per 6-8 settimane. Già dopo un mese si può gradualmente riprendere a fare esercizi specifici di preparazione al tennis», tranquillizza il medico.


  • Infiammazione della spalla


«Quando si colpisce la palla senza spostarsi lateralmente rispetto alla stessa, si tende a compensare l’errore compiendo un movimento innaturale. Questo, a lungo andare, causa l’infiammazione della cuffia dei rotatori, i tendini che consentono appunto la rotazione della spalla», precisa Di Giacomo.

La cura si basa sul riposo, oltre a sedute di laserterapia e tecarterapia da eseguire 3 volte alla settimana per un mese e mezzo circa. Inoltre, occorre eseguire esercizi specifici per ripristinare il corretto movimento dell’articolazione. Il ritorno alla racchetta va fatto gradualmente, solo quando il medico dà il via libera.


  • Lesioni di menisco e cartilagini

Le lesioni di menisco e cartilagini sono incidenti molto frequenti nei tennisti amatoriali: «Si tratta di strutture che col passare degli anni tendono a danneggiarsi facilmente, soprattutto se si eseguono rotazioni del corpo mantenendo la pianta del piede ancorata al terreno», osserva il dottor Ezio Adriani, responsabile del Centro di traumatologia dello sport e chirurgia del ginocchio della Fondazione Policlinico Gemelli Ircss a Roma.

«A rischio anche tendine rotuleo e muscoli del polpaccio, strutture che tengono insieme il ginocchio».

La terapia è quasi sempre conservativa: «Riposo, ghiaccio, compressione della parte con un bendaggio e gamba sollevata rispetto al corpo quando si è seduti nei primi 2-3 giorni. Quindi antinfiammatori e fisioterapia per circa un mese. Se il problema persiste, l’ortopedico può valutare l’uso di infiltrazioni a base di cortisone o acido ialuronico. Eventualmente, viene considerato anche l’impiego dei fattori di crescita, che stimolano il tessuto a rigenerarsi», continua Adriani.

Le lesioni acute, di solito, recuperano in 3-4 settimane, mentre quelle croniche in 3-6 mesi.


  • Distorsioni della caviglia


«Le distorsioni della caviglia sono traumi che rendono l’articolazione instabile, aumentando le probabilità di incappare di nuovo nello stesso infortunio», sottolinea il dottor Francesco Allegra, chirurgo articolare dell’Università La Sapienza - Polo Pontino di Latina.

«Nell’immediato vale la regola del riposo: ghiaccio, compressione e sollevamento dell’arto. Poi antinfiammatori ed eventualmente infiltrazioni di cortisone o acido ialuronico, seguiti da fisioterapia e riabilitazione».

Se però il problema non si risolve e l’ortopedico diagnostica un’instabilità cronica della caviglia, si valuta la possibilità di un intervento ricostruttivo dei legamenti.


Le chiavi della prevenzione: tecnica e training

La salute del tennista si protegge con la tecnica e la preparazione fisica. Cominciamo dalla prima: «La posizione corretta per effettuare un colpo è mettersi di lato rispetto alla palla. Un errore tipico, anche tra chi gioca spesso, è invece quello di restarle di fronte, muovendo male il braccio e sottoponendo tutto il corpo a uno sforzo innaturale che a lungo andare risulta dannoso», precisa l’ortopedico Giovanni Di Giacomo.

Per questo sono fondamentali le lezioni con il maestro: «Se si parte da zero, ne servono almeno 20, una volta la settimana per i primi 2-3 mesi». E per chi invece sa già giocare? «Una lezione alla settimana è utile a chiunque, perché aiuta a perfezionare la tecnica, eliminando gli eventuali errori».

Anche la preparazione fisica è importante: «Quando ci si affatica in fretta, si perde il controllo del corpo. Per questo il maestro dedica parte della lezione anche a corsa ed esercizi specifici. Se invece non segui un corso, puoi provvedere da solo con 2-3 sedute di ginnastica o jogging alla settimana», conclude l’esperto.



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