di Annalisa Piersigilli
Non usciresti mai dall’acqua, ti piace nuotare, rilassarti tra le onde e ti stuzzica l’idea di andare alla scoperta del mondo sottomarino. Ma quando provi a scendere verso il fondo, riemergi sputacchiando in cerca d’aria e non sei a tuo agio nemmeno con maschera e boccaglio.
Quest’anno puoi fare di meglio: segui le dritte di Alessia Zecchini, apneista che vanta record mondiali e il titolo di “donna più profonda del mondo” con i suoi 105 metri di immersione raggiunti quest’anno in Colombia. La campionessa ti spiega come regolare il respiro nello snorkeling e gestire l’ossigeno in apnea, evitando fastidi alle orecchie e sfruttando al meglio la spinta delle pinne.
PER AVERE UNA VISIONE NITIDA
Il primo passo da fare è scegliere bene la maschera. La più classica è quella che comprende anche una copertura per il naso e può essere mono o bilente. «Scegli un modello di piccole dimensioni e con un “volume d’aria” ridotto al minimo, ma con lenti abbastanza grandi, così potrai osservare il mondo subacqueo con una visuale più ampia», spiega l’esperta.
Al momento dell’acquisto, appoggiala sul viso (senza infilare il laccetto dietro la testa), inspira dal naso schiacciandola con la mano e fai pressione: se rimane su, come se avesse una ventosa, significa che è della misura giusta. Quando poi la userai, regola il laccetto senza stringerlo troppo, perché l’aria deve poter uscire dalla maschera: solo così eviterai che, durante l’immersione, entri dell’acqua. Gli uomini devono considerare che i baffi possono essere un problema per l’aderenza: il consiglio è di regolarne lunghezza e spessore.
Bisogna ricordare che, per avere sempre un’ottima visibilità, le lenti vanno tenute pulite. Già dopo l’acquisto, metti allora regolarmente la maschera in ammollo per 12 ore con del detergente sgrassante per i piatti, poi sciacquala semplicemente con acqua tiepida senza passarla con la spugna e lasciala asciugare.
PER SPOSTARTI VELOCEMENTE
Adesso passiamo alle pinne: ti regalano velocità e agilità tra le onde e, in più, sono un ottimo training per gambe e glutei, che con l’attività in acqua diventeranno più tonici e modellati. In commercio ne trovi di diverse lunghezze e materiali. «Per iniziare, punta su un modello in termoplastica (quindi più leggero): sono l’ideale per scendere quei pochi metri che ti bastano per raccogliere una conchiglia o osservare i pesci da vicino», consiglia Alessia Zecchini. «E preferisci quelle con pala corta e flessibile: essendo infatti questa a determinare la spinta, risultano della misura ideale per prendere confidenza. Avrai meno potenza nella gambata rispetto alle versioni lunghe e rigide, ma ti sarà più facile controllare la pinneggiata».
Scegli un modello a scarpetta, chiuso, che puoi indossare a piede nudo. Le pinne regolabili con una cinghietta invece vanno indossate con un calzare e sono per i più esperti, per esempio chi fa pesca subacquea o apnea. Per scegliere la misura giusta la regola di base è provare la taglia che corrisponde al tuo numero di scarpe. In negozio, indossale e sollevati sulla punta dei piedi: la pinna deve seguire il tallone e staccarsi dal pavimento.
PER FARE SNORKELING
Presa l’attrezzatura, ora si può passare a sbirciare i fondali, restando a pelo d’acqua e utilizzando il boccaglio. Non è necessario stringerlo eccessivamente o addirittura morderne la parte in gomma: ti basterà trattenerla delicatamente con le labbra. E non spaventarti se, mentre ti destreggi in superficie, entra dell’acqua dal tubo di respirazione. «Di solito succede per via delle onde. Per buttarla fuori, fai partire un colpo d’aria deciso dal diaframma, cioè dalla pancia. In pratica soffiala fuori», suggerisce la nostra esperta di apnea. Eventualmente puoi anche optare per una maschera facciale, cioè di quelle che coprono la bocca e hanno lo snorkel incorporato.
Per quanto riguarda gli spostamenti con le pinne, invece, è importante imparare a sfruttarne la spinta. Ci vorrà un po’ di pratica: metti in conto anche qualche crampetto iniziale, ma non scoraggiarti. E sappi che il modo più semplice per mettere le pinne ai piedi è infilarle sul bagnasciuga e poi camminare all’indietro per entrare tra le onde. Certo, puoi farlo anche direttamente in mare, ma specie le prime volte potresti rischiare di perdere l’equilibrio.
All’inizio pinneggia in superficie, poi immergi tutto il piede. «Il movimento base è dall’alto verso il basso, con forza ma lento: la pinnata, di ampiezza media, prende la spinta dall’anca e dalla forza dei glutei, con il piede disteso», spiega Alessia Zecchini. «L’errore più comune è quello di muovere la gamba solo dal ginocchio in giù, piegandolo come per ripetere il movimento della pedalata in bici, con il risultato che si resta più o meno fermi nello stesso punto. Invece le gambe vanno tenute più tese possibile, senza però irrigidirle».
PER IMMERGERTI IN APNEA
Dopo aver fatto pratica con lo snorkeling, puoi passare alle piccole immersioni in apnea. «Appena metterai la testa sotto, ti accorgerai della variazione di pressione, che aumenta man mano che scendi. Nessun problema: basterà prendere confidenza con la tecnica di respirazione e poi compensare», spiega la campionessa.
«Per farlo, esercitati fuori dall’acqua a respirare con il diaframma, cioè con la pancia, così da riuscire a incamerare più aria e quindi a rimanere più tempo in apnea rispetto a quando utilizzi solo la parte alta dei polmoni. Ripeti questo esercizio sul lettino sotto l’ombrellone: tenendo una mano sulla pancia e l’altra sul petto, respira muovendo solo l’addome. Inspira per 4 secondi, fermati, poi espira per 8 secondi e rimani qualche istante a polmoni vuoti. Ripeti questa sequenza diverse volte, finché non ti sembrerà di farlo quasi in automatico».
Quindi inizia a fare pratica dove tocchi, senza pinne e limitandoti a togliere lo snorkel dalla bocca. Una volta in acqua, fai 3 o 4 respiri rilassati, poi inspira ancora una volta profondamente e, a polmoni pieni, lasciati cadere in avanti con tutto il corpo, restando a galla in posizione distesa e con la testa sott’acqua. Rimani così, senza nuotare. Quando ti sentirai a tuo agio, dopo aver provato più volte, piega il busto verso il fondo (in pratica con una “capovolta”) e, grazie alla spinta delle gambe che escono in verticale fuori dall’acqua, nuota qualche metro a rana. Se poi vuoi migliorare la pinneggiata, ma anche come workout per gambe e glutei, allenati con il mini-programma di nuoto pinnato (in fondo all'articolo) che la campionessa di apnea ha studiato per noi.
PER SCENDERE IN SICUREZZA
Una volta affinata la tecnica, è il momento di andare più a fondo spingendoti con le pinne. Per riuscirci, devi però imparare a compensare, cioè a far entrare aria nelle orecchie per equilibrare le variazioni di pressione atmosferica a cui è sottoposto l’organismo.
«È una manovra da ripetere di frequente, già dal primo metro sotto la superficie. Devi tapparti il naso stringendo la maschera e soffiartelo con delicatezza fino a sentire un “clic” nelle orecchie, segno che il timpano è stato portato in una situazione di normalità», spiega Alessia Zecchini.
Mai aspettare di sentire fastidio: se lo avverti, risali leggermente e riprova. Altre raccomandazioni per la tua sicurezza: immergiti con un compagno che controlli dalla superficie, non tenere in bocca lo snorkel in apnea, muoviti con calma anche mentre risali e inspira appena fuori dall’acqua.
MINI-PROGRAMMA DI NUOTO PINNATO
Una volta che hai preso confidenza con la tecnica e non hai più problemi a immergerti, prova il workout con le pinne, suggerito da Alessia Zecchini, la nostra campionessa di apnea. Puoi usare le minipinne o quelle più classiche da immersione.
Scendi a circa 1 metro e mezzo di profondità, fai 8 pinneggiate e poi risali in superficie. Nuota a stile libero per 4 bracciate, respirando tra l’una e l’altra. Poi immergiti di nuovo e ripeti altre 4 volte di fila. Recupera per qualche minuto ed esegui un’altra volta l’intera sequenza. Se sei in vacanza al mare, l’ideale per la forma è allenarti così a giorni alterni.
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Articolo pubblicato sul n. 27 di Starbene in edicola dal 19/6/2018